Notte prima degli Esami:

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    Cominciano oggi gli Esami di Stato 2013. Un esercito di cinquecentomila giovani al primo vero banco di prova della loro vita.

    C’è un passaggio obbligato nella vita di ogni studente che arriva alla fine del ciclo di studi della secondaria superiore. Un budello stretto e periglioso oltre il quale si aprono i cancelli del futuro. È una sorta di iniziazione, un rito ineludibile che modifica uno status e ti proietta nel mondo dei grandi.

    Quel giorno, per ognuno di noi, è stato come varcare le colonne d’Ercole restando illesi e continuando a navigare nel mare della vita. Chi non ricorda questo mitico stretto di Anian e i giorni procellosi che ne accompagnavano l’approssimarsi? Notti di caffè consumati con voracità, di serate passate a guardare le stelle dell’estate incipiente sognando il futuro e odiando i libri che ti annebbiavano la vista dalla stanchezza. Di infiniti ripassi e sottolineature, di anatemi ai docenti e alle loro diaboliche domande. Giornate intere passate cercando di “beccare” la traccia giusta del tema d’italiano o incrociando le dita circa l’autore della versione di latino o di greco. Pomeriggi assolati a fare comitiva con i compagni di sventura promettendosi che nulla sarebbe cambiato dopo quel maledettissimo esame finale.

    E tutto questo mentre il mondo ti cresceva intorno e ti sradicava dalle tue certezze conquistate in un infinita adolescenza. E tutti quei momenti ti restano dentro. Per sempre. E la tua storia personale diventa la tua piccola leggenda mitologica che non ingiallisce con gli anni. Forse, gli esami non finiscono mai. Sicuramente cominciano in quel giorno. Oggi esso è semplicemente, con un lessico burocratese, l’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo d’istruzione. Una volta, poeticamente, era l’esame di maturità. Istituito nel 1923 dal ministro dell’Istruzione Giovanni Gentile con esso ha accompagnato decine di generazioni che con severa austerità si accingevano ad affrontare la prova finale. A quei tempi era un vero e proprio tour de force.

    Solo gli studenti liceali potevano accedervi e solo essi potevano iscriversi all’Università. Le prove consistevano in quattro scritti e un orale. Ma le sedi, su tutto il territorio nazionale, erano appena quaranta e le commissioni composte solo da docenti universitari. Nel 1969, dopo la grande rivoluzione culturale del movimento giovanile, venne modificato nella forma e fu garantito a tutti i maturati di accedere all’Università. Le prove scritte divennero due e per gli orali ci si preparava solo su due delle materie dell’ultimo anno di studio. Dovevi, comunque, dimostrare, districandoti tra interminabili traduzioni e arzigogolate formule di matematica di essere maturo, di essere pronto ad affrontare la vita con uno spirito critico da adulto.

    Ti presentavi con la giacca di papà e il vestito di festa della mamma, con una pila interminabile di libri di fronte ad insegnanti che sapevano di povere antica. Oggi la società ha mischiato il tempo che da lineare è diventato circolare, contorto, attorcigliato. Ci sono giovani ottantenni che ancora inseguono Peter Pan e governano la politica e la cultura e giovani di quindici anni che giocano a fare i grandi. E allora chiamiamolo Esame di Stato con le sue tre prove scritte e il suo colloquio orale. Oggi entreranno in classe, per la prova di italiano, 491 mila studenti il 95 per cento di coloro che hanno frequentato l’ultimo anno di corso. Il numero maggiore spetta alla Lombardia con 67 mila studenti, seguita dalla Campania con 65 mila.

    Opereranno circa dodicimila commissioni con 37 mila commissari esterni e 73 mila interni. La nostra regione, inoltre, ha il numero più alto di studenti che affronteranno gli esami nelle scuole paritaria, circa 13 mila. Chiunque lo abbia vissuto, stamattina sarà col pensiero a questo piccolo esercito di maturandi. E tutti sussurreranno, ne siamo sicuri, un caloroso in bocca al lupo ai nostri studenti.
    (Fonte foto: Rete Internet)

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