Sabato 20 maggio la Dirigente e i docenti dell’Istituto, e il Sindaco e l’assessore all’istruzione del Comune di Striano hanno illustrato ai presenti – c’erano molti docenti andati in pensione – le ragioni di una mostra significativa che documenta, attraverso le immagini, la storia della scuola.
Sabato 20 maggio, nell’ampio ed elegante salone di via Risorgimento, ascoltavo con grande attenzione il coro degli alunni della Primaria, addestrato e diretto dal maestro Claudio Boccia con una competenza e con una passione degna di applausi, e riflettevo sull’idea di Leo Spitzer e di Ernst Cassirer, i quali sostenevano che alla fine la storia fosse“armonia”, poiché racchiude nella complessa trama delle corrispondenze il passato e il presente. Gli alunni dell’I.C. “D’Avino” “sentono” e sanno che la mostra fotografica “Foto di classe” non è un episodio concluso il 20 maggio, ma è l’inizio di un affascinante viaggio in cui essi, guidati dai docenti, in quelle fotografie segnate dal tempo, nei gesti, nelle “pose”, nell’abbigliamento dei ragazzi di anni lontani e nei soprannomi delle famiglie cercheranno le proprie radici e coglieranno il ritmo della storia che annoda il presente al passato, e nel presente già prepara gli spazi per il futuro: in quelle fotografie essi cominceranno a vedere la presenza dei valori della comunità. La mostra non si chiude: lo hanno detto chiaramente la Dirigente, prof.ssa Fortunata Salerno e i docenti che hanno curato l’evento, la prof.ssa Maria Salvati e il prof. Federico Cordella, lo hanno confermato il Sindaco, dott. Antonio Del Giudice, e l’assessore all’istruzione, dott.ssa Antonietta Boccia: “Foto di classe” diventerà un “tesoro” permanente del Museo Civico. L’ho detto in pubblico e lo ripeto qui: è veramente notevole questa attenzione per la storia manifestata concretamente dalle istituzioni di Striano in un momento storico in cui pare che una volontà diabolica abbia deciso di cacciar via dai programmi scolastici lo studio della storia e della geografia. Certo, i ragazzi dovranno imparare a “leggere” le fotografie, che, come diceva Susan Sontag, rappresentano solo la “superficie” della realtà: dovranno imparare ad andare “oltre” e a scoprire, in questo “andare”, non solo la sostanza delle persone e delle cose raffigurate, ma anche sé stessi. E tutto questo in una fase in cui sono visibili i segni di una profonda trasformazione che investe il sistema sociale e le strutture urbane della città di Striano. Francesco Gravetti ha condotto la “giornata” con la consueta maestria.