Quello del poker è stato uno dei boom del nuovo millennio. Diventato fenomeno di costume intorno agli anni ‘10, sembrava finito nel dimenticatoio all’inizio del decennio successivo per poi tornare a far parlare di sé dal 2021 a oggi, complici le nuove piattaforme di diretta streaming e le innovazioni tecnologiche dei portali di gioco. Un ritrovato successo spinto anche da varianti alla versione “originale” del Texas Hold’em come l’Omaha, sempre più giocata e apprezzata tra amatori e professionisti e di cui tra qualche riga scopriremo i segreti.
Iniziamo con qualche cenno storico. Nato intorno agli anni ‘70 dello scorso secolo nella città di Detroit, l’Omaha nella sua prima versione si chiamava “two by three” poiché metteva a disposizione dei giocatori cinque carte private e non quattro come nella versione attuale. Abbassato il numero di carte (limitativo in quanto permetteva un massimo di 8 giocatori per tavolo), l’Omaha ha preso la forma che conosciamo oggi, epoca in cui si è affermato come fenomeno di portata mondiale.
L’Omaha è quindi una variante che deriva dal Texas Hold’em in cui ogni giocatore riceve quattro carte coperte (sono due nell’Hold’em) a cui si aggiungono cinque carte scoperte posizionate sul tavolo nelle varie fasi del gioco. Obiettivo finale quello di creare la miglior combinazione possibile utilizzando obbligatoriamente tre carte comuni e due di quelle personali.
Combinazione migliore o, come nel caso della variante Hi/Lo dell’Omaha di cui parleremo tra poche righe e in cui le mani poker hanno un valore diverso, la combinazione di punteggio più basso.
Sono tre le principali versioni dell’Omaha. La prima è il Pot Limit Omaha in cui il limite massimo della puntata per il giocatore è identica all’ammontare del piatto mentre la puntata minima è pari al grande buio. Per quanto riguarda i rilanci, invece, l’importo minimo deve essere pari almeno alla puntata o al rilancio precedente di un qualsiasi giocatore, mentre quello massimo consentito è equivalente alla somma totale delle chips presenti sul piatto. In questa versione, infine, non esistono limiti al numero di possibili rilanci.
La seconda versione è il No Limit Omaha che consente al giocatore di puntare la cifra che desidera in ogni momento, anche tutte le chips che ha a disposizione se volesse. In questo caso la puntata minima deve avere la stessa entità del grande buio. Il rilancio minimo, invece, deve essere pari alla puntata o al rilancio già effettuato nello stesso giro di puntate. Anche in questo caso non esistono limiti per quanto riguarda i rilanci consentiti.
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La terza versione, una delle più giocate online, è l’Omaha Hi/Lo, famosa anche con i nomi di Omaha 8-or-better o semplicemente Omaha 8. In questo caso, come già accennato in precedenza, la particolarità è che l’obiettivo è quello di raggiungere il punteggio più basso seguendo il sistema di conteggio Lowball, già visto nelle partite mostrate in pellicole cinematografiche come California Poker. Punteggio più basso che andrà a dividersi il piatto in tavola con quello più alto.
Nell’Omaha Hi/Lo, la mano più “forte” in assoluto è la cosiddetta “ruota” o Five Low e comprende asso, due, tra, quattro e cinque, indipendentemente dal colore o dal fatto che vadano a comporre una scala dello stesso seme. Seguono il Six Low e il Seven Low, entrambe mani di carte diverse fra loro rispettivamente con il 6 e con il 7 come carta più alta. La mano vincente più “debole” in questo gioco è invece l’Eight Low in cui ci sono cinque carte diverse con l’8 come carta più alta.
Giunti al termine di questa panoramica su quello che non ha più senso considerare come un “fratello minore” del Texas Hold’em, possiamo fare alcune considerazioni di carattere generale. L’Omaha è un gioco che sta riscuotendo un successo sempre crescente tra chi si avvicina alla disciplina, vista la maggiore possibilità di ottenere mani vincenti. Attenzione, però, a non scambiarlo per una variante facilitata. Tutti i partecipanti al tavolo hanno questa possibilità, aspetto che rende la componente tattico-strategica ancora più importante.