Le elezioni sono dietro l”angolo e al netto delle (tante) parole, gli elettori vorrebbero politici seri, che dimostrino di conoscere i problemi quotidiani della gente normale. Di Amato Lamberti
Il 15 maggio si vota in tutta Italia per il rinnovo di Sindaci, Presidenti di provincia, Consigli comunali e provinciali. A Napoli si vota anche per rinnovare i Presidenti delle Municipalità . A leggere i giornali e a seguire le trasmissioni televisive dovremmo fare tutti grandi salti di gioia e cominciare ad organizzare festeggiamenti. Ci aspetta, infatti, dovunque, un generale rinnovamento, un salto di qualità nella pubblica amministrazione, una rivoluzione nella qualità dei servizi; insomma, una vera e propria palingenesi delle città e dei territori.
Le parole d’ordine, al nord come al sud, sono sviluppo, occupazione, riqualificazione. Naturalmente si tratta di programmi roboanti, ricchi di immagini suggestive, di scenari affascinanti, di dichiarazioni solenni di impegno, non accompagnati però, generalmente, da alcun progetto specifico con l’indicazione dei mezzi da usare e dei tempi di realizzazione. Ho l’impressione che nell’attuale situazione di crisi della politica, in termini di credibilità , di affidabilità , di capacità di realizzazione, non sia questo il modo migliore per attivare l’elettorato e vincere la tendenza montante dell’astensionismo.
La gente non ne può più della politica fatta di promesse poi regolarmente disattese, di slogan che copiano quelli della pubblicità dei detersivi, che lavano più bianco che non si può, grazie anche ad additivi magici. Gli elettori vorrebbero politici seri che dimostrino di conoscere i problemi che assillano i lavoratori, i giovani,le donne che lavorano e quelle che fanno le casalinghe, gli anziani, gli operatori scolastici e quelli sanitari, insomma, i problemi quotidiani della gente normale che va al lavoro e deve prendere l’automobile perché con i mezzi pubblici dovrebbe alzarsi due ore prima;
che deve accompagnare i figli a scuola perché il servizio di scuolabus è una chimera; che deve portare i bambini piccoli dalla nonna, dall’altra parte della città , perché non ci sono asili nido disponibili dove abita; che non ha un parco, o anche solo un angolo di verde, per far giocare e prendere aria pulita ai bambini; che quando cammina per la strada deve stare attenta a non finire nelle buche che fanno saltare i semiassi delle automobili; che deve bere l’acqua minerale perché quella del rubinetto è talmente piena di calcio e di cloro da essere imbevibile; che la sera non può uscire per paura dei delinquenti, magari minorenni.
Politici capaci di capire i problemi della gente ma anche di proporre soluzioni praticabili in tempi certi. Che non si limitino a indicare la disoccupazione giovanile come il peggiore dei mali, ma sappiano indicare strade concretamente perseguibili per superare situazioni che possono anche provocare scoraggiamento o reazioni rabbiose dei giovani.
È facile promettere miracoli, disegnare scenari mirabolanti, tanto si sa bene che non si è neppure tenuti a realizzarli: più difficile è parlare delle piccole cose che, anche con poco sforzo, si potrebbero fare: piantare degli alberi, ripavimentare una strada, sistemare i marciapiedi sconnessi, realizzare qualche campetto per far giocare i bambini, aprire qualche asilo nido, qualche centro di aggregazione per i giovani, per gli anziani, per gli extracomunitari.
Sembrano cose piccole ma rendono migliore la vita dei cittadini. Veramente non si capisce perché e come ai politici possano sfuggire verità così elementari.


