La prossima sarà, a Ottaviano, una domenica felicemente movimentata. Nella Chiesa dell’Oratorio verrà aperta la “Mostra di arte presepiale”, nella Chiesa di San Giovanni si svolgerà il tradizionale rito dei contadini che ringraziano Santa Barbara, e in piazza San Giovanni verrà presentato “ReStanza”, uno “spazio culturale artigianale”. E’ la domenica della riflessione e della speranza.
Per fortuna c’è ancora chi crede nel valore della tradizione, nella forza del rito, nella bellezza della cultura: e questo è importante per Ottaviano, che per secoli ha fatto cultura – letteraria, artistica, industriale – e che da qualche tempo pare stanca e indecisa. Il dott. Francesco Annunziata, priore della Congrega “S. Maria Visitapoveri” ha curato, in collaborazione con il gruppo dei “presepisti ercolanesi”, la “Mostra di arte presepiale”: e l’evento ha un valore intensamente simbolico, perché la “natività” è, nella teologia e nell’arte, l’immagine della speranza, del tempo nuovo, di idee e sentimenti nuovi. Di questa luce abbiamo un bisogno particolare noi che viviamo in tempi così grigi. Suggestiva sarà questa “Mostra presepiale” grazie anche al “luogo”: l’Oratorio, con le sue immagini di morte e di resurrezione, la “Terra Vecchia”, che è il quartiere più antico di Ottaviano, il silenzio fascinoso delle strade, i muri, le finestre, i portoni, i “basoli” che portano ancora il segno del genio operoso dei muratori, dei falegnami e dei “basolari” il cui ingegno è stato per secoli una sostanziosa “forza” dell’economia di Ottaviano. E un grazie forte e sentito va al priore e ai confratelli che hanno curato l’organizzazione della mostra. Un grazie di uguale intensità meritano don Salvatore Mungiello, parroco della Chiesa di San Giovanni, Vincenzo Caldarelli e i contadini che stanno trasformando in tradizione l’annuale omaggio a Santa Barbara, che protegge i minatori, i pompieri e frutteti e vigneti dalla violenza della tempesta: e domenica le immagini di Casamicciola devastata saranno presenti davanti agli occhi di tutti, e le preghiere verranno recitate con la voce della commozione. Ancora una volta quei contadini ci costringeranno a ricordare l’agonia dell’agricoltura nel territorio di Ottaviano, le terre abbandonate agli sterpi e ai cespugli, gli alberi sviliti e spenti, e le minacce della Natura gettata nel disordine dai muri e dalle “catene” crollate, dai canali e dai pozzi di cui nessuno si prende più cura. Il rito di Santa Barbara assume quest’anno un significato particolare. In piazza San Giovanni verrà presentato “ReStanza”, uno “spazio culturale artigianale”, che i promotori e gli organizzatori descrivono così: “ ReStanza è uno spazio di progettualità e costruzione, ma anche luogo di eventi, di incontro e di scambio. Uno spazio dove ritrovarsi, costruire nuove relazioni e fare assieme. Pronto ad ospitare progetti e far nascere collaborazioni. Un cantiere in cui poter sviluppare nuove idee, sperimentare, sbagliare, cambiare e “sbagliare ancora, sbagliare meglio”. Restanza nasce dall’unione di ETCetera Officine Culturali e di altri “navigati equilibristi”. “ReStanza – scrive Vito Teti – significa sentirsi ancorati e allo stesso tempo spaesati in un luogo da proteggere e nel contempo da rigenerare”. Secondo qualcuno, Ottaviano è, per certi aspetti, un luogo così.