Ecco quali sono le priorità degli internauti che fanno i conti con la crisi. Bilanci e proposte in vista dei prossimi tempi dove i decisori dovranno migliorare la nostra realtà. Almeno così si spera.
Ci siamo. La battaglia elettorale è cominciata già da un po’: “Noi vi diamo questo” “Noi vi diamo quest’altro”, ognuno dei pretendenti al trono decanta strofe di canzoni già sentite migliaia di volte, tormentoni che la gente quasi non ascolta più.
Gli italiani hanno smesso di rispettare la politica, e la politica capricciosa, egoista, affarista e deludente non sta rispettando più gli italiani da un bel po’ di tempo. La gente vive un senso di sfiducia che va considerato come un vero dramma storico, è come un tribale rito di sopravvivenza in cui gli uomini mangiano gli uomini soltanto per ingoiare monete d’euro, a tal punto che lo stomaco diventa imbottito di metallo, insensibile al gusto, alla golosità della condivisione, insensibile alle pietanze della democrazia, del benessere e alle prelibatezze create dalla serenità.
"Molti dei mali del Sud dipendono da una classe politica e da una classe dirigente inadeguate, ma le responsabilità maggiori sono della politica nazionale che non ha mai fatto dello sviluppo del Sud una vera priorità. Anche la criminalità organizzata non è la causa, come mi sforzo di dimostrare da decenni, ma l’effetto di politiche affaristiche e clientelari che non usano i fondi pubblici, comunque disponibili, per lo sviluppo dell’impresa e dell’occupazione nel Mezzogiorno, ma solo per consolidare le proprie rendite personali e di posizione. Nel marciume solo i vermi crescono e si moltiplicano: e questo è quello che avviene a Napoli e nel Mezzogiorno".
Inizia così l’analisi di questa settimana, tanto per non dimenticare che un paio d’anni fa il Sociologo Amato Lamberti sul Corriere del Mezzogiorno, chiarì questo concetto, impietosamente attuale, che ci ricorda le priorità politiche che il prossimo governo dovrà attuare nel nostro territorio. La gente comune intanto vomita aria, impossibilitata a saziarsi con nuove opportunità. Probabilmente si sta davvero sottovalutando il fatto che, percorrendo questa strada, i ragazzi smetteranno del tutto di credere nella Costituzione, brillante stella cometa che illumina sogni difficilmente concretizzabili. Il processo di riqualificazione della nostra nazione deve ripartire con il tentativo di ristabilire un nuovo rapporto di fiducia tra chi governa e chi è governato.
C’è bisogno di gente nuova e credibile, c’è bisogno di chi investe nel nostro benessere quotidiano prima di pensare alle banche europee. Qualche tempo fa, Roberto Benigni disse: “Amate la politica, perché la politica è la costruzione della nostra vita. La Costituzione è stata scritta da uomini che parlavano di politica dalla mattina alla sera. Disprezzare la politica è come disprezzare se stessi. Ci sono politici tremendi, ma se un padre schiaffeggia un bambino dalla mattina alla sera, è quel padre ad essere tremendo. Non tutti i padri sono così”. Bellissime parole condivisibili, che trovano però la rabbia della gente comune, rabbia armata di una mannaia enorme pronta a decapitare proposte e demagogie elettorali.
La rabbia di chi ha fatto finta di non accorgersi che l’ultimo Presidente del Consiglio è diventato tale senza essere eletto dal popolo, un’imposizione decisa altrove, che pare un vero e proprio colpo di stato, celato con arabesche e fascinose decorazioni ricamate da leggi contraddittorie e da una nomina a senatore, veloce e ambigua, che ironicamente ricorda un antico Caligola e il suo nobile cavallo. Abbiamo ammirato silenziosi e impotenti questo arazzo che mostrava eroi salvifici, autoeletti senza il consenso degli italiani, in nome di una crisi dove tutti noi siamo stati invitati a versare sangue piuttosto che partecipazione. La speranza e l’impegno non devono terminare, né possono terminare, poiché a prescindere dalle false promesse, il futuro verrà comunque ad aprire le imposte delle finestre del nostro domani. Tanto vale crederci, tanto vale impegnarsi a crescere, tanto vale ristabilire un ordine, prima di tutto culturale, che intenda derattizzare i branchi del comando dai topi infettati dal malaffare.
Questa regione la miseria purtroppo la conosce già, con i deficit economici ci convive da prima che i telegiornali usassero quotidianamente il termine “crisi”. Una particolarità forse va evidenziata: Napoli combatte ancora per crescere. Un giovane tentativo di mutamento dell’identità collettiva che sicuramente non è poco. Quali sono dunque, le priorità da mettere in campo nel prossimo futuro per rendere questa città migliore? Attraverso un sondaggio spontaneo, reso possibile usufruendo della comunicazione on-line, questa rubrica ha chiesto alla gente comune: per questo nuovo anno qual è, secondo Voi, la cosa più importante da realizzare per il benessere della collettività nel nostro territorio? Hanno risposto in tanti, gente giovane, gente che non si arrende, ed è forse doveroso pubblicare non solo le proposte dei politici, ma anche quelle delle persone che usano i blog, i social network, per denunciare sempre più spesso le necessità fin troppo inascoltate.
C’è Rosalia che ha risposto: “C’è bisogno di meno falso perbenismo, più lavoro e soprattutto più meritocrazia”. A rispondere c’è anche Giuseppe Porzio, amico di questa rubrica e autore di “Kallipolis”, libro utilissimo per aprire le menti di molti abitanti dell’hinterland napoletano. Le sue priorità da mettere in campo sono “Maggiore indignazione da parte nostra da esprimere con decisione ai seggi elettorali. Bocciamo senza appello chi ancora osa, dopo troppi anni, riproporre il suo volto. Se ne abbiamo l’opportunità, urliamo in faccia a costoro la nostra indignazione. ‘Ovunque hai militato, di qualunque colore sia stata la tua bandiera, hai fallito’. Guardiamo poi negli occhi chi vorremmo ci rappresenti, carpiamone buon senso ed onestà coniugate con capacità di amministrare e/o di farsi portavoce delle istanze di tutti. Cominciamo da questo: dal gridare ‘vergogna’ a chi ancora osa infinocchiarci. E pretendiamo lealtà. Ce lo meritiamo”.
Poi c’è Giovanni “Una cosa di cui sono fermamente convinto è che la personalità degli esseri umani si forma nei primi anni di vita. E’ nelle scuole elementari (a partire dalla primina se non dall’asilo) che bisognerebbe intervenire in maniera massiccia, cercando di ‘contrastare’ l’ignoranza e la superficialità di troppe famiglie delle nostre zone. L’argomento è complesso e bisogna partire dall’educazione al rispetto per se stessi e quindi per il prossimo delle nuove generazioni, e incidendo proprio nella fase più critica per lo sviluppo dell’individuo”. Mauro esprime due priorità “lavoro e bonifica del territorio. La soluzione ideale sarebbe: creare lavoro per bonificare il territorio dai rifiuti tossici”. C’è poi chi ha scritto una lettera toccante, c’è chi invita all’entusiasmo, c’è chi ritiene inevitabile la lotta alla malavita, c’è chi propone come investire il denaro e altro, ma tutte queste restanti voci le ascolteremo la settimana prossima.


