Dalla Riviera ligure un buon esempio che andrebbe ricalcato anche dai Paesi Vesuviani

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Una lodevole iniziativa che offre ai tanti cittadini con handicap la possibilità di rivolgersi a chi di competenza nei casi di tutela dei propri diritti.

È stato da poco inaugurato, a Genova, lo sportello ”Informadiritti”. Nato per offrire ai tanti cittadini con handicap un sostegno specializzato sulla miriade di normative che orbitano intorno ai diritti delle persone con disabilità, questo supporto istituzionale pone i soggetti interessati in una posizione di piena informazione su quelle leggi che fin troppo spesso sono ignorate dagli stessi disabili.

Proposto in forma totalmente gratuita, lo sportello viene gestito dalla Consulta della regione Liguria sull’handicap, che si avvale, poi, del sostegno di legali volontari e competenti in disabilità.
Supportato da un crescente numero di portatori di handicap che vedono calpestati quotidianamente i loro diritti, lo sportello è uno strumento concreto, materiale, un fattivo sostituto dell’unica via a disposizione dei disabili per urlare il loro sdegno davanti a palesi soprusi, quella mediatica. Tale servizio, inoltre, nato inizialmente come sostegno alla platea ligure, è stato poi esteso anche ai tanti turisti stranieri che ogni anno affollano la cittadina genovese. Scelta, questa qui, ampiamente condivisa da tutti, in quanto, così come i residenti, vi è da parte dei visitatori provenienti da altre nazioni un considerevole contributo per le casse della città.

Secondo alcune stime effettuate dall’istituzione comunale genovese, i disabili certificati dall’Inps sono all’incirca 60 mila, e tra questi, 4600 combattono tutt’oggi per cause legate al lavoro, mentre 25 mila sono le domande di invalidità non ancora esaminate. Inoltre, 5 mila studenti con handicap e 100 mila anziani hanno una parziale invalidità. Per meglio difendere i diritti dei disabili, “Informadiritti” prende in carica tutti i settori della vita quotidiana, dai trasporti pubblici e privati, barriere architettoniche, fondo per la non autosufficienza, Legge 104/92, scuola, lavoro, tempo libero, fino ad arrivare alla sanità e politiche sociali. Prendendo spunto da questo esempio di civiltà, viene naturale chiedersi se sia davvero così complicato dare il via a realtà come questa anche nelle nostre cittadine. Fare in modo che le istituzioni locali si impegnino in progetti informativi su tematiche così sensibili.

Come mai manca la volontà di adibire appositi centri di contatto a favore di chi non ha gli strumenti per districarsi tra le maglie di certe materie. Nessuno po’ seriamente spiegarci perché questi non possano funzionare in diverse ore del giorno magari coadiuvati anche dall’utilizzo di call center?
Io stesso, nella necessità di richiedere informazioni al mio comune di appartenenza (Sant’Anastasia), in più di una circostanza, seppur gli uffici preposti alle politiche sociali fossero gestiti da personale qualificato, ho riscontrato più di una difficoltà ne ricavare le notizie a me utili.

E questo, ripeto, non era da attribuire alla scarsa formazione degli impiegati comunali, ma dal fatto che, come già scritto in precedenza, essendo la materia estremamente vasta e intrecciata, che ingloba in esse svariate patologie con altrettante esigenze, va supportata con l’opportunità di avere uno sportello con personale adibito esclusivamente a queste funzioni; un’esigenza innegabile. Il mio auspicio, a conclusione di questo articolo, va nella direzione imboccata dal comune di Genova. Un invito, quindi, ancor prima che una speranza, affinché la città ligure, famosa per la sua lanterna, possa fungere da valido esempio per tutti quelli che su questo terreno vorranno seguirla.
(Fonte foto: Rete Internet)

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