Il Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Raffaele De Luca, durante un’intervista a Metropolis, ha spiegato quali sono state le operazioni per contrastare l’incendio e in quale direzione si sta ora dirigendo il lavoro
Fulcro dell’intervista è stato l’incendio divampato nel Parco Nazionale del Vesuvio l’8 agosto scorso che ha devastato un’area di circa 500 ettari.
Per prima cosa Raffaele De Luca rassicura dicendo che l’incendio è stato domato e che continua l’intervento dei mezzi aerei per spegnere qualche eventuale piccolo focolaio rimanente, si può quindi tirare un sospiro di sollievo.
Fondamentale è ora il lavoro da terra per spegnere il fuoco, quindi l’attività di bonifica. A terra troviamo 300 unità impegnate in questa attività.
Successivamente passa a parlare di quanto fosse grande l’area interessata dall’incendio: “L’area interessata – continua il presidente – è di circa 500 ettari. Non di area completamente devastata perché questo incendio, come ho potuto verificare con il DOSS e i miei collaboratori, è stato un incendio violento”.
Due sono le procure a lavoro per questo incendio, quella di Nola e quella di Torre Annunziata e, dato come si sono propagate le fiamme, da punti differenti, si pensa a un incendio di tipo doloso.
Il Presidente del Parco non esclude nessuna possibilità ma si affida alle indagini ed è fiducioso che ben presto escano i nomi dei responsabili di questa tragedia.
Ipotesi su ciò che è accaduto non ce ne sono ma, dato che negli ultimi tempi il Parco è impegnato con azioni di legalità sul territorio, grazie anche a un protocollo d’intesa per l’abusivismo edilizio e conseguente demolizione stipulato con quattro procure (Torre Annunziata, Nola, Napoli e Procura generale della Corte d’appello), tutte le possibilità sono aperte.
Punto importante dell’intervista è quello dedicato alla criminalità infatti Raffaele De Luca dice che non è da escludere una causa di tipo criminale dato che tanti possono essere gli interessi rispetto all’incendio.
Si è poi parlato di fondi e prevenzione citando le parole del Prefetto: “I soldi ci sono, poi bisogna vedere come si spendono”.
A queste parole il Presidente ha risposto parlando dei piani antincendio e quelli della gestione forestale redatti dal Parco. “Le autorità competenti si occupano di metterli in esecuzione” specifica.
C’è grande attenzione per la manutenzione e prevenzione del Parco, soprattutto con un piano annuale di prevenzione della rete sentieristica e i finanziando i progetti per il sistema di video sorveglianza. In estate ci sono anche due postazioni fisse dei vigili del fuoco.
Grande sfiducia c’è da parte della popolazione in quanto su 50.000 incendi registrati in un anno in Italia, vengono registrati solo poche decine di arresti. Indignazione c’è per l’incendio del 2017 dove è stata arrestata una sola persona.
A tutto questo Raffaele De Luca non trova spiegazione e spiega che lui crede nell’investimento nelle scuole e nei giovani. Infatti, l’Ente investe per andare nelle scuole e raccontare quelle che solo le finalità del Parco.
Ritornando all’incendio, il Presidente ha rivissuto i momenti difficili degli ultimi 5 giorni: “Soni stati giorni di grande preoccupazione, ma anche di grande lavoro. Sono intervenuti da tutta Italia la mobilitazione nazionale”.
Importante è stata la presenza e la vicinanza dimostrata dalle istituzioni grazie alla Protezione Civile Nazionale e all’Esercito che sono intervenuti per prestare soccorso.
È stato anche organizzato un tavolo di prefettura permanente e in più il Prefetto di Napoli è andato due volte sul posto dell’incendio, a Terzigno.
Indubbiamente il Vesuvio ha ora un aspetto diverso, ma in particolare c’è la domanda se c’è l’intenzione di chiedere aiuti strutturali e ristori per la natura e per chi ha perso tutto.
A questo il Presidente ha risposto prontamente dicendo che i danni non sono ancora quantificabili ma che per fortuna l’incendio ha lambrito solo in maniera marginale i vigneti e quindi le aziende agricole del territorio.
“Il danno maggiore – precisa – è stato la nostra macchia mediterranea, perché ha bruciato tanto della nostra biodiversità. Occorreranno anni per ricostruirla ma siamo già pronti a ricominciare con fondi che abbiamo già a disposizione.”
Di certo non sono mancati danni al turismo. “Il Vesuvio è tra i siti naturalistici più visitati al mondo, abbiamo rilanciato il turismo sostenibile, ora dobbiamo ricominciare” aggiunge Raffaele De Luca.
Questa è l’estate della celebrazione dei 30 anni dalla fondazione del Parco, di certo non andata come previsto. A questo risponde: “Abbiamo affrontato e vinto tante sfide, lo faremo anche stavolta”.
Autoanalisi c’è stata da parte del Presidente che afferma che si può fare sempre di meglio e che si verificherà nei prossimi giorni se c’è responsabilità anche da parte delle istituzioni.
Per concludere si è parlato della successiva emergenza, quella idrogeologica. Infatti, le pinete bruciate alimenteranno possibili frane sul Vesuvio.
“Il rischio è elevato in una zona devastata dalle fiamme e già altamente a rischio. Appena si è concluso il discorso dello spegnimento delle fiamme ci attiveremo con interventi di ingegneria naturalistica ove possibile per contrastare questo fenomeno” conclude Raffaele De Luca.
Fonte intervista Metropolis



