La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per non aver preso misure adeguate per proteggere la vita e la salute dei residenti nella Terra dei Fuochi, un’area situata tra le province di Napoli e Caserta, tristemente nota per decenni di inquinamento causato dall’interramento di rifiuti tossici, discariche abusive e roghi di immondizia. La Corte ha definito il rischio per la salute dei cittadini “sufficiente grave, reale e accertabile”, qualificandolo come “imminente”.
La sentenza arriva dopo decine di ricorsi presentati da residenti e associazioni locali e mette in luce le gravi lacune nell’azione da parte delle autorità italiane. La Corte ha sottolineato che le risposte delle istituzioni sono state lente e frammentate, senza un intervento sistematico e coordinato per contrastare l’inquinamento e le sue gravi conseguenze sanitarie. I giudici hanno anche evidenziato la mancanza di una comunicazione chiara e tempestiva ai cittadini sui rischi reali per la loro salute, con informazioni cruciali coperte dal segreto di Stato per anni. In particolare, la dichiarazione del pentito Carmine Schiavone del 1997, che preannunciava il rischio di morte per la popolazione entro vent’anni, è rimasta segreta fino al 2013.
Di fronte a questa condanna, il governo italiano ha due anni per adottare misure adeguate per risolvere l’emergenza. Nel frattempo, il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha convocato un incontro per fare il punto sulla situazione, durante il quale ha sottolineato gli interventi già realizzati. Nel 2024, sono stati sequestrati 176 impianti industriali e commerciali, denunciate 212 persone e imposte sanzioni per oltre 4 milioni di euro. Inoltre, si è registrata una diminuzione del 10% dei roghi nell’area.
Nonostante questi progressi, le autorità riconoscono che la situazione richiede un’azione ancora più incisiva. Il prefetto ha annunciato che saranno attivati tavoli tecnici per definire una lista di priorità per la bonifica del territorio, mentre il vice presidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, ha confermato l’impegno a rafforzare i controlli e a monitorare continuamente l’inquinamento del suolo e del sottosuolo.
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