Anche l’on. Bersani si incazza. Ma non gli viene bene: è un problema di stazza?

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L’ira è una passione che non si può simulare. Gli onorevoli riescono a incazzarsi veramente solo se non entrano nel listino bloccato. Se Grillo è l’ Antipolitica, chi è la Politica?

 E’ da tanto che sto in giro, mi ricordo perfino di quando Doris Day non era ancora vergine
(Groucho Marx, citato da Gino & Michele)

La politica è l’arte di impedire alla gente di impicciarsi di ciò che la riguarda (P.Valéry)

L’on. Bersani ha il diritto di incazzarsi. E non lo dico perché ho votato il suo partito. Ha il diritto di incazzarsi perché i grillini che lo chiamano zombi dimenticano che lui, on. Bersani, è il segretario di un partito che non ha mai fatto inciuci con l’on. Berlusconi, che non ha mai mangiato né pastiere né babà a casa di Gianni Letta, e se l’on. D’ Alema ha provato e ha gradito, in quella casa, una fetta di crostata, l’ha fatto a titolo personale. L’on. Bersani ha diritto di incazzarsi contro i grillini e contro l’on. Di Pietro perché essi dimenticano che l’on. Berlusconi l’avrebbe mandato a casa lui, on. Bersani, con le sue mani, e non da ora, se l’on. Berlusconi non fosse stato sostenuto e protetto dalla signora Angela Merkel e dal sig. Sarkozy, i quali, come tutti sanno, pregarono l’on. Bersani di soprassedere, di non infierire contro il Cavaliere: e l’on. Bersani abbozzò. Per il bene dell’Italia.

Cosa non si fa, per il bene della Nazione: come dice sospirando l’on. Cocchetelli , a Totò, nel film “Il turco napoletano“. L’on. Bersani ha il diritto di incazzarsi perché è lui che ha chiesto il cambio di passo al dott. Mario Monti. Il quale ha riunito d’urgenza il consiglio dei ministri e ha chiesto lumi: che vuol dire, il Bersani? Come e quando lo devo cambiare, ‘sto passo? Quando ballo? Ma io non ballo, tutt’al più faccio ballare gli altri. Quando vado a cavallo? Ma io vado in treno, e faccio in modo che tutti lo sappiano, che vado in treno, e non negli aerei di Stato. E così i Professori annaspano.

Non sanno che cambio di passo possa pretendere uno come l’on. Bersani, che da quando è nato parla sempre con lo stesso tono di voce, o che discetti della fine del mondo prevista dai Maya, o che disquisisca sulle pugnalate del sindaco Renzi, o che faccia il cavaliere dell’on. Rosy Bindi offesa dal Cavaliere: una voce bofonchiante senza toni bassi e senza acuti, che si allunga a poco a poco come un interminabile elastico, una perenne gomma da masticare: una voce da nonna che canta la ninna nanna eterna a un nipotino che non c’è, tra le sue braccia.

Ha diritto di incazzarsi l’on. Bersani, soprattutto perché non ha fatto nulla per ridurre in termini logici il numero dei senatori e dei deputati e per rendere più decenti i loro privilegi e i loro stipendi, non ha fatto nulla per sciogliere le caste, non ha fatto nulla per eliminare lo sconcio dei rimborsi elettorali ai partiti, a quelli che esistono, e a quelli che non esistono più; non ha fatto e non fa nulla per spiegare ai suoi e agli altri che le elezioni con i listini bloccati sono un oltraggio alla democrazia. Ha fatto bene a non far nulla: se avesse fatto qualcosa, l’avrebbero accusato di antipolitica. E invece lui è un Po- li- ti-co.
Ha il diritto di incazzarsi, l’on. Bersani, ma si vede che non è abituato. I grillini chiamano quelli del PD zombi e cadaveri ambulanti, e minacciano di seppellirli, e lui, il Segretario, che risponde?

Venite qui, a Reggio Emilia, alla festa del PD, a dircelo in faccia. Mi cadono le braccia: permettetemi la rima. Un incazzato di altri tempi, quando per incazzarsi bisognava possedere certi attributi e certe virtù spirituali e fisiche, sarebbe andato davanti alla casa di Grillo e, a voce alta e chiara, gli avrebbe lanciato la sfida: scendi, se hai il coraggio, ti aspetto, vediamo chi è il cadavere ambulante. Ma anche sollecitare i grillini a presentarsi a Reggio Emilia è una grave imprudenza. E se quelli vengono davvero? A migliaia? E se a loro si aggregano i disoccupati, i mai occupati, gli esodati, i precari, i pensionati, i giovani disperati, i “qualunquisti“ che osano sospettare che tutta la crisi la stiano pagando i povericristi? Chi li fermerà? Ho visto i signori che occupavano, alla festa del PD, le prime file in platea. Erano signori eleganti, attenti, pensosi, preoccupati. Non so di che. Non li vedo allenati a schierarsi a testuggine per resistere agli attacchi degli incazzati veri.

Intanto io, che vorrei votare PD, aspetto, tranquillo, di sapere qual è il programma del PD, quali sono i consigli del PD al dott. Monti perché sia più concreta la sua azione, quali sono le alleanze del PD. Se il PD non dà queste risposte, rimane in uno stato neutro, in cui non è né carne, né pesce. “Né carne né pesce“ è il titolo di un bell’articolo che Lorenzo Bonoldi ha dedicato alle sirene su “artedossier“ del gennaio 2010. Le sirene, si sa, tentano, per istinto, di sedurre e di ingannare, ma c’è sempre lo squarciavéli che racconta i loro trucchi e dimostra, appunto, che non sono né carne né pesce. L’ultimo trucco che tentano i politici è quello di rifilarci il porcellum di Calderoli, mascherato, travestito e battezzato con un nuovo nome.

E fingono, l’on. Bersani e gli amici suoi, da sinistra a destra, di non essere ancora d’accordo sulla nuova legge elettorale, minacciano rotture, battono i pugni, gridano all’imbroglio. E’ tutta scena. Nell’intervista al “Mattino“ l’on. Cicchitto ha scoperto le carte, ha raccontato la verità, nuda e cruda: i listini bloccati sono necessari, se no molti dei big della politica non verranno eletti. Un applauso all’on. Cicchitto: anche questo mi doveva capitare.
Ha il diritto di incazzarsi, l’on. Bersani. Ma incominci a incazzarsi con sé stesso. Corre il rischio di farsi ricordare (?) dalla storia solo come il Segretario che definì il suo partito, il più importante del centro – sinistra, come “un usato sicuro”.
Usato da chi? Sicuro per chi?
(Quadro di J.W. Waterhouse, Una sirena, 1900)

LA STORIA MAGRA