Quattro chiacchiere con Mario Volpe

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Diamo il benvenuto a Mario Volpe all’interno del nostro blog “Officina Libri”.

Mario, la tua è una personalità forte, e allo stesso tempo sensibile, dinanzi a quelli che sono i grandi interrogativi della vita. Una personalità carismatica e rassicurante che non può fare a meno di arrivare a chi ti ascolta e a chi ti legge. E spesso, quando ci si trova ad interagire con persone così moralmente strutturate e complete, ci si chiede: “Come si vedranno loro dall’interno?” Ecco, parlaci di te e del tuo personale modo di vivere e intendere la vita.

 

Grazie e consentitemi i complimenti, meritatissimi per la vostra iniziativa. Devo dire che non è molto facile rispondere a questa domanda, parlare di me stesso crea sempre una certa apprensione in virtù della mia convinzione di essere parte di un tessuto umano interconnesso e che i successi delle iniziative personali vanno riconosciuti in prima parte alle persone che ci circondano, a quelli che danno ci credibilità e fiducia contrariamente ai fallimenti che sono da attribuire, in gran parte, agli atteggiamenti e alle scelte individuali, talvolta poco ponderate.  Per rispondere, quindi, alla vostra domanda vorrei paragonare il mio modo d’intendere alla ricetta di un dolce: una buona dose d’ironia e autoironia, la consapevolezza che nulla è veramente importante se non la vita stessa, un pizzico (ma molto poco) di sano cinismo, una spruzzatina di rabbia per dare colore, abbondante gioia per i successi di amici e non da decorare con sorrisi sinceri, qualche vera lacrima per ammorbidire il composto e una bella decorazione d’introspezione, che non guasta mai.

 

Il tuo primo incontro con la scrittura.

 

Poesie d’amore come tutti i sentimentalisti, ma l’approccio professionale è stato molti anni addietro con traduzioni e con interventi su alcune riviste d’informatica degli anni 90’. Anche se in realtà dai miei studi elementari ho iniziato ad immaginare fiabe e storielle. Francamente non saprei ben collocare il mio primo incontro con la scrittura, ma di certo posso immaginare quale sarà l’ultimo.

 

Il viaggio e la scrittura in cammino parallelamente. Secondo te viaggiare aiuta davvero a pensare e a scrivere meglio?

 

La lettura aiuta a pensare e scrivere meglio, il viaggio può essere un amplificatore delle sensazioni ma dipende dallo spirito con cui lo si affronta oggi molta gente viaggia, forse troppa, ma non riportano niente indietro se non qualche foto sui social e qualche souvenir. Del resto ci sono stati grandi scrittori nel passato, come Salgari, che hanno scritto magistralmente di viaggi e luoghi lontani senza mai esserci stati.

  

Il tuo libro a cui sei più legato.

 

Il vocabolario, perché oggi mi fa molta tenerezza perché nell’era digitale si tende ad usarlo sempre meno, ma se parliamo di quelli che ho scritto, emotivamente sono legato al primo (L’anno del Dragone), quelle sono le pagina da cui provengo.

 

Ti sei cimentato in diversi generi letterari, in tutti – devo dire – abilmente. Qual è, tuttavia, quello in cui ti senti maggiormente “libero”?

 

Indiscutibilmente è la poesia, l’unica forma di scrittura che può essere legata o sciolta da regole strutturali indipendentemente dalla profondità del messaggio che trasmette.  Sono a mio agio anche nella scrittura di romanzi di viaggi e d’avventura perché mi aiutano a conoscere meglio il mondo in cui vivo.

 

Ma passiamo subito al tuo freschissimo di stampa “China Prosit”. Parlaci un po’ di questo libro.

 

China Prosit è un saggio informativo, nato su proposta della casa editrice Diogene, con l’idea di creare un’opera che potesse parlare al grande pubblico delle massiccia presenza della Cina nella vita quotidiana di tutti noi, di risalire alle ragioni storiche di tale fenomeno e dove potrebbe approdare. Pur essendo questo un libro importante ritengo che si tratti di una parentesi, infatti ritengo che il genere romanzo sia più congeniale alla mia personalità che non la saggistica.

 

Come si evolveranno, secondo la tua esperienza, i rapporti Cina – Italia nei prossimi anni?

 

Dipenderà dai comportamenti di ciascuno di noi, se continuiamo ad essere superficiali e disinformati rispetto al fenomeno rischiamo di essere fagocitati dalla potenza economica e finanziaria della Cina. Il segreto è quello di non assorbire passivamente le decisioni altrui ma pretendere di far sentire la nostra voce. Il fenomeno Greta potrebbe essere d’esempio anche per questo.

 

I tuoi progetti letterari futuri.

 

Attualmente continuo a collaborare con la rivista l’Espresso Napoletano con una rubrica sui rapporti tra la comunità cinese e la nostra città (Napoli); sono inoltre impegnato nella redazione di un blog (raggiungibile sul mio sito www.mariovolpe.it) in cui pubblico le mie considerazioni in merito a temi culturali ed economici sui paesi orientali, infine siamo alle ultime battute di un nuovo romanzo a cui sono particolarmente legato perché nasce da alcune esperienze particolari e surreali che ho vissuto in prima persona.

Officina Libri augura un forte in bocca al lupo a Mario Volpe, scrittore e persona di grande cuore, per tutti i suoi sogni futuri. La scrittura è un viaggio: non resta che mettersi in cammino.