Notevoli problemi produttivi e occupazionali dietro l’angolo.
I 220 lavoratori del call center Gepin di Casavatore sono già stati tutti licenziati, ad agosto. E’ la più grande catastrofe produttiva e occupazionale dell’anno in corso che si sia finora abbattuta sul territorio dell’area metropolitana di Napoli. Ma si stanno facendo avanti gli spettri di altri gravi problemi nel mondo del lavoro partenopeo. La sensazione è che tutto il settore dei call center sia quello più attaccabile da questo possibile acuirsi della crisi in un autunno che si profila davvero caldo, a dispetto del naturale calo delle temperature meteo. In prima fila davanti al possibile plotone di esecuzione c’è Almaviva, azienda che ha già manifestato a settembre il permanere di seri problemi, nonostante l’accordo per i contratti di solidarietà raggiunto a giugno, che non hanno fatto altro che peggiorare la situazione delle varie sedi (a Napoli ce n’è una, in via Brin e conta ben 800 dipendenti). Ma la mappa delle aziende a rischio è variegata. In bilico c’è ancora una volta anche la grande distribuzione, in particolare quella a marchio Auchan, con i sui ipermercati di Nola, Mugnano, Pompei, Giugliano e Napoli-via Argine che stanno soffrendo il morso di un calo dei consumi al momento inarrestabile. E che dire del settore metalmeccanico? I grandi gruppi Finmeccanica-Leonardo, Hitachi ed FCA stanno attuando politiche puntate al massimo risparmio por cui il primo a soffrirne è l’indotto delle piccole e medie aziende satelliti.