Ancora una volta il caso proposto evidenzia l”importanza educativa dei genitori nei riguardi dei figli e le conseguenze a cui essi vanno incontro nel caso che vengano meno a tale obbligo.
Una pietra scagliata contro un avversario per sfogare un presunto torto subito, durante una partita di calcio tra ragazzi, può rivelare l’inadeguata educazione dei genitori e ritenerli, quindi responsabili per il fatto accaduto e per il risarcimento del danno
Il caso
Il piccolo B., durante una partita di calcio, aveva compiuto un fallo di gioco ai danni di S. e, dopo aver ricevuto una spallata da questo, scagliò una pietra che andò a colpire il fratello di S., che identifichiamo con l’inziale R., estraneo al gioco.
Il Tribunale di Lecce condannò il B. e i suoi genitori al risarcimento dei danni in favore di S. e della sua famiglia, per le lesioni cagionate dal figlio minore dei primi al figlio minore di questi ultimi.
Il caso dopo l’appello fu sottoposto al giudizio della Suprema Corte.
Motivi della decisione
Deve essere innanzitutto ribadito il principio secondo cui l’inadeguatezza dell’educazione impartita e della vigilanza esercitata su un minore, fondamento della responsabilità dei genitori per il fatto illecito dal suddetto commesso (art. 2048 c.c.), può essere desunta dalle modalità dello stesso fatto illecito, che ben possono rivelare il grado di maturità e di educazione del minore, conseguenti al mancato adempimento dei doveri incombenti sui genitori, ai sensi dell’art. 147 c.c. (tra le varie, cfr. Cass. 20 ottobre 2005, n. 20322).
A questo principio la sentenza impugnata si è adeguata, deducendo dalla stessa modalità del fatto l’inadeguatezza dell’educazione impartita dai genitori al giovane aggressore e condannando i suoi genitori al risarcimento dei danni subiti da R. (Suprema Corte di Cassazione, Sezione III Civile. Sentenza 15 luglio 2008, n. 19450).
Non c’è alcun dubbio che la Suprema Corte nel condannare i genitori per il danno causato dal loro figlio minore ha ritenuto che essi non hanno adempiuto l’obbligo di svolgere adeguata attività formativa, impartendo al figlio l’educazione al rispetto delle regole della civile coesistenza, nei rapporti con il prossimo e nello svolgimento delle attività extrafamiliari.
La reazione dal minore e quindi l’illecito da lui commesso consiste nel mancato rispetto delle regole di comportamento vigenti nel contesto sociale che manifestano oggettive carenze dell’attività educativa dei genitori.
La negligenza, l’indisciplina e l’irresponsabilità nella condotta del piccolo ha messo a rischio l’incolumità altrui, e costituiscono per l’appunto manifestazione di assenza di principini educativi che i genitori sono tenuti ad impartire ai propri figli.