Il 9 gennaio del 1928 nasce Modugno, il padre dei cantautori

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Ieri avrebbe compiuto 93 anni. Nel 1952 ha preso parte al film “Carica eroica” di Francesco De Robertis, in cui ha interpretato la parte di un soldato siciliano che canta la “Ninna nanna” a un bambino russo. È da questo episodio che è nata la leggenda del Modugno siciliano.

 

In realtà, Domenico Modugno è nato in Puglia il 9 gennaio del 1928, a Polignano a Mare, lo splendido paese dalle case bianche a picco sul mare, nella cui piazza principale oggi campeggia un’imponente statua che lo raffigura con le braccia spalancate (restituendolo ai suoi concittadini e ai numerosi turisti) e rievoca la sua iconica partecipazione al Festival di Sanremo del 1958 con Volare, Nel blu dipinto di blu.

È considerato il padre dei cantautori italiani e come autore e interprete è tra i più grandi d’Europa. In occasione dell’anniversario della sua nascita, soprattutto a beneficio delle nuove generazioni, vogliamo tributarlo con una serie di dichiarazioni di vari artisti e personaggi pubblici.

«È il più grande di tutti. Nessuno ha scritto tante belle canzoni che rimarranno per decenni, nessuno è completo come lui quale cantautore, showman, attore». (Claudio Villa)

«La canzone d’autore è la vera nuova forma d’arte del ‘900 le cui origini possono essere identificate nei pittori espressionisti, negli autori d’oltralpe popolari ma colti come Brel, Brassens, Aznavour e interpreti come Edith Piaf e Juliette Gréco, ma il vero padre della canzone d’autore italiana è uno straordinario attore pugliese che risponde al nome di Domenico Modugno». (Roberto Vecchioni)

«Modugno è famoso a Tokyo come a New York. Nel Pakistan una nostra delegazione fu accolta da un’orchestrina che con Volare intendeva richiamare ai graditi ospiti la cara patria lontana. Egli ha fatto, per la diffusione della nostra lingua, un’opera degna di Dante Alighieri. Ciao ciao bambina è un’espressione largamente usata ovunque e potete immaginare come, questo efficace esperanto, possa facilitare i rapporti tra i popoli. Signori, dobbiamo non poco a Modugno. Tutto ciò che egli fa è poi tanto italiano. Italiano è il suo aspetto, italiana è la sua ispirazione. Chioma e sospiri sono italiani, gesti e sgomenti sono italiani: esasperati, scatenati, eccessivi, dilaganti. Modugno non appare sul teleschermo, lo occupa. Non canta i suoi motivi, li impone. Non vi invita ad ascoltarlo, ve lo ordina. Ve lo ordina con i capelli, con gli occhi, con i baffi, con le mani: è fortissimo e prepotente». (Enzo Biagi)

«Cantavo imitando Modugno. D’altronde, come si poteva non subire la sua influenza?». (Fabrizio De André)

«Esiste un problema antico che è quello di mettere in musica la vera poesia. Alcune poesie di Modugno sono abbastanza belle». (Salvatore Quasimodo)

«Modugno è stato il più grande di tutti noi, il più importante compositore di canzoni». (Renato Carosone)

«La prima scossa elettrica degli anni ‘60 è stata l’urlo di Modugno con Volare». (Eugenio Scalfari)

«Volare ha cambiato l’assetto della musica italiana sia per i suoni che per i testi». (Gianni Morandi)

«Volare ha avuto più di ogni altra canzone un valore innovativo per la musica italiana». (Milva)

«Modugno, con genialità mediterranea, ha dato una scrollata all’industria incancrenita dei modelli americani e ha avviato la canzone italiana verso una nuova era e un nuovo modello che poi è diventato trainante, anche per il pop oltre Atlantico». (Gianni Minà)

«Modugno ha portato fuori dal nostro Paese qualcosa di autentico, di nuovo». (Ornella Vanoni)

«Modugno è una figura mitica della nostra canzone d’autore e al tempo stesso un cantante eccezionale e indimenticabile». (Mia Martini)

«La canzone d’autore, in verità, comincia proprio con lui. Volare più che una canzone fu un trapano che attraversò il muro di un’epoca». (Walter Veltroni)