“Amleto (o il Gioco del Suo Teatro)” di Giovanni Meola di scena al TRAM di Napoli

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La grandezza dell’arte di William Shakespeare approda al Teatro TRAM di Napoli, grazie al genio innovatore del drammaturgo, sceneggiatore e regista, Giovanni Meola che mette in scena l’adattamento dal titolo “Amleto (o il Gioco del Suo Teatro)”, liberamente ispirato alla famosissima tragedia dell’autore inglese. Si tratta del primo progetto shakespeariano della compagnia Virus Teatrali (nella foto di Nina Borrelli gli attori: Solene Bresciani, Vincenzo Coppola e Sara Missaglia), con assistente alla regia Chiara Vitiello e i costumi di Marina Mango. In replica fino a domenica 13 Febbraio.

Probabilmente ai più sarà noto il film diretto da John Madden e datato 1998 dal titolo “Shakespeare in Love”, dove ci viene racconta la storia dell’innamoramento dello scrittore inglese per una nobildonna, Lady Viola. Mi auguro, però, che non sia passato in secondo piano il fatto che, nel mentre si vede nascere questo amore, sia del tutto impossibile alle donne andare in scena. Sì, all’epoca di Shakespeare non era loro consentito calcare i palcoscenici. Sembra quasi un controsenso oggi, considerando quante splendide figure femminili siano nate dalla sua penna. Penso, ad esempio, a Lady Macbeth, Desdemona, Ofelia. Questi e molti altri personaggi erano interpretati da attori di sesso maschile.

A volerla dire tutta, guardando più indietro nel passato, per il gentil sesso recitare era considerata cosa disdicevole sin dall’antica Roma. Un esempio fu l’arte del mimo, praticata da molte donne e commentata da Giovenale, nella sua IV Satira, come gesto poco consono alla morale. Perciò Teodora, la meravigliosa moglie di Giustiniano l’Imperatore dei Bizantini, nonostante la sua bellezza e la sua intelligenza, fu da tutti malvista perché attrice di mimo.

Per fortuna nel tempo tale idea è fortemente cambiata. Ad oggi, le donne sono indispensabili nel mondo del teatro e l’elenco delle attrici degne di nota è lungo, ricco e vario.

Nell’adattamento di Giovanni Meola Amleto (o il Gioco del Suo Teatro)”, sono molte le cose che colpiscono e arrivano dritte al cuore dello spettatore seduto nella piccola e accogliete sala del teatro di Port’Alba. Una di queste è la volontà di portare in scena soli tre interpreti di cui due donne (Solene Bresciani, Vincenzo Coppola e Sara Missaglia). Una scelta che contraddice, dunque, l’epoca elisabettiana ma che trova terreno fertile sulla scia di molteplici esempi di successo. Lo stesso Meola, ci racconta di un famosissimo “Amleto” del 1899, la cui interpretazione del principe danese, fu affidata alla divina Sarah Bernhardt.

Virus Teatrali” al Teatro TRAM di Napoli ci mostra la voglia di ribaltare le convinzioni e “il gioco scenico plurisecolare” del testo. Nell’idea del regista napoletano Amleto è un personaggio complesso, ma contemporaneo, che con i suoi demoni interiori è forse il più umano tra quelli creati dall’autore inglese, perciò l’etichetta di “Uomo” non basta.

«Da sempre insegno ai miei allievi che non è il sesso a determinare l’efficacia dell’interpretazione, ma sono altri i meccanismi che permettono al pubblico di godere della bellezza di uno spettacolo.ha dichiarato MeolaVoglio sganciarmi dalla biunivocità dei sessi che esiste tra attore e personaggio».

Sul palcoscenico le movenze dei tre protagonisti si mescolano in una sorta di tempo onirico, in cui i momenti si susseguono, dalla voglia di vendetta fino a scardinare amore e follia. Toccando gli strati più profondi dell’anima, fatti di luci e ombre, Meola nel suo adattamento riscopre l’immortalità di Shakespeare, autore calato nel suo tempo, ma che dallo stesso prescinde, sollevando tematiche di grande attualità, legate alla fragilità umana del passato che resta presente.

Amleto (o il Gioco del Suo Teatro)” è un lavoro certosino di frammentazione e ricomposizione, che si propone attuando una drammaturgia collettiva. La rappresentazione in continuo movimento, è piena di fluidità interpretativa e spessore emozionale, ma tutto è ricco di estrema naturalezza. Così, un microfono a filo con cassa di amplificazione al seguito, diventa uno strumento potente per entrare nell’intricata vicenda di tradimenti e rivelazioni. Il passaggio da un personaggio all’altro, da un attore all’altro, da una vicenda all’altra, è molto coinvolgente.

«Il lavoro che è alla base dell’adattamento è uno studio profondissimo del testo.Rivela MeolaAbbiamo svolto improvvisazioni guidate o libere, che mi hanno permesso di avere un grande materiale su cui poi ispirarmi per la scrittura dell’opera. »

Grazie all’eternità delle opere di Shakespeare e al genio artistico di Giovanni Meola, Amleto (o il Gioco del Suo Teatro)”, ci mostra con preziosa attenzione “lo specchio della natura umana” alla ricerca, a tratti giocosa ma sempre rispettosa, della Verità.