Pollena Trocchia. Congresso Cisl pensionati, nasce la Lega Vesuvio

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Eletto come nuovo segretario Ciro Romano. Il sindaco Pinto: “Siamo stati felici di ospitare qui a Pollena Trocchia la giornata congressuale della Cisl Pensionati e orgogliosi che le votazioni si siano concluse con l’elezione di un nostro concittadino”.

Si è svolto ieri presso il Centro Polivalente “Paolino Avella” di Pollena Trocchia il congresso Cisl Pensionati nel corso del quale è stata sancita la nascita della Lega Vesuvio che accorperà le rappresentanze Cisl di Sant’Anastasia, Pollena Trocchia, Striano, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, Cercola e Volla.

Nel corso del congresso si sono tenute le consultazioni per l’elezione del nuovo segretario della Lega Vesuvio: lo scrutinio si è concluso con l’elezione di Ciro Romano. Il sindaco Francesco Pinto, che ha tenuto in intervento durante il Congresso, esprime viva soddisfazione per il nuovo incarico affidato al rappresentante Cisl di Pollena Trocchia. “Siamo stati felici di ospitare qui a Pollena Trocchia la giornata congressuale della Cisl Pensionati, visto l’impegno profuso da questa sigla sindacale negli anni sul nostro territorio, e orgogliosi che le votazioni si siano concluse con l’elezione di un nostro concittadino”, dice il sindaco Pinto.

“In veste di presidente del Centro Sociale Anziani, Ciro Romano ha proficuamente collaborato con questa amministrazione per cui sono convinto che saprà elaborare un programma di proposte e attività che andranno incontro alle esigenze dei pensionati ma anche dei cittadini in genere e che riuscirà a ridare centralità al tema dei pensionati”. “Mi ritengo un operaio della politica e del sindacato ed ho sempre lavorato con grande entusiasmo, onestà e passione”, commenta invece il neosegretario della Lega Vesuvio. “Questo incarico rappresenta un premio morale per l’impegno che ho profuso negli anni alla causa sindacale della Cisl”,conclude Ciro Romano.
(Fonte foto: Rete Internet)

Casoria, riesplode la vertenza ex Carrefour

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Ieri bloccate per ore circumvallazione esterna, autostrada e tangenziale. I 200 addetti dello storico Euromercato, in cassa integrazione, vogliono far riaprire il centro commerciale, chiuso da due anni.

“Una mattina mi sono svegliato e il lavoro non c’è più”. Le parole del partigiano trasformate in salsa napoletana e scolate dal pentolone della crisi. Mimma Primo, mamma in cassa integrazione ed ex addetta alle vendite del primo ipermercato di Napoli, l’Euromercato di Casoria, grida questa frase diventata slogan ormai da tempo, attraverso il megafono che porta sempre con sé, a ogni manifestazione.

Mimma ha fatto così anche ieri mattina, quando insieme ai suoi colleghi e alle colleghe, in cig da anni, ha bloccato per tre ore la strada degli americani, la trafficata circumvallazione esterna, proprio davanti al gigante della grande distribuzione chiuso nel 2009. Striscione nei pugni – “Ex Carrefour: la truffa” – i manifestanti, molte le donne, soprattutto cassiere e commesse dell’ipermercato, hanno messo a segno l’ennesimo blocco della carreggiata ovest della strategica arteria di periferia. Il picchetto è durato quasi tre ore e ha messo in ginocchio tutta la circolazione stradale nell’area, tangenziale e autostrada Napoli-Roma comprese. La manifestazione è stata controllata dalla polizia. Alla fine i cassintegrati ex Carrefour sono riusciti a strappare un incontro alla Regione.

E’stato concesso dall’assessore al lavoro, Severino Nappi. Data della riunione: 6 febbraio. Quella di ieri mattina messa in campo dai lavoratori ex Carrefour potrebbe sembrare un’azione fotocopia delle numerose altre messe a segno tra ottobre e dicembre. Non è così, invece. La vertenza dei mesi scorsi era infatti finalizzata allo sblocco di sette salari arretrati della cassa integrazione e al prolungamento della cig di un anno. Cosa che l’assessore Nappi ha poi deliberato, poco prima di Natale. Ma la protesta iniziata ieri ha un obiettivo molto più ambizioso: la riapertura dell’ipermercato, che consentirebbe anche quella della galleria commerciale annessa. C’è però un problema di soldi mai chiarito, vale a dire il passaggio della struttura dalla Carrefour alla società IperCasoria, che ha determinato, contrariamente agli accordi sindacali, la chiusura dello storico ipermercato napoletano.

Quell’applauso a Lincoln in un cinema di Nola

Vedevamo, “realmente”, Lincoln, e pensavamo alle “macchiette” della nostra politica. Una lettera di Lincoln a Macedonio Melloni, direttore dell’Osservatorio Vesuviano.

Alla fine abbiamo applaudito. Timidamente. Non eravamo abituati, ci siamo sorpresi di noi stessi. Qualcuno si era anche commosso. Nell’interpretazione di Daniel Day-Lewis abbiamo percepito il prodigio tragico dell’identificazione tra attore e personaggio: è raro che il fenomeno si manifesti con tanta evidenza.

Alla fine, è Lincoln che abbiamo applaudito, consapevolmente. Il tema del film di Spielberg è la storia della battaglia che il Presidente combatte perché venga approvato il XIII emendamento, che abolisce la schiavitù. Per vincere, Lincoln usa anche le armi sporche che i sistemi “ parlamentari “ conoscono e usano dai tempi di Pericle: la corruzione, il ricatto, il mercato dei voti, l’intimidazione. Usa anche armi vere, e in qualche caso nuove, che fanno della guerra civile un lungo, spaventoso macello. Spielberg non mitizza, rispetta la verità dei fatti, non nasconde le mani bagnate di sangue, ci dice che Lincoln, pur di vincere, non solo induce i suoi a mentire, ma si macchia lui stesso del sacrilegio più empio per un Presidente degli Stati Uniti: dichiara il falso al Congresso.

E tuttavia abbiamo applaudito, perché l’obiettivo di Lincoln, l’abolizione della schiavitù, è tale da cancellare anche tanta empietà, perché nemmeno chi lo odia può accusare il Presidente di aver spergiurato per difendere qualche suo interesse privato, perché il Presidente paga con la vita la vittoria dei suoi ideali. Lincoln è un profeta, traccia per il suo popolo la strada che dal presente porta al futuro, e lo avverte che il costo di lacrime e sangue sarà immane, e che tuttavia tutti, e lui prima degli altri, hanno il dovere di andare avanti. “Il mondo ci guarda“ grida il Presidente ai suoi collaboratori che vorrebbero aspettare, frenare, rinviare, tessere compromessi.

Abbiamo applaudito pensando che di lì a poco saremmo tornati a casa, ci saremmo seduti davanti al televisore, e avremmo chiuso la serata con l’inevitabile immagine di qualche “ attore “ del nostro teatro politico. Ci sono, in questo teatro, molte, incredibili “ macchiette “: rappresentano l’esatto rovescio del fenomeno che abbiamo percepito in quella sala cinematografica: sono persone in carne ed ossa, che cercano di nasconderci la realtà e di far passare come vero un mondo fittizio fatto di parole, di ininterrotti sproloqui: tentano, ma non ce la fanno: lor signori riescono solo a risultare ridicoli come persone, e ridicoli come attori. Qualcuno dovrebbe ricordare a noi e a loro che “ il mondo ci guarda”.

Macedonio Melloni, parmense, venne nominato direttore dell’ Osservatorio Meteorologico Vesuviano nel luglio del 1839. Il suo nome era stato fatto a Ferdinando II Borbone da François d’ Arago e da Alexander von Humboldt: il re si era fidato del prestigio dei due garanti, ma non ignorando le simpatie liberali dello scienziato, aveva preteso che egli gli promettesse che a Napoli non si sarebbe occupato di politica. E Melloni aveva promesso, persuaso che in quel momento la passione per la scienza dovesse essere anteposta alla passione per la politica. Ma i moti del ’48 e le accuse di un invidioso collega costrinsero lo scienziato, “riputatissimo discopritore del calore raggiante“, amico di Faraday, studioso del “magnetismo del Vesuvio“ e delle ricerche che Daguerre conduceva sulle tecniche fotografiche, a ritirarsi nella villa all’ Amoretto, presso Portici.

Qui, nel 1853, ricevette da Springfield, città dell’ Illinois, una lettera di Abramo Lincoln, che era allora molto più famoso come avvocato che come politico. Lincoln rendeva omaggio, prima ancora che allo scienziato, al patriota: e illustrando al patriota le sue idee sulla libertà dei popoli e sul destino dell’ Europa, egli scriveva che “l’impero austriaco e l’impero britannico sono due incongruenze storiche“ e che la “piccola Inghilterra“ non aveva alcun diritto di imporre “l’atroce ingiustizia del suo dominio“ sull’Irlanda, su Malta e su Gibilterra… Le invasioni barbariche e il crollo dell’Impero Romano “ hanno fatto retrocedere di secoli e secoli la marcia trionfale …della coscienza universale dei popoli affratellati. Ci avvicinavamo tutti, indistintamente, ad essere un solo popolo, una sola famiglia, e, repentinamente, le tenebre più fitte della più incomposta delle barbarie si addensarono sulla luce meridiana di Roma immortale e eterna.“

“Roma dovrà essere – scriveva Lincoln – la capitale luminosa degli Stati Uniti d’ Europa”. La lettera venne tradotta, “con gli occhi umidi e il cuore commosso “, da Giuseppe Mazzini, “per gentile preghiera della contessa Fulvia Salazar di Promanengo nata dei marchesi Crivelli d’ Agliate“. Lincoln rappresentava una società che era destinata alla democrazia perfetta anche perché non conosceva né contesse, né marchesi. E tuttavia nessuno meglio di Mazzini poteva cogliere la forza visionaria e profetica di una lettera il cui autore legge la storia come tempo di Dio, con la certezza che, nella vita degli uomini come in quella dei popoli, il presente e il futuro realizzano, necessariamente, i segni del passato. Nel ’53 Lincoln già sa qual è il destino che i cittadini degli Stati Uniti sono chiamati, anche attraverso la sua opera, a costruirsi.

Ognuno legge la storia a modo suo. Il sig. Berlusconi dice che Mussolini, eccezion fatta delle leggi contro gli ebrei – una sciocchezzuola –, ha prodotto cose buone. Invece di sbraitare, di scandalizzarsi e di aggiungere fiumi di chiacchiere a mari di chiacchiere, gli avversari del sig. Berlusconi dovrebbero o lasciare che egli dica ciò che vuole, o limitarsi a mostrare in TV le immagini di ciò che restava dell’Italia alla fine della guerra di Mussolini. Restavano solo rovine. Quelle materiali vennero rimosse. Degli ammassi delle rovine morali qualcuno ha provveduto a conservare, negli anni, figure e campioni: che resistono ai moti di coscienza, resistono alle risate, resistono agli oltraggi. Quella gomma della storia che cancella ciò che è inutile e superfluo tarda a venire. Ma verrà.
(Foto: Winslow Homer, Prigionieri dal fronte, 1866)

LA STORIA MAGRA

Nola protagonista del Mezzogiorno nell’agenda Monti

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Alle 9:30 presso la sede elettorale di via On. Francesco Napolitano conferenza stampa di Luciano Cimmino, capolista per la Camera dei Deputati di “Scelta Civica con Monti per l’Italia” nel collegio Campania 1. I temi, le idee, le proposte.

Sarà presente alla conferenza anche Elena Falco, la giovane candidata di Casamarciano, al settimo posto in lista, e Giovanni Palladino. La Falco, espressione del territorio nolano, sottolinea l’attenzione riservata all’area nolana nella composizione delle liste da parte del presidente Mario Monti, constatando che: "è un segnale del ruolo di protagonista che si vuole assegnare al territorio nolano nel Mezzogiorno d’Italia".

Saranno illustrate le proposte dell’agenda Monti per il territorio nolano, spesso martoriato rispetto a tematiche quali Ambiente, Cultura e Welfare. Cimmino, patron del marchio Yamamay, si era tenuto finora, ben lontano dalla politica, ma oggi è orgoglioso della scelta caduta su di lui da parte di Monti e, fiero del suo nuovo "viaggio", dichiara il suo impegno nel mettere a disposizione la propria esperienza. L’imprenditore leader nel mercato dell’ intimo, della cosmetica e della pelletteria, ha aperto la sua campagna elettorale con il Ministro Riccardi a Napoli, lo scorso 23 gennaio, presso la stazione Marittima, in una sala gremita, di più di mille persone. Emozionato del suo esordio, conferma l’ assoluta certezza della decisione presa: "Ho deciso in un minuto di rispondere alla chiamata del nostro presidente del Consiglio, ora so con convinzione, che ho fatto la scelta giusta."

Afferma inoltre: "Il Mezzogiorno, non ha bisogno di leggi speciali o provvedimenti straordinari, ma di un piano per le infrastrutture e i servizi che mettano i cittadini e le imprese del Sud alla pari di quelle del Nord." La campagna del capolista montiano continua dunque domani per approfondire le proposte per l’area nolana.
(Fonte foto: Rete Internet)

Somma Vesuviana. Luigi Cesaro prova a ricompattare il PdL

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Complice una manifestazione dei socialdemocratici, Cesaro prova a rimettere insieme il centrodestra in vista delle politiche.

“I moderati riformisti, quale percorso politico per una buona amministrazione”. Questo il titolo del convegno organizzato e promosso dall’associazione culturale “Da Turati a Saragat” nell’ambito del 50° anno di attività del partito socialdemocratico sommese e in particolare dell’impegno del segretario regionale del partito Roberto Granat.

Occasione che ha ufficializzato la campagna elettorale del Pdl a livello provinciale e regionale per le politiche di febbraio e che ha visto intorno al tavolo dei relatori esponenti politici di palazzo Matteotti, Antonio Pentangelo, Presidente facente funzioni della Provincia di Napoli, Mimmo Magistro, Segretario Nazionale Partito Socialdemocratico, Domenico De Siano, Consigliere Regionale e Presidente Commissione Urbanistica e Trasporti, Luigi Cesaro, Deputato al Parlamento e Coordinatore Provinciale PdL.

Ad introdurre Tommaso Granato, componente del direttivo provinciale del PdL. Ad una platea particolarmente numerosa, tra cui diversi consiglieri di maggioranza dell’attuale amministrazione, Tommaso Granato, ex assessore alle politiche sociali e all’istruzione, ha ricordato il ruolo importante svolto dal partito socialdemocratico in occasione delle scorse amministrative e che ha permesso la vittoria del centrodestra a Somma. Granato ha elencato tutte le iniziative e i progetti portati a termine in ambito sociale durante il suo assessorato, durato circa un anno e mezzo e conclusosi lo scorso novembre con la revoca, “inaspettata”, delle deleghe da parte del primo cittadino, Raffaele Allocca.

Nel suo intervento, Tommaso Granato ha voluto sottolineare che ”il 2012 è stato un anno di gioia perché sono stato eletto componente del direttivo provinciale del Pdl, ma è stato anche un anno di amarezze poiché mi sono state revocate le deleghe. Ed è stata una revoca inaspettata ed inopportuna da parte di chi l’ha fatta. Abbiamo informato della cosa i vertici provinciali e regionale che, poi, prenderanno i loro dovuti provvedimenti per il futuro. Intanto, per le prossime elezioni di febbraio invitiamo tutti i moderati a darci l’occasione di dimostrare il nostro valore e il nostro impegno: non possiamo permettere che le sinistre delle tasse e del falso moralismo governino il nostro paese”.

É stato Mimmo Magistro, segretario nazionale dei socialdemocratici, a consegnare la targa a Roberto Granato per i suoi 50 anni di militanza nel partito,”una militanza sempre con la schiena dritta, senza mai vendersi, sempre coerente con gli ideali del partito, sempre disponibile ed attento al bene comune di questa città”. Rievocando le figure di Turati e di Saragat, Magistro chiarisce il concetto di riformismo, inteso come metodo d’azione politica che ripudia il capitalismo e tende a modificare gradualmente l’ordinamento politico e sociale tramite riforme. “Noi meridionali dobbiamo smetterla di piangerci addosso, dobbiamo pretendere che le nostre aziende non vengano dislocate al nord, dobbiamo pretendere non azioni politiche straordinarie ma ordinarie”.

Tra un intervento e l’altro, moderato da Antonio Granato, ex consigliere comunale, attualmente difensore civico della Provincia di Napoli, sono stati premiati altri storici militanti del partito, uno tra tutti Raffaele Raia, scomparso circa un anno fa, la cui targa è stata consegnata al figlio Luigi Raia; premiati per l’impegno politico anche Giuseppe Di Palma, Filippo Castaldo, Anna Cuomo, Gina Maiello e Giovanni Granato.

“Da oggi inizia un lungo cammino elettorale – ha aggiunto Antonio Granato – a livello nazionale, regionale, locale e fino alla realizzazione della città metropolitana, che deve essere l’obiettivo verso cui tutti i moderati di centro destra devono mirare”. Un invito sostenuto fortemente anche da Antonio Pentangelo, Presidente facente funzioni della Provincia di Napoli, per il quale è necessario “evitare l’astensionismo, una scelta va fatta e bisogna convincere chi ci segue del perchè deve seguirci, di come possiamo essere buoni amministratori. Il difficile momento storico che stiamo vivendo non ci dà la possibilità materiale di poter risolvere tutti i problemi, ma chi scende in campo deve garantire impegno, serietà, deve dare risposte vere e concrete, deve farsi trovare sempre al suo posto. In un clima di disaffezione alla politica, dobbiamo saper dare risposte serie, dobbiamo essere un buon esempio. Dobbiamo credere negli ideali del nostro partito, dobbiamo essere coerenti e qui con Roberto Granato il buon esempio di coerenza politica c’è stato per 50 anni e ci sarà ancora”.

“Ho profondo rispetto per gli amministratori locali – aggiunge Domenico De Siano, Consigliere Regionale -, spesso bistrattati e criticati. Spesso i buoni propositi si arenano nell’inefficienza delle nostre macchine amministrative, ormai obsolete. Lo stesso consiglio comunale e regionale hanno perso il loro valore e sono svuotati di significato. Occorre necessariamente pretendere riforme che rendano più efficaci ed efficienti le macchine amministrative”. Dopo i ringraziamenti di Roberto Granato, visibilmente commosso, le conclusioni sono state affidate all’onorevole Cesaro che, come di consueto, ha preferito leggere il suo intervento, nel quale ha elogiato il valore dei principi socialdemocratici, principi ampiamente condivisi dal Popolo della Libertà.

Anche Cesaro ha ricorato la figura di Raffaele Raia, riconfermando la sua stima ed amicizia al figlio Luigi Raia presente in sala. Messaggio chiaro ed inequivocabile in vista delle prossime elezioni comunali. Cesaro ha concluso ribadendo l’importanza delle prossime elezioni di febbraio e rimarcando l’invito di Berlusconi “a votare i grandi partiti: il popolo della libertà chiede a tutti uno sforzo comune. Viva l’Italia. Viva Somma Vesuviana!”.

Appare chiaro che certe alleanze si stanno consolidando e che la presenza di Cesaro a Somma mira a compattare un partito che sembra sempre più frastagliato. A margine del convegno cerchiamo di sapere chi è il candidato sindaco a somma del Pdl che segue Cesaro, che ne sarà del simbolo e quali sono i rapporti col sindaco Allocca che, al momento, sembra contare solo sul sostegno di Paolo Russo. I riformisti non si sbilanciano, fanno sapere però che faranno un passo alla volta, che la priorità va alle elezioni di febbraio e che si rimetteranno alle scelte regionali e provinciali del partito.

Career forum, un primo passo contro la discriminazione lavorativa dei portatori di handicap

Il giorno 28 febbraio, a Napoli, si terrà un evento sull’inserimento professionale delle persone disabili.

Accantonate le precedenti edizioni svoltesi a Roma e Milano, quest’anno, il progetto mirato all’inserimento lavorativo dei soggetti disabili, stranieri e transgender, che prende il nome di Diversitalavoro, giunge, in questa sua terza e nuova edizione, nel capoluogo campano.

L’UNAR, ovvero ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, nell’attesa di presentare i suoi progetti il 28 febbraio prossimo, ha reso noto i dati che confermano il successo della sua ultima manifestazione.
Nel 2012, infatti, secondo l’UNAR, tutti i soggetti che hanno preso parte a una delle due precedenti edizioni del Career Day, ne ha tratto, in linea di massima, una grande soddisfazione (88%). Su di un totale di 755 persone che hanno partecipato a Diversitalavoro, di queste, la maggior parte erano laureate (67%) o laureande (8%), di queste, il 69% era portatore di una disabilità. Tra di loro, il 4,1% ha trovato lavoro inquadrandosi in un rapporto professionale di stage, mentre il 24% è riuscita a chiudere un ben più tranquillo contratto a tempo indeterminato.

Le imprese che si sono distinte per la disponibilità nell’accogliere e concretizzare le norme sull’assunzione dei portatori di handicap, e che per questo hanno ricevuto un riconoscimento, il Diversity&Inclusion Award, hanno il nome di: Banca Popolare di Milano, IBM, Intesa Sanpaolo e Michelin Italia. Durante la presentazione per l’appuntamento del 2013, è stata fornita ai presenti in sala una prima stima sul problema della discriminazione in Italia relativa al periodo che va da gennaio ad ottobre 2012. Da questo studio, è emerso che tra il 2010 e il 2011 i mass-media sono stati i primi responsabili di discriminazione, mentre il lavoro, in particolare l’aspetto occupazionale, è risultato essere dal 75% dei contatti un forte elemento di discriminazione.

Ricordo, infine, che nel meridione d’Italia, il tasso di disoccupazione nazionale, che si attesta intorno al 55% dei disabili idonei al lavoro, tocca l’avvilente cifra del 70%.
(Fonte foto: Rete Internet)

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LA RUBRICA

Sant’Anastasia, bonificata Piazza del Lavoro

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Dopo la protesta degli operatori del commercio, l’amministrazione comunale ha fatto rimuovere rifiuti ed ingombranti nell’area dove si svolge il mercato settimanale. LE FOTO

Lo scorso mercoledì, in occasione del consueto mercato settimanale, i commercianti avevano protestato per la presenza di un’ingente quantità di rifiuti ed ingombranti in Piazza del Lavoro.

Servizi igienici, materassi, guaina, rifiuti di ogni tipo giacevano proprio vicino ad un muro di cinta della zona mercatale e ieri mattina, lunedì 28 gennaio, è stata effettuata la bonifica del luogo. Accanto agli operai che hanno provveduto a differenziare i rifiuti ed a ripulire la zona vi erano anche l’assessore all’Ambiente Vincenzo Romano ed il consigliere comunale de La Destra Mario Gifuni. «Purtroppo è diventata una lotta continua tra noi ed i cittadini. Cerchiamo di fare il possibile per tenere il paese pulito ma se anche i cittadini non diventano sentinelle del proprio territorio, l’amministrazione da sola non riuscirà mai a fare nulla», ci ha dichiarato l’assessore Romano chiosando:

«La situazione è insostenibile, per questo stiamo facendo ricorso a diverse azioni concrete che unite riusciranno a raggiungere il risultato auspicato e mi riferisco alla presenza delle tre ambasciatrici per la raccolta differenziata ed all’informazione capillare che stiamo dando sul territorio attraverso manifesti, volantini, gazebo informativi, un riciclabolario e una task force ambientale per il controllo del paese, per non parlare poi delle sanzioni ai trasgressori. È opportuno per far capire a tutte le parti sociali coinvolte che questa anzitutto è una questione di civiltà. Per quanto riguarda Piazza del Lavoro, faremo installare le telecamere: dobbiamo scongiurare con qualsiasi mezzo che atti incivili come questi si ripetano ancora».

Il capogruppo consiliare de La Destra Gifuni ha inoltre aggiunto: «Dobbiamo far capire, sempre di più e sempre meglio, ai cittadini che sversare male i rifiuti è un danno non solo ambientale ma anche economico, perché se aumenta il costo dello smaltimento dei rifiuti, aumenta anche la tassa». Piazza del Lavoro è quindi pulita ed ora, a detta dell’assessore Romano, «il prossimo passo sarà quello di ribonificare via Cupa fosso», strada chiusa da ormai diversi anni, soggetta a continui sversamenti abusivi, che si trova al limite della Piazza stessa.

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Il robusto volgare pittorico di Pieter Brueghel il vecchio

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Al Chiostro del Bramante a Roma, fino al 2 giugno 2013, la mostra dedicata al maestro fiammingo che, nel momento del massimo sviluppo dell’ideale rinascimentale, si cimentava con scene di genere e soggetti rubati al mondo contadino.

Ritrattista del popolo, bigotto, contadino e poi borghese, pittore di genere e fine umanista, satirico e poi pre-romantico: mai tanti termini furono più abusati per descrivere un pittore quanto il nugolo di aggettivi che, nel corso dei secoli, vennero affibbiati a Pieter Brueghel (1525? – 1569).

Aggiungiamo anche “il Vecchio”, per distinguerlo dal resto della stirpe di artisti di cui fu capostipite – fu il primo di una delle principali dinastie fiamminghe di pittori – e la lista sembra completa. Dopo il successo della mostra dedicata a Mirò, il Chiostro del Bramante ospita l’ esposizione: “Brueghel. Meraviglie dell’arte fiamminga”, fino al 2 giugno prossimo; per la prima volta nella Capitale, 100 capolavori provenienti dalle grandi collezioni mondiali ripercorrono l’attività del genio fiammingo che la tradizione vuole allievo e prosecutore dell’opera di Hieronymus Bosch.

Gli anni in cui vive e lavora Brueghel sono quelli di Michelangelo, Tiziano e Palladio: ma la fase matura del Rinascimento italiano non lo tocca. All’indorata perfezione del mondo ideale preferisce il mondo nordico, brullo e glaciale, alla sintesi formale e all’equilibrio oppone le fantasie di una realtà dove brulicano i personaggi della vita vera. Al centro della sua produzione campeggia il mondo contadino: ne svela con dovizia di dettagli l’anatomia della fatica, senza mai lasciarsi trasportare da biechi sentimentalismi.

Privo di compiacenze, il mondo bucolico virgiliano è spogliato dall’idillio tradizionale: al centro è posto l’uomo, l’abitante della terra indagata con la curiosità del filologo. I giorni di festa, il clamore del mercato, l’inquietudine dei suoi storpi, personaggi grotteschi e deformi, sono i soggetti che l’Ottocento amava; nell’ultima decade di questo secolo, infatti, la particolare pittura di Brueghel venne riscoperta e divenne oggetto di una critica rigorosa.

Baudelaire, nel 1858, ne decantava il misticismo: “[L’opera di Brueghel] che il nostro secolo – per il quale nulla riesce difficile da spiegare, grazie al suo duplice carattere d’incredulità e ignoranza – definirebbe semplicisticamente fantasie, capricci, contiene, mi sembra, una specie di mistero […] una sorta di grazie speciale e satanica”. Capolavoro del fiammingo, il “Banchetto nuziale” è la conferma dell’ammirazione di Brueghel per il mondo agreste: non di rado, il pittore era solito vestire i panni del contadino e mischiarsi tra la folla a cui si ispirava. In questo caso Pieter s’imbuca ad una festa di matrimonio, consegnandoci uno spaccato socio-ludico delizioso, che c’informa delle abitudini e delle modalità di festeggiamento dell’epoca: una lunga tavola imbandita da vivande delle grandi occasioni taglia diagonalmente la scena.

Due personaggi in primo piano si assicurano di non lasciare mai a bocca asciutta i convitati ed incorniciano la sposa in secondo piano. Ritratta frontalmente, con un’aria sognante e svagata, ha la testa cinta dalla corona della festa, come era in uso all’epoca. Al tavolo non c’è traccia dello sposo: secondo la tradizione, egli doveva servire i tavoli e allora si perde nel frastuono della sala gremita. La scena di genere, quando la lezione rinascimentale era pienamente assorbita anche oltre i confini italiani, conferisce il risalto giusto all’alternativa del maestro fiammingo: in pieno Cinquecento, invece che all’ideale formale, Pieter Brueghel ricorre a quello che Argan definisce “un robusto volgare pittorico”, declinato in una pittura solida, dal colore opaco e senza smalti, ma sempre attenta al carattere significativo delle cose.
(Foto: Pieter Brueghel il Vecchio, “Banchetto nuziale”, 1568)

STORIE D’ARTE

Alenia, il consiglio di fabbrica dà l’allarme

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Comunicato della rsu dello stabilimento di Pomigliano: “Temiamo un depotenziamento”. Scelte strategiche non ancora attuate per un futuro produttivo incerto.

Mentre l’amministratore delegato del consorzio Atr, Filippo Bagnato, committente di Alenia, parla di “lavoro assicurato per tre anni” e l’amministratore delegato del gruppo aeronautico di Venegono, Giuseppe Giordo, gli fa eco con frasi altrettanto ottimistiche, spunta un comunicato non certo rassicurante delle rappresentanze sindacali unitarie dello stabilimento di Pomigliano, dove si producono le fusoliere dei velivoli Atr.

Le rsu temono “il depotenziamento del ruolo decisionale e operativo delle aree storicamente dislocate a Pomigliano: Area Ingegneria progettazione (Preliminary aircraft, avanprogetto, certificazione, sistemi generali ed installativi, laboratori e MR&D), Area Ingegneria industriale, Area acquisti, Produzione (la non chiara definizione di investimenti e i ritardi sulla seconda linea ATR nonché la confusione tecnico organizzativa), Area Sistemi informatici".

Ed e ecco la proposta del sindacato di fabbrica: "Necessario il lancio del nuovo velivolo regionale ATR turbo prop attraverso investimenti economici tesi a consolidare know-how di progettazione e di ricerca finalizzata ad un velivolo che noi ribadiamo, così come sancito dal piano industriale, venga pensato, progettato, industrializzato e realizzato a Pomigliano. Per quando riguarda il nuovo ATR (NTP) chiediamo la definizione di una chiara partnership, individuando risorse manageriali e operative dal bacino delle competenze e professionalità campane da sempre leader nel campo dell’industria aeronautica".

Volla. Puc: è scontro tra gli assessori Festa e Navarro

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Litigi nella giunta guidata dal sindaco Guadagno che minimizza: “È solo uno scontro dialettico forte su un argomento molto scottante e delicato”.

Se un vecchio saggio ha osato dire che "i panni sporchi si lavano in famiglia", una qualche ragione ci deve pur essere. Se, invece, si lavano in piazza, o sui Social Network, inevitabilmente si devono poi accettare le critiche, le opinioni, i sussulti e le ipotesi degli estranei alla famiglia, che ne derivano.

Così come se uno usa le parole deve sapere che esse, come diceva un altro vecchio saggio, "sono come pietre e, quando le scagli non ritornano più indietro e possono far male". Questi due proverbi rappresentano il succo di quello che sta accadendo in questi giorni a Volla. La dichiarazione-intervista rilasciata nei giorni scorsi ad un giornale locale, dal giovane Assessore alla Trasparenza, Agostino Navarro (PD), sullo stato dell’arte del Piano Urbanistico Comunale, ha "sorpreso e infastidito" l’Assessore all’Urbanistica, Riccardo Festa (SEL). Il "titolare" della gestione del PUC ha reagito ritenendo che ci sia stata un’invasione di campo nella sua delega e ha risposto per le rime, con un post su Facebook, intitolato: "L’opacità della trasparenza".

Un titolo forte nel quale commenta in maniera decisa le parole del suo giovane collega "per rendere trasparente i percorsi amministrativi significa anche essere portatori di una corretta informazione, di chiarezza e linearità di comportamento", come a far intendere che Navarro abbia qualche deficit in tal senso. Comunque, Festa continua nel suo "lavaggio pubblico", apostrofando la dichiarazione di Navarro come "Ovvia. Un piano o è sostenibile e compatibile, rispettando le norme e i regolamenti, oppure non può essere approvato. Demagogica: dire che il piano soddisferà la legittima esigenza edificatoria di coloro che da troppi anni attendono il piano, può contrastare con uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio e Pericolosa perché, se portata alle estreme conseguenze, potrebbe significare che tutti coloro che posseggono un pezzo di terreno potranno edificare, col risultato di un territorio completamente cementificato che contrasterebbe con la volontà di puntare su una città con un innalzamento della qualità della vita attraverso il consolidamento di uno sviluppo sostenibile".

Ma, Agostino Navarro non ci sta e ribatte di non essere disponibile ad accettare quegli aggettivi che sono stati aggiunti alle sue dichiarazioni, rimandandoli al mittente. Ma, cosa avrebbe detto Navarro, nella sua intervista? Più o meno quello che il Borgomastro Guadagno aveva dichiarato pochi giorni prima ad un altro organo di stampa: "a breve sarà consegnato da parte dell’UTC e dell’Università la bozza del Nuovo Piano che sarà di conseguenza adottato nelle prossime settimane appena definite alcune verifiche tecniche".

Invece, Festa insiste con la sua "prudenza", come a volersi riparare, e scrive che "è bene dire che allo stato non è ancora possibile stabilire se il Piano sarà adottato nelle prossime settimane in quanto gli organi competenti sono impegnati in una serie di verifiche riguardanti tutti i dati che occorrono alla definizione del PUC da adottare perché ci sono seri dubbi sulla attendibilità di alcuni aspetti anche a livello normativo. Il PUC in alcuni punti si è dimostrato incoerente, farraginoso e contraddittorio e richiede ancora ulteriori fasi di approfondimento non consentendo di avanzare date certe, che potrebbero alimentare aspettative non concretizzabili nel brevissimo periodo".

Ed allora, Agostino Navarro, nella sua replica, sul "Libro delle Facce", affonda i colpi scrivendo che "dovrebbe essere lui (l’assessore Festa, ndr) incessantemente ed in maniera costante, a rendere edotta la cittadinanza ed i suoi amministratori democraticamente eletti sull’andamento dell’iter dello strumento urbanistico, sui percorsi compiuti, gli scenari che si prospettano e le scelte che saranno fatte", sottolineando la "carenza comunicativa del suo collega", la sofferenza e la differenza verso chi non è stato eletto dal popolo, ma, democraticamente, nominato, denotando un’idea non molto condivisibile sulla gestione della cosa pubblica.

Non basta essere eletti democraticamente per avere la "licenza di uccidere", cioè di gestire la cosa pubblica in maniera dissennata e compiere disastri economici e culturali, così come hanno fatto la maggior parte degli attuali parlamentari che hanno condotto l’Italia nel baratro economico e sociale e che continuano a gozzovigliare in parlamento "grati" al popolo che li ha "democraticamente eletti o nominati". Anche perché sono sempre i cittadini a pagare per i disastri commessi dalla cattiva politica. Gli altri, quelli eletti o nominati non pagano quasi mai. E questo non ci piace! Tornando alle cose Vollesi, ci chiediamo come mai questi panni sono stati lavati in pubblico? Forse perché non si tratta di "famiglia"?

Ma i partiti dei due Assessori (SEL per Festa e il PD per Navarro), non hanno appena formato una "Famiglia Allargata" per cercare di vincere le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio p.v.? Forse, a Volla questa famiglia allargata non ha funzionato bene? Cosa c’è dietro questo scontro? Non bastava chiarire l’ingerenza, se c’è stata, del giovane esuberante "puledro politico" in una stanza chiusa, magari con il borgomastro Guadagno a fare da mediatore tra i due? Infatti, poi, così è stato. E’ dovuto intervenire il Borgomastro come un buon padre che, con "una tiratina d’orecchi" ai due "figli discoli" ha fatto ritornare la pace in "famiglia".

Sindaco cosa è successo tra i suoi assessori?
"È solo uno scontro dialettico forte su un argomento molto scottante e delicato. Dobbiamo uscire da questa polemica, metterci al lavoro e portare a casa il risultato. L’invito che faccio ai miei due assessori, con i quali ho già interloquito, in modo anche aspro, è che i problemi che ci sono vanno risolti al nostro interno non tanto per nasconderli, ma per non dare uno spettacolo di divisione interna che in realtà non c’è. Siamo usciti fuori dal seminato. Loro hanno già recepito il messaggio di ritornare tutti nell’alveo della discussione democratica e corretta, anche se ci sono idee e caratteri diversi".

Quindi il monito è quello di non valicare più le competenze, di non invadere più il campo altrui?
"Certamente. Io sono il sindaco e, solo io, come tale posso entrare nelle questioni relative alle deleghe degli assessori. Pertanto invito ogni assessore a rapportarsi solo per le deleghe di propria competenza".

Il PD, tramite il suo portavoce, il capogruppo in consiglio comunale, Domenico Viola, ha buttato acqua sul fuoco ridimensionando la polemica, affermando che il suo giovane assessore Navarro è stato solo un po’ esuberante e che Festa è stato impulsivo ed ha un po’ esagerato nella risposta.

Sindaco, Festa, che non ha più il partito a rappresentarlo in consiglio comunale (ricordiamo che l’unico consigliere eletto di SEL ha cambiato casacca e si è rifugiato sotto le ali del PD) è a rischio?
"Nessun Assessore è a rischio. Io valuto gli Assessori non sulla dialettica, ma su quello che producono, sui risultati che portano".

Ci può chiarire a che punto è la situazione del Piano Sviluppo Italia? L’assessore Festa, nel suo post, ha scritto che i proponenti delle fabbriche dismesse hanno presentato tre ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale sostenendo l’inadempienza dell’Amministrazione nel procedere con il rilascio di tali permessi.
"Per quanto riguarda Sviluppo Italia abbiamo avuto incontri informali con gli imprenditori per conoscere le loro prospettive e per cercare di conciliare sia i loro interessi, sia quelli della cittadinanza.

All’improvviso il dialogo si è interrotto e questi hanno fatto dei ricorsi nei confronti dell’amministrazione. Poi, la sentenza del TAR di venerdì scorso (ufficiosa ndr), pare che reciti, in base alla legge 106 art 5 commi 9-14, che si possano firmare le concessioni edilizie solo dopo la ratifica in Consiglio Comunale della Convenzione tra gli imprenditori e il Comune. La nostra amministrazione non è contro gli imprenditori, è per il rispetto delle leggi e delle regole. La Commissione Consiliare sta lavorando e, appena avrà concluso, andremo in consiglio comunale".
E noi, gli imprenditori e i cittadini aspettiamo fiduciosi che gli eventi facciano il loro corso.

Doverosa precisazione:

Quanto scritto qualche rigo sopra, relativamente al capogruppo Pd Domenico Viola (Il PD, tramite il suo portavoce, il capogruppo in consiglio comunale, Domenico Viola, ha buttato acqua sul fuoco ridimensionando la polemica, affermando che il suo giovane assessore Navarro è stato solo un po’ esuberante e che Festa è stato impulsivo ed ha un po’ esagerato nella risposta …), è una interpretazione dell’autore dell’articolo.
Tanto, per correttezza d’informazione. (E.P.)