Pomigliano, assessore pestato a sangue: c’è un primo identikit degli aggressori. Ma è vago.

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E’ quasi buio pesto sulla ricerca dei responsabili. Qualche timida testimonianza c’è stata. Troppo poco però per dare un impulso vero all’attività investigativa dei carabinieri.           

“Un atto criminale eseguito con la determinazione di chi ha avuto l’input di fare qualcosa”. E’l’unica spiegazione che i carabinieri finora riescono a darsi dell’agguato con pestaggio di cui ha fatto le spese Gianfranco Mazia, l’assessore comunale alla polizia municipale, viabilità, arredo urbano e sport, da due giorni di fila in ospedale a causa dei traumi riportati. Sono molto difficili le indagini dei militari della stazione di Pomigliano, diretti dal maresciallo Domenico Giannini. Il dato positivo emerso è che qualcuno ha parlato. Non in modo sufficientemente chiaro, però. Alcuni testimoni oculari dell’aggressione dell’altro ieri mattina hanno infatti riferito ai militari che a massacrare di botte Mazia sono stati due giovani tra i 25 e i 30 anni, piuttosto alti, magri. Tutto qui l’identikit, davvero vago. Di gente disposta a fornire qualche elemento in più, sui volti per esempio, nemmeno l’ombra. Quell’altro po’ che si sa è poi che la violenza è stata messa a segno al centro della carreggiata di via Imbriani, arteria del centro vecchio che in determinate ore è piuttosto isolata. Per il resto c’è solo buio pesto. Gli investigatori hanno visionato le telecamere dei negozi della zona. Ma sono tutte orientate verso gli ingressi degli esercizi commerciali per cui non c’è nessuna registrazione che riprenda via Imbriani e le strade adiacenti. Inoltre il sistema di videosorveglianza cittadino punta su altre aree della città. Sono posizionate soprattutto nella zona nuova di Pomigliano o comunque sono troppo distanti dal luogo dell’agguato. E a rendere oltremodo complicate le ricerche ci sono le dichiarazioni dello stesso Mazia, che ha riferito ai militari di non aver visto niente, di essere stato colpito alle spalle e di aver subito perso i sensi. Intanto la pista della rapina resta l’ipotesi meno probabile, anche se dalle tasche dell’assessore sono spariti, subito dopo l’aggressione, portafogli e telefonino. Tutta roba di scarso valore al mercato nero. Troppo poco per giustificare un gesto che ha avuto l’aria di essere stato pianificato a tavolino ed eseguito da gente esperta nel “settore” dei pestaggi ed affini. Intanto Mazia probabilmente oggi sarà dimesso dall’ ospedale. Forse in giornata si recherà di persona a sporgere denuncia dai carabinieri. Ma c’è già chi è pronto a giurare che anche questa circostanza non fornirà alcuna indicazione utile alle indagini.