Una primavera (quasi) senza rondini

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Rondini in calo in tutta Europa, Italia compresa, a causa dei pesticidi. Ma non in Campania

Arriva la primavera, ma le rondini nei nostri cieli sono sempre meno. Il simbolo della primavera sta scomparendo: negli ultimi 10 anni in Europa le rondini sono diminuite del 40%, e in Italia del 27%. A denunciarlo è la LIPU-BirdLife nel report Uccelli comuni in Italia, edito in collaborazione con la Rete Rurale Nazionale per il progetto Farmland Bird Index del Ministero delle Politiche Agricole. Ma le rondini non sono le uniche a essere in calo: sulle 28 specie legate agli ambienti agricoli prese in considerazione dal report, ben 14 sono in declino.

Colpa dei pesticidi e dell’agricoltura intensiva, in primis, ma anche della modernizzazione degli allevamenti e delle stalle. Infatti, le stalle tradizionali sono sempre state il luogo di nidificazione ideale per le rondini, che attaccano il loro nido a coppa al sottotetto. Ma ora, di stalle tradizionali se ne trovano sempre meno nelle campagne italiane. Inoltre la rondine è una specie insettivora, indicatrice di qualità ambientale: una sola coppia mangia seimila insetti al giorno. E l’uso massiccio di pesticidi e diserbanti ha ridotto drasticamente la presenza del suo cibo.

Purtroppo già la nota rivista Science aveva indicato l’Italia tra i maggior consumatori di pesticidi per unità di superficie coltivata dell’Europa. Un consumo annuo pari a 5,6 chili per ettaro, circa il doppio di Francia e Germania. In testa c’è il Trentino Alto Adige, insieme alle altre regioni della pianura padana. Proprio le stesse regioni in cui le rondini italiane hanno subito il calo più alto: il 60-70% in meno dal 2000.

Anche in Campania però il consumo di pesticidi è alto: 8,5 chili di pesticidi per ettaro di superficie agricola, secondo il recente rapporto ISPRA Pesticidi nelle acque. Ma è c’è una nota positiva. La Campania è una delle poche regioni italiane dove la rondine negli ultimi 10 anni non è affatto diminuita, anzi è più che raddoppiata, crescendo del 10% l’anno. E questo grazie allo sviluppo di un settore turistico particolare: l’agriturismo. La Campania infatti è una delle regioni italiane in cui questo settore è in forte crescita. E proprio il boom del turismo rurale ha offerto all’ambasciatore della primavera altri luoghi in cui riprodursi, in sostituzione delle vecchie stalle tradizionali e in barba ai pesticidi.