La Resistenza di Cristian, lavoratore licenziato e reintegrato: “Noi partigiani del nostro tempo”

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Cristian Avino a sinistra ed Andrea Morisco a destra

Il giudice del lavoro ha annullato il licenziamento del militante Fiom dell’azienda Dema Aeronautica.

E’ stato licenziato un anno fa dalla Dema, azienda aeronautica di Somma Vesuviana. Ma il giorno prima della festa della Liberazione, venerdì, è stato reintegrato in fabbrica dal giudice del lavoro del tribunale di Napoli. L’impiegato Cristian Avino, 38 anni, di Napoli, militante della Fiom, ieri ha celebrato il 25 aprile e il suo rientro negli organici aziendali all’interno dello spazio autogestito dell’Arci di Somma Vesuviana, davanti all’assessore alla cultura del comune di Napoli, Nino Daniele, e ai suoi compagni e amici di avventura sindacale della Fiom, Andrea Morisco, delegato della Dema, Mimmo Loffredo, attivista della Fiat di Pomigliano, Vincenzo Chianese, della rsu della Marelli ex Ergom di Poggioreale, Francesco Viscione, impiegato dell’Avio di Pomigliano.

“La Resistenza sono stati i nostri eroi partigiani durante la seconda guerra mondiale e siamo oggi noi, lavoratori, studenti, disoccupati, precari, che combattiamo sul loro esempio contro ogni forma di prepotenza, di sopraffazione, di mistificazione della verità ” , ha esclamato Avino tra gli applausi del folto pubblico presente alla manifestazione in ricordo del 70esimo anniversario dell’unico, vero momento di riscatto morale e politico della nostra nazione nell’ultimo secolo. Avino era stato licenziato nell’aprile dell’anno scorso dopo un’intensa stagione di scioperi e di mobilitazioni contro i licenziamenti alla Dema e l’abolizione della mensa e i continui ritardi nei pagamenti dei salari.

“Per farmi fuori – ha raccontato in pubblico Avino – il padrone si era inventato la scusa che andavo in internet durante l’orario di di lavoro. A un certo punto hanno anche fatto girare la voce che ero un pedopornografo”. Alla fine però il giudice del tribunale del lavoro di Napoli ha fatto reintegrare il militante Fiom stabilendo due principi: che il licenziamento è avvenuto dopo un controllo a campione scattato, guarda caso, al termine di una serie di scioperi promossi proprio da Avino e che stare per pochi minuti al giorno in internet, quando per la maggior parte delle ore il web è stato usato per meri scopi lavorativi, non comporta alcun danno patrimoniale per l’azienda.

Ora però non si sa che cosa possa accadere. Non si sa per esempio se la Dema ricorrerà in appello oppure se l’impresa condotta dal puteolano Starace decida di fare entrare subito in fabbrica l’odiato pasionario della Fiom. Che intanto ha annunciato: “Per quanto mi riguarda ricorrerò in appello, in cassazione e fino alla corte europea dei diritti dell’uomo”.