Omicidio di Saviano, no ai funerali per Francesco e Domenico

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Domenico Liguori e Francesco Tafuro

Le loro città, i loro amici, i parenti, non potranno salutarli né vegliarli, nemmeno pregare per loro in chiesa. I corpi dei due giovani saranno portati direttamente al cimitero, oggi Domenico Liguori, alle 10, 15, in quello di Somma Vesuviana, domani Francesco Tafuro a Saviano.

 Ci sarà un motivo ragionevole per vietare che gli amici, i parenti, i loro cari, li salutino per l’ultima volta con un funerale, quei due bravi ragazzi trentenni barbaramente uccisi come solo i camorristi sanno fare. Ma Francesco Tafuro e Domenico Liguori camorristi non erano.  Ci sarà un motivo, ma qual è? Perché si sta agendo come se fossero due boss, dalla sala dell’obitorio al cimitero? Esattamente come accadde agli inizi di dicembre scorso per Luigi Vollaro, ‘O califfo. Arrivò nella sua Portici senza onori, senza clamori, fu seppellito e stop. I familiari magari non gradirono, ma lui era sì un boss, morto in un carcere milanese dove era detenuto da anni. Il suo nome era legato ad un controllo egemonico e criminale del territorio. Alla camorra. Per questi due ragazzi che nemmeno portavano un’arma per difendersi, il motivo di non consentire i funerali con tutti gli onori, qual è?

La pista più accreditata per l’omicidio dei due che gestivano in via San Sossio un centro scommesse ora sotto sequestro, sembra sia legata al loro lavoro, a un debito da incassare, a qualcuno che non voleva pagare. Non ci sono elementi concreti se pure si sta perseguendo un’altra strada, quella che porta a personaggi legati ai clan di Ponticelli. Ma loro due, Domenico e Francesco, sono vittime innocenti? Se è così, perché vietare i funerali? Ordine pubblico? I familiari, gli amici, chi gli voleva bene non potranno mai accettare queste due semplici parole come risposta.

Si è detto che alcuni parenti andranno oggi a protestare in municipio, si è detto anche tanto altro sui social, ma soprattutto si è scritto, ribadendolo a gran voce, che quei due giovani con la camorra nulla avevano a che fare.  I cellulari di Domenico e Francesco, i loro pc, tutti gli apparecchi elettronici, sono passati al setaccio dagli investigatori. Da lì, forse, arriverà qualche risposta.