Aniello Sepe, il tenore ottavianese la cui voce “crea” spazi, figure e scene

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Concerto di Ravello

La voce del tenore ottavianese, che è un grande ammiratore di Alfredo Kraus, ha potenza, colore e duttilità: è una voce “rotonda”, in cui ci sono i segni dello stile vesuviano. L’importanza culturale dell’educazione musicale.

 

Nel gennaio del 1995 il grande tenore spagnolo Alfredo Kraus, quasi settantenne, interpretò a Parma, sotto la direzione di Daniel Oren, la parte del protagonista nel Werther di Massenet. Così scrisse sul “Corriere della Sera” (21 gennaio’95) Francesco Colombo: “Attraverso la voce Alfredo Kraus ha scritto un saggio straordinario sul Decadentismo europeo: al ruolo di Werther ha legato tutti gli smarrimenti della coscienza, il dissolversi delle percezioni in uno stato onirico, l’angoscia dell’uomo perduto in una realtà indecifrabile, l’imminenza della notte.”. Straordinaria, in questo passo, è l’immagine della voce che “scrive un saggio”. Di Alfredo Kraus è grande ammiratore il tenore ottavianese Aniello Sepe, la cui voce, vigorosa e nello stesso tempo morbida e duttile, è capace di ispirare a chi ascolta una suggestione icastica : evoca e fa vedere, per così dire, ciò che il canto racconta: azioni, personaggi, luoghi. E’ una voce che disegna e dipinge. Aniello Sepe dice che la sua carriera ha avuto, fin dal primo momento, il sostegno totale della famiglia – anche suo zio Angelo Sepe è stato un cantante lirico -, e indica come suo modello Alfredo Kraus non solo “per la cristallina e limpida voce, per la dolcezza e la grande musicalità nel porgere il suono”, ma anche perché è stato un “valente insegnante di canto”. Il tenore ottavianese ritiene che, anche nel canto, le doti naturali siano destinate a esaurirsi nella sterilità che non dà frutti, se la Scuola non le educa.

Sepe non ama parlare di sé: fa un eccezione solo quando gli chiedo dei suoi Maestri: “Nel 2008 mi sono laureato in canto lirico al conservatorio napoletano di San Pietro a Maiella sotto la guida del Maestro Raffaele Passaro.” Aggiungo io che laurea è stata conseguita con il massimo dei voti, e che la carriera artistica del nostro tenore inizia proprio nel segno di Kraus: egli interpreta infatti un ruolo in cui il tenore spagnolo diede memorabili lezioni di canto, quello di Alfredo nella “Traviata”. La carriera di Aniello Sepe è una preziosa collana in cui sono incastonate perle luminose. Nel 2008, dopo rigorosa selezione, l’Università Parthenope di Napoli gli assegna l’incarico di allestire una serie di concerti lirici: memorabile quello che si tiene al Museo “Madre” di Napoli. Nel 2010 Aniello Sepe si classifica al primo posto nel 15° Concorso Nazionale Flegreo di canto lirico e, unico rappresentante del Sud, viene invitato come tenore solista per il concerto di beneficenza per l’ “AIDO” che si tiene al Municipale di Piacenza: è un grande successo di pubblico e di critica. Nel marzo del 2015, quando papa Francesco visita la Basilica di Pompei, il tenore si esibisce come corista su invito del direttore del coro del Santuario. Innumerevoli, e tutti seguiti da un pubblico folto e entusiasta, sono i concerti lirici che Aniello Sepe tiene come tenore solista: trionfali quelli di Praiano, di Sorrento, di Ravello, di Pompei.

La vocazione e l’impegno del tenore ottavianese hanno salde radici nel territorio. La modestia, la disponibilità e l’amore per il canto non gli permettono di negarsi al pubblico vasto degli ammiratori, agli inviti incalzanti delle Amministrazioni Comunali, delle associazioni culturali. “Un artista – egli spiega – ha anche il compito di “educare” il suo pubblico, soprattutto se l’arte è quella, affascinante e difficile, del canto lirico. Avere un pubblico “educato” musicalmente è indispensabile non solo per la promozione dei valori culturali, ma anche per garantire la continuità della nostra arte.”. E’ una riflessione importante, questa di Aniello Sepe. “Il territorio vesuviano – egli dice – ha una straordinaria tradizione di competenza e di passione per la musica lirica, alimentata fino a pochi anni fa da un gran numero di Maestri e di professori d’orchestra e di bande musicali. Passione e interesse vanno scemando, e la crisi non si arresta.”. Nel 2011 il tenore venne incaricato dall’ Amministrazione Comunale di Ottaviano di preparare e di realizzare un progetto di canto corale destinato ai giovani: dopo poco tempo, proprio quando si incominciavano a delineare i primi risultati positivi, l’iniziativa si spense. La personalità culturale del nostro concittadino sta tutta nell’ amarezza con cui dice di aver incontrato nel territorio giovani promettenti, che però non sono riusciti a emergere perché non hanno avuto il sostegno ora della famiglia, ora delle istituzioni. L’educazione musicale è l’obiettivo primo di Aniello Sepe: del tenore che si esibisce in raffinati concerti, del docente di musica nelle Scuole Medie, dell’infaticabile e entusiasta promotore di progetti connessi alla disciplina. “La musica e il canto – ricorda Sepe – danno una ricchezza spirituale che non deve essere negata a nessuno.” Probabilmente saremmo un popolo migliore – pensava Ennio Flaiano – se arte e musica fossero discipline obbligatorie in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Aniello Sepe però non ha perso tutte le speranze: mi dice che ci sono ancora Scuole e Associazioni che investono energia, intelligenza e le magre risorse di bilancio in importanti iniziative per la promozione della cultura musicale.

Aniello Sepe è un’ “eccellenza” vesuviana. L’aggettivo non è riduttivo: lo uso per definire, in sintesi, le qualità di una voce che è luminosa per virtù di natura e per il rigore dell’esercizio, in cui ci sono la tradizione della scuola e l’originalità di chi ama l’arte e ne approfondisce senza requie i valori: una voce purissima, in cui, se sai ascoltare, trovi il “segno” inconfondibile della civiltà vesuviana: l’entusiasmo dei cieli azzurri, la malinconia della notte serena, l’eleganza suprema dello stile.

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