È atteso per oggi l’arrivo dei tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente nella fabbrica abusiva di prodotti chimici, sequestrata sabato da polizia municipale e carabinieri. Qui gli immigrati lavoravano chiusi a chiave, sorvegliati dalle telecamere.
È soltanto agli inizi l’indagine sulla fabbrica “ fantasma ”di Pomigliano, fatta chiudere sabato scorso dalla polizia locale e dai carabinieri della sezione tutela del lavoro di Napoli. Uno stabilimento in cui sei giovani indiani e un rumeno erano costretti a lavorare dall’alba alla sera, a mani nude, sostanze altamente tossiche, chiusi a chiave all’interno dell’opificio dal titolare dell’azienda, risultata del tutto abusiva.
Titolare che sorvegliava gli operai-schiavi a distanza, con delle telecamere. I giovani clandestini effettuavano in condizioni disumane lavorazioni molto pericolose e più che artigianali, finalizzate alla produzione di detersivi a basso costo, senza un barlume di attrezzature adeguate. Intanto l’inchiesta prosegue per capire quanto queste attività illegali abbiano potuto danneggiare l’ambiente. Per oggi è attesa l’ispezione nella fabbrica lager dei tecnici dell’Arpac, ai quali il comune di Pomigliano ha chiesto di caratterizzare la tipologia delle sostanze utilizzate nella produzione dei detersivi. Prodotti che dovranno anche essere analizzati per l’eventuale rimozione dal mercato.
Inoltre nel piazzale dello stabilimento sono stati stoccati illegalmente centinaia di fusti contenenti liquidi corrosivi e ustionanti, almeno stando alle scritte contenute negli avvisi di pericolo incollati sui bidoni. C’è il sospetto che i residui delle lavorazioni siano stati versati nelle caditoie pluviali del piazzale, dove peraltro si trovano ubicate altre due aziende, che però sono in regola. Attorno a questa zona da allarme rosso, in contrada Cotone, c’è una campagna abitata da una serie di complessi residenziali, prevalentemente ubicati nel territorio di Castello di Cisterna. Nel frattempo, sempre oggi, il comandante dei vigili urbani di Pomigliano, il tenente colonnello Luigi Maiello, ascolterà i giovani indiani clandestini praticamente ridotti in schiavitù nello stabilimento della morte.
Questi sfortunati ragazzi per non vomitare, a causa dei continui miasmi sprigionati dalle sostanze tossiche, ingerivano continuamente delle pillole anti nausea. Sul fronte giudiziario per il momento le cose stanno così: il titolare dell’azienda è stato denunciato a piede libero per un elenco molto lungo di reati ed è stato individuato un secondo sospetto, il socio occulto dello pseudo-imprenditore di detersivi. Secondo indiscrezioni da un giorno all’altro la procura di Nola potrebbe dare il via a una serie di arresti. Ma l’ipotesi resta tale visto che finora l’inchiesta è stata caratterizzata dalla massima cautela.
(Fonte foto: Rete Internet)