Terra dei Fuochi, il vescovo di Acerra convoca nel duomo gli stati generali del territorio

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Appuntamento di verifica delle promesse istituzionali. 

 

Bonifiche, discariche, roghi tossici, polveri sottili: il vescovo convoca il territorio in cattedrale. Domani sera, alle 7, monsignor Antonio Di Donna darà il via tra le navate del duomo alla terza assemblea sulla questione ambientale. Il vescovo nel messaggio della diocesi con cui è stato annunciato l’evento parla ancora di “situazione grave”. “L’assemblea – si aggiunge nel comunicato – sarà l’occasione per verificare quanto affermato e promesso durante la giornata regionale del creato promossa dai vescovi della Campania proprio ad Acerra il 26 settembre del 2015, quando le istituzioni si impegnarono concretamente sulla questione “. E sarà anche l’occasione per mantenere vivo il ricordo dei tanti lutti che si stanno patendo in queste terre funestate dalla contaminazione chimica. In chiesa infatti scorreranno su un telo e saranno ricordati i nomi dei morti per tumore dell’ultimo anno. Resta dunque una situazione come sempre preoccupante. Appena l’altro ieri, in località Pagliarone, ci sono stati altri due incendi di rifiuti speciali: polistirolo, pneumatici, bitume. I vigili del fuoco hanno impiegato mezz’ora per spegnere i roghi. Intanto secondo la prefettura di Napoli dall’inizio dell’anno ci sono stati solo 7 incendi nel territorio acerrano. Il dato è stato reso noto durante un’ audizione tenuta con il commissario Donato Cafagna. Ci sono però versioni contrastanti circa i numeri. A volte infatti scoppiano incendi che non sono segnalati dai pompieri perché questi roghi si spengono da soli, prima dell’arrivo dei vigili del fuoco. Altri roghi vengono invece segnalati come “incendi di sterpaglie”. Ma sotto le sterpaglie in molti casi ci sono rifiuti. “Solo io, sia come osservatore civico campano che come esponente dell’associazione Volontari Antiroghi di Acerra, ho segnalato almeno una decina di roghi dall’inizio dell’anno, ma certamente molti mi sfuggono perché gli incendi sono imprevedibili, capitano a tutte le ore e in una porzione di territorio molto vasta”, racconta Vincenzo Petrella, un cittadino del posto che da anni si è mobilitato sul fronte della difesa del territorio. Vincenzo, come del resto altri ambientalisti della zona (sono pochini per la verità ) hanno individuato una doppia natura nel triste fenomeno degli incendi di rifiuti e degli scarichi indiscriminati nelle campagne. “C’è un sistema perverso – dicono gli ambientalisti – che favorisce la trasformazione del rifiuto non pericoloso in rifiuto pericoloso, attraverso l’incendio doloso degli scarti sversati nelle campagne. Ma c’è anche – aggiungono i militanti ecologisti – una criminalità diffusa rappresentata dal comportamento incivile di centinaia di “cittadini”, chiamiamoli così, che gettano ogni tipo di schifezza praticamente dovunque”. Costi altissimi, sia in termini di tutela della salute che economici. “Un divano intatto – conferma Vincenzo – costa 30 euro per rimuoverlo mentre viene a costare 1000 euro dopo che è stato incendiato”. L’amarezza punta anche sulla mancata partenza delle bonifiche. Ad Acerra ci sono ancora 6 discariche molto pericolose: Calabricito, Varignano, Sagliano. Per non parlare delle decine e decine di altri sversatoi disseminati a macchia di leopardo, delle ecoballe ancora ammassate accanto all’inceneritore, delle emissioni inquinanti degli impianti industriali e del traffico.