«Ex voto d’Italia – strategie di comportamento sociale per grazia ricevuta», è il libro di Renato Grimaldi che domani – sabato 2 ottobre – alle 10, 30, sarà presentato al museo ex voto del Santuario di Madonna dell’Arco, con il patrocinio del Santuario, del Comune di Sant’Anastasia e della Regione Campania. All’evento, coordinato da Luigi De Simone, interverranno il priore padre Gianpaolo Pagano, l’assessore alla cultura Veria Giordano, l’assessore regionale Lucia Fortini e il sociologo Luca De Luca Picione, docente di sociologia alla Federico II.
L’autore dell’opera, Renato Grimaldi, è direttore della Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Torino. È stato preside della Facoltà di Scienze della Formazione, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione e della Formazione e direttore del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dello stesso ateneo. Nel volume, Grimaldi condensa quarantacinque anni di lavoro accademico. In quattro parti l’autore colloca l’ex-voto nella storia dell’arte ed enuncia le teorie, principalmente sociologiche e semiologiche, che hanno costituito i riferimenti dell’intero lavoro. La seconda affronta il tema del santuario come terreno sacralizzato – per lo più da apparizioni mariane – e luogo d’elezione per la custodia degli ex-voto. La terza parte illustra le scelte di metodo che hanno consentito di osservare e rilevare, analizzare e interpretare l’oggetto ex-voto. La quarta, infine, dà conto di elaborazioni e analisi effettuate su 10.000 ex-voto italiani fotografati e schedati nel lungo periodo di lavoro sul campo.
Un prezioso studio che sottolinea come gli ex voto, che narrano eventi costituenti una sorta di Dna della nazione, debbano essere rilevati, schedati, conservati, protetti, valorizzati, studiati e portati all’attenzione del grande pubblico. Esattamente ciò che l’opera di Grimaldi si propone.
«La fede cristiana è anche memoria e tradizione, la pietà popolare esprime benissimo l’ inculturazione della fede, poiché in essa l’uomo afferma la coscienza della propria identità nelle tradizioni locali – dice il priore di Madonna dell’Arco, padre Gianpaolo Pagano – la pietà popolare tiene uniti il dinamismo innovatore del messaggio evangelico e le componenti più diverse di una cultura, rendendo possibile l’incontro degli uomini col Cristo vivo. La Chiesa perciò è chiamata ad un continuo discernimento pastorale per scoprire i suoi valori spirituali autentici senza sopprimerli ma purificandoli e catechizzandolo. La pietà popolare consente ad un popolo di esprimere la sua fede, i suoi rapporti con Dio e la sua Provvidenza, con la Vergine e i santi, col prossimo, con i defunti, con la creazione, e rafforza la sua appartenenza alla Chiesa».