I POLITICI LOCALI IN RITARDO SULLO SVILUPPO

    0
    419

    Non è più possibile governare le città secondo modelli che non danno priorità alle nuove tecnologie per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Ma dalla lettura dei programmi dei candidati Sindaci sembra di stare in un”altra epoca.

    A maggio, in Campania come nel resto d’Italia, si va al rinnovo di centinaia di amministrazioni locali. Dopo il terremoto del Governo tecnico di Mario Monti ci si sarebbe aspettata una diversa aggregazione delle forze politiche anche a livello locale per tentare di dare risposte ad una crisi economica e di governance che investe il Paese a cominciare dalle sue articolazioni territoriali.

    L’Italia ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo fondato sulle nuove tecnologie, sul risparmio energetico, sulla razionalizzazione efficiente delle macchine amministrative, su nuovi modelli di azione politica, e invece niente. A leggere i programmi dei candidati Sindaci sembra di stare in un’altra epoca, quando non c’era internet, non si parlava di connettività, di sviluppo sostenibile, di risparmio energetico, di energie alternative. Il problema sembra essere solo quello dell’edilizia, di nuove costruzioni, di consumo del territorio senza neppure la dovuta attenzione alle riqualificazione urbanistica per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Un modello obsoleto, incapace di promuovere sviluppo ed occupazione.

    Per contrastare questa incapacità di immaginare un futuro diverso e un migliore uso delle nuove tecnologie L’Europa sta promuovendo il modello delle smart city e delle smart communities. Nonostante la ricchissima dotazione economica, più di 11 miliardi di euro, l’idea delle smart city non riesce a decollare nelle città della Campania. Non si può attribuire questa carenza a mancanza di informazione, piuttosto bisogna pensare al fatto che l’adozione di un tale modello stravolgerebbe completamente il modo di fare politica consolidato nelle nostre realtà. Non si tratta infatti solo di dotazioni tecnologiche. Le reti e tutte le infrastrutture immateriali, il cloud computing, l’elettronica distribuita sono solo degli strumenti che devono essere finalizzati ad un obiettivo con tre punti di forza:

    -quello economico, legato alla presenza di attività innovative, di ricerca, e alla capacità di attrarre capitali economici e professionali;
    -quello del capitale umano e sociale, perché una città è smart quando sono smart i suoi abitanti in termini di competenze, di capacità relazionali di inclusione e tolleranza;
    -quello della governance, da intendersi come adozione di modelli di governo improntati a dare centralità ai beni relazionali e attenzione ai beni comuni, oltre alla creazione di opportunità per favorire la partecipazione civica nella creazione di valore pubblico.

    Assumendo questa prospettiva, il concetto di smart city si lega strettamente a quello di innovazione sociale. Le Smart Cities sono le città che creano le condizioni di governo, infrastrutturali e tecnologiche, per produrre innovazione sociale, per risolvere cioè problemi sociali legati alla crescita, all’inclusione e alla qualità della vita attraverso l’ascolto e il coinvolgimento dei diversi attori locali coinvolti: cittadini, imprese, associazioni. La materia prima diventa l’informazione e la conoscenza e le città si possono qualificare nel modo in cui informazione e conoscenza sono prodotte, raccolte e condivise per produrre innovazione. Sia essa comunicazione finanziaria, economica, sociale e culturale le città sono sempre più nodi attivi dei flussi fisici ma anche, appunto, di quelli immateriali.

    Negli ultimi dieci anni, però, è drasticamente cambiato il modo in cui le informazioni vengono elaborate e trasmesse, grazie soprattutto allo sviluppo delle tecnologie di rete. Lo stesso spazio urbano è divenuto un luogo ibrido nel quale esperienza fisica ed esperienza virtuale si combinano insieme creando un sistema socio-tecnico esteso basato sulla combinazione di luogo e network. Una interazione continua tra luoghi fisici e flussi informativi resa ancora più intensa dalla recentissima diffusione delle applicazioni georeferenziate utilizzate dai moderni device (i cosiddetti Location Based Social Network). La fruizione della città diventa una esperienza che non finisce a quello che è direttamente osservabile ma che viene arricchita da comunicazioni, annotazioni e segnalazioni che provengono dalle comunità in rete.

    Naturalmente, a seconda della priorità data alle diverse forme di comunicazione e di partecipazione, si possono isolare diversi modelli di smart city, di cui parleremo nel prossimo articolo. L’importante è aver chiaro che non è più possibile governare le città secondo modelli che non danno priorità alle nuove tecnologie per migliorare la qualità della vita dei cittadini e per promuovere saperi, innovazione, e quindi sviluppo, crescita, occupazione adeguati alle aspettative delle nuove generazioni.
    (Fonte foto: Rete Internet)

    CITTÀ AL SETACCIO