Quanto tempo impiegherebbe l’evacuazione della zona rossa vesuviana in caso di segnale di pericolo?
Nel territorio napoletano sarà indispensabile munirsi di pazienza e rimanere in attesa, poiché alcuni residenti verranno evacuati soltanto 47 ore dopo la diffusione di un’allerta eruttiva.
Si tratta del “Piano di Esodo” recentemente stilato dal Comune di Napoli, una revisione dell’ultimo documento redatto nel 2016, che necessitava di un aggiornamento. Prima di entrare nei dettagli, è essenziale precisare che attualmente non esistono segnali di attività vulcanica imminente L’approfondimento di oggi de “Il Mattino” evidenzia i dettagli puntualizzando che siamo di fronte a ipotesi visto che non ci sono stati avvisi e nessuna autorità ha segnalato situazioni critiche. Questo piano, sviluppato da Palazzo San Giacomo, rientra nelle strategie di prevenzione, fondamentali per la tutela pubblica, oltre a rappresentare un obbligo imposto dalla Protezione Civile Nazionale.
L’ESODO
Iniziamo con gli aspetti pratici del documento, recentemente approvato dal Consiglio Comunale e già attivo: lo sgombero della popolazione residente nei tre quartieri napoletani compresi nella zona rossa vesuviana, ossia Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio.
In caso di allarme, le operazioni inizieranno immediatamente: saranno necessarie 12 ore per organizzare l’evacuazione e ulteriori 48 ore per completare il trasferimento degli abitanti delle aree più esposte. Per quanto riguarda il cosiddetto “esodo assistito”, ovvero il supporto ai cittadini privi di mezzi propri, i primi evacuati sarebbero alcuni residenti di San Giovanni a Teduccio, che verrebbero trasportati in un’area sicura entro un’ora. Gli ultimi a essere trasferiti sarebbero 93 cittadini della zona meridionale di Barra, che riceverebbero assistenza per lasciare l’area 47 ore dopo l’attivazione del piano.
Per fare un esempio concreto: se l’allarme fosse diramato alle ore 12:00 di un lunedì, i primi sfollati (San Giovanni a Teduccio) verrebbero trasferiti poco dopo la mezzanotte, mentre gli ultimi (Barra Sud) dovrebbero attendere fino alle 23:00 del mercoledì successivo. Immaginate di trovarvi in questa situazione: sapere a mezzogiorno di lunedì che il Vesuvio potrebbe eruttare e dover restare in attesa fino a mercoledì sera per potersi allontanare. Sarebbe difficile mantenere la tranquillità.
IL PIANO OPERATIVO
Il piano è stato studiato nei minimi dettagli, dimostrando che non esistono alternative più efficaci per gestire l’evacuazione. Si prevede il trasferimento di circa 37.000 persone: 17.500 da Barra, 13.900 da Ponticelli e 5.300 da San Giovanni a Teduccio. Si stima che metà degli abitanti della zona rossa disponga di un mezzo proprio per spostarsi autonomamente, anche se nei test è stata ipotizzata la situazione in cui tutte le 22.000 auto presenti si mettano in movimento simultaneamente. Le principali arterie di fuga sarebbero la Strada Statale Vesuviana (ex 162dir) e Via delle Repubbliche Marinare.
Per garantire un deflusso ordinato, la partenza dei veicoli avverrebbe in maniera scaglionata: i primi a lasciare la zona sarebbero i residenti di Barra e Ponticelli, mentre gli abitanti di San Giovanni a Teduccio potrebbero partire solo 34 ore dopo l’avvio dell’evacuazione. Ovviamente, in una situazione di emergenza, sarebbe complesso impedire a qualcuno di anticipare la propria partenza, ma il piano mira a regolamentare il traffico per evitare ingorghi.
COSTI E LOGISTICA
La maggior parte delle operazioni non comporterebbe spese aggiuntive, fatta eccezione per gli spostamenti con gli autobus. L’Anm ha stimato che sarebbero necessarie 534 corse per trasportare gli evacuati verso i punti di raccolta, situati presso lo Stadio Ascarelli, il Campo Caduti di Brema e la stazione della Circumvesuviana Bartolo Longo. Da lì, i cittadini verrebbero trasferiti alla stazione di Campi Flegrei per raggiungere, tramite treno, il Lazio, regione designata per l’accoglienza degli sfollati. L’impiego di autobus e autisti comporterebbe un costo di 24.500 euro.
Inoltre, l’Anm dovrebbe predisporre nuove fermate previste dal piano comunale. Per la creazione di 28 fermate ex novo e la ristrutturazione di altre 63 con segnaletica dedicata all’evacuazione, il costo stimato è di 52.500 euro.
Sono previste anche attività di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, con incontri nelle scuole e nelle piazze per illustrare nel dettaglio il piano di evacuazione. La divulgazione delle informazioni è cruciale, considerando che un’indagine comunale ha rivelato che il 15% della popolazione non è consapevole di risiedere nella zona rossa.