Il cattivo vicinato può sfociare nel reato di stalking. Infatti, non sono rare le situazioni in cui ad avere comportamenti molesti e assillanti sono vicini di casa.
di Simona Carandente
Con l”evolversi dei tempi, si assiste ad un fenomeno di mutamento degli stessi rapporti umani, i quali, lungi dall”essere classificati in rigide categorie, rischiano di sfuggire anche alle più comuni definizioni. Tale è il caso dei reati che hanno come protagonisti i vicini di casa.
Qualche anno fa, ad esempio, destò particolarmente le coscienze l”efferata strage di Erba (nella foto gli autori, Rosa Bazzi e Olindo Romano, ndr), dove una coppia di coniugi si era scagliata senza pietà sui propri vicini di casa, tra i quali un bambino in tenerissima età, creando un vero e proprio caso, anche per la letteratura psichiatrica, posto che non vi erano precedenti significativi prima di allora sul tema dei rapporti di cattivo vicinato.
Tralasciando il caso di cui sopra, particolarmente grave ed efferato, è bene sapere che grazie all”introduzione del reato di “stalking” anche il comportamento del vicino di casa che si renda autore di atti persecutori può rientrare nell”applicazione della nuova fattispecie penale, con condanne anche di una certa entità.
I coniugi G. e C. , stimati professionisti campani, si rivolgono al legale esponendo una problematica di apparente facile soluzione: a seguito di una banale discussione con M., propria vicina di pianerottolo, la vita loro e dei figli minori è diventata all”improvviso un inferno.
Difatti l”amorevole vicina, un tempo amica di famiglia, non digerendo il grave affronto della rottura del rapporto preesistente, ha cominciato ad adottare tutta una serie di comportamenti, in apparenza banali, ma nel loro complesso sintomatici di un grave malessere personale: il bersaglio preferito è la signora G., ma anche il marito C. non viene risparmiato, cadendo spesso vittima di gravi insulti ed improperi, anche alla presenza dei propri figli.
Lo stalker in questo caso ha un vantaggio: conosce a perfezioni le abitudini delle vittime, che scruta dalla sua posizione privilegiata. Questo le permette di agire indisturbata, potendo spaziare dalla rottura delle piante, allo spegnimento del contatore della corrente, fino all”imbrattamento con colla delle serrature e dello stesso spioncino.
Ciò non significa, però, che la “stalker” agisca di nascosto: ella non teme alcun confronto con le vittime designate: i coniugi G.e C., difatti, non possono neanche più uscire sul proprio balcone, nel timore di essere preda di sempre nuove aggressioni verbali, talvolta anche fisiche, urla ed insulti. In più occasioni, intimoriti, hanno avuto persino paura ad uscire di casa, dovendo richiedere anche l”intervento delle forze dell”ordine.
Fiduciosi nell”operato della giustizia, le vittime hanno ritenuto opportuno adire l”autorità giudiziaria, denunciando i fatti. Trattandosi però di avvenimenti accaduti prima dell”entrata in vigore della legge sullo stalking, hanno dato vita a singoli procedimenti penali per minacce ed ingiurie che, pur sfociando in altrettante blande condanne penali, comminate dal giudice di pace, non hanno sortito alcun effetto.
Provvidenziale è stata l”entrata in vigore della legge n. 38/2009 che, oltre a dare un nuovo assetto normativo alla disciplina dei cosiddetti atti persecutori, ha introdotto la possibilità di poter ammonire l”autore delle condotte illecite, attraverso una sorta di diffida emanata dal Questore, con invito a serbare una condotta conforme alla legge.
Con la notifica dell”ammonimento, la situazione ha subito un vero e proprio capovolgimento: la vicina ha finalmente compreso la gravità dei fatti, nonchè le probabili conseguenze delle proprie condotte illecite, che hanno subito un immediato arresto, oltre ogni più rosea previsione.
Difatti, con la notifica la parte viene resa edotta del fatto che eventuali condotte, successive all”ammonimento, aggravano il reato e lo rendono procedibile d”ufficio anzichè a querela di parte.
Un caso senza dubbio a lieto fine (almeno per il momento!), che dimostra come la condanna penale, di per sè, non sia affatto un deterrente: è importante che il sistema giudiziario fornisca alle persone offese sistemi di tutela alternativi, e magari preventivi, rispetto alla celebrazione di un procedimento giudiziario, lungo e costoso ma non sempre efficace. (mail: simonacara@libero.it)
(Fonte foto: Corriere della Sera)