Sant’Anastasia. Sciopero della scuola: i Cobas serrano le fila contro la «Buona scuola»

0
2304
Riunione Cobas. Tavolo dei relatori

Riunione sindacale dei Cobas presso l’Istituto Polispecialistico “L. Pacioli” per parlare dei prossimi scioperi di maggio contro la scuola-azienda, la scuola-quiz e la scuola-miseria. Tullio Coppola: «Diversi dirigenti non hanno permesso la partecipazione del personale all’assemblea».

La Buona Scuola, ovvero la proposta del Governo Renzi per la scuola del futuro, sembra proprio non andare giù al mondo della scuola stessa e sono sempre più numerose le riunioni sindacali negli istituti della provincia di Napoli per contrastare il decreto di legge che sembra trasformare la scuola in un’azienda e gli studenti in apprendisti.

All’Istituto Polispecialistico “Luca Pacioli” di Sant’Anastasia, mercoledì 22 aprile si è svolta un’assemblea presieduta da Tullio Coppola, dell’esecutivo provinciale COBAS e RSU dell’Isis Europa di Pomigliano d’Arco e Rosa Coppola RSU dell’Istituto Comprensivo “Gaetano Donizetti” di Pollena Trocchia. Presenti all’incontro docenti e personale ATA provenienti dalle scuole di ogni ordine e grado delle città limitrofe. «Peccato che diversi dirigenti non abbiano voluto concedere al personale la possibilità di partecipare a questa assemblea. La normativa ministeriale è chiarissima: in orario di servizio le assemblee territoriali sono previste e sono regolari – ha denunciato Tullio Coppola – A Sant’Anastasia la dirigente degli Istituti D’Assisi e Sant’Anastasia 4, ad esempio, non ha concesso la possibilità di partecipazione e questa è una cosa gravissima».

L’assemblea è servita per parlare non solo della manovra scolastica targata Renzi-Giannini ma anche per tracciare le linee organizzative in vista dei prossimi scioperi generali del 5 e 6 maggio per elementari ed infanzia e 12 maggio per le medie e superiori, proprio in coincidenza con le prove Invalsi. I sindacati sono da mesi sul piede di guerra, soprattutto per la questione del destino dei precari che rimarrebbero fuori dalla prima infornata di assunzioni prevista per il prossimo settembre e sulla figura del «preside manager», mentre gli studenti sono già scesi in piazza in diverse città d’Italia per protestare contro i nuovi finanziamenti alle scuole paritarie e l’ingresso delle aziende nel piano formativo.

I punti contestati del Ddl della nuova riforma sono diversi. Partiamo proprio dalle assunzioni dei precari. In un primo momento dovevano essere 150mila, ora saranno 100mila. Dentro tutti i vincitori di concorso e quelli inseriti nelle graduatorie ad esaurimento che saranno inseriti nell’organico funzionale. Restano fuori gli idonei del concorso del 2012 e circa 23mila insegnanti della scuola dell’infanzia che saranno assorbiti dal 2016. C’è poi la chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi che non piace perché considerata incompatibile con la Costituzione che prevede le assunzioni tramite concorso.

«Con la pubblicazione del Ddl definitivo c’è la possibilità di destinare il 5 x 1000 alle scuole le quali saranno affidate ad un preside padrone, che ha il potere di assumere e licenziare, entrare nei meriti della didattica, stabilire i premi e le punizioni per docenti ed Ata – ha affermato Tullio Coppola – Il Decreto prevede anche la cancellazione dei supplenti: il sistema delle supplenze sarà infatti sostituito dall’organico funzionale d’istituto, costituito da un numero di docenti che servirà a coprire gli insegnanti assenti e da una quota aggiuntiva per tutte le altre esigenze. Gli scatti di carriera, inoltre, non saranno più legati solo all’anzianità ma anche ai crediti formativi e didattici che gli insegnanti acquisteranno nel tempo. Ogni tre anni il dirigente, che sarà valutato a sua volta, potrà distribuire premi ai docenti più meritevoli».

Rosa Coppola, dal suo canto ha sottolineato che «il Ddl spaventa tutti, anche i presidi stessi» e sottolineato l’importanza di «fare gruppo, garantire una massiccia partecipazione alla manifestazione per il ritiro di questo Ddl considerato non emendabile». All’assemblea sono intervenuti anche alcuni docenti i quali hanno mostrato tutte le loro perplessità sulla Buona scuola renziana ma anche lo sconforto che gli scioperi siano poco partecipati «vista l’indifferenza di molti colleghi di ruolo» ed avanzato l’idea di concretizzare le idee che vanno a contrastare i punti della Riforma, «altrimenti tutto rimane così com’è, senza raggiungere risultati utili che vadano a tutelare la vera scuola».