A porlo in evidenza fu la fondazione Luca Coscioni attraverso un’aspra accusa di immobilismo nei confronti del Governo centrale. In questa denuncia, la fondazione, senza alcun sconto in termini, ha richiesto un intervento riparatore. Un’azione urgente a sostegno di tanti ammalati.
Eppure, da quel momento, sono passati diversi mesi, ed il nomenclatore è ancora lì, sepolto sotto i suoi centimetri di polvere mentre migliaia di disabili sono costretti a sopravvivere con attrezzature inadeguate. Non confacenti alle loro necessità.
Come già vi anticipammo in un precedente articolo, il nomenclatore è fermo al palo dal lontano 1999. Al suo interno, come fosse una scatola del tempo sotterrata in giardino e poi rinvenuta, sono contenuti ausili che ormai, per il normale progresso della tecnica, risultano inadeguati al miglioramento di chi lotta giorno per giorno contro un handicap.
Pensiamo ad esempio ai casi di SLA, o di gravi handicap neurologici, patologie dove le funzionalità vitali e comunicative sono totalmente compromesse. In questi casi, usufruire di nuove tecnologie che oggi hanno fatto passi da giganti, appare indispensabile se ragioniamo sull’elementare concetto di “qualità di vita.”
I responsabili della Luca Coscioni, attraverso un loro comunicato, hanno fatto sapere che agiranno con ogni mezzo affinché sia ristabilito il diritto alla salute. Un universale principio sancito finanche dalla costituzione che impone allo Stato italiano di farsi carico delle cure dei suoi cittadini.
È intollerabile, irritante, che milioni di famiglie siano costrette, a proprie spese, all’acquisto di tutto ciò che può in qualche modo contribuire alla dignità dei propri cari.
L’aggiornamento del nomenclatore tariffario è slittato già ad inizio del 2014, poi a dicembre 2014, nel gennaio 2015. Adesso, come se non bastasse, siamo davanti all’ennesimo rinvio, la solita promessa: fine giugno 2015. Peccato sia già trascorso.
A tal proposito, Marco Gentili, co-presidente della fondazione Luca Coscioni, ha dichiarato: “E’ peggio che una vergogna, è una violenza che tiene decine di migliaia di persone sepolte vive, non dalla malattia, ma dalla burocrazia”
Insomma, quante persone dovranno ancora morire prima di mettere mano, seriamente e senza più prese in giro, a questo benedetto nomenclatore?