La sentenza di morte delle famiglie acerrane si è abbattuta inesorabile su Adalberto Caruso, 57 anni, cognato del boss Cuono Lombardi.
Negli ambienti che contano, in quel di Acerra, si parlava male da tempo di Adalberto Caruso detto Ignazio, 57 anni, sposato, due figli, pregiudicato e cognato del boss Cuono Lombardi, attualmente detenuto. Troppo litigioso, sempre pronto alla rissa con chiunque ” Ignazio” alla fine è diventato il bersaglio del più classico degli agguati mafiosi. Ieri sera, poco dopo le 20 e 30, un killer gli ha piazzato un colpo di Beretta in testa, in pieno centro e in mezzo alla gente , in piazza San Pietro, uno slargo ubicato nello snodo tra le due arterie principali di corso della Resistenza e di corso Italia. Intanto quella di ieri sera è stata un’esecuzione di quelle, come dire, “scientifiche”. Il sicario è infatti probabilmente sceso da una moto, o da una vettura, condotta da un complice. Nessuno s’è accorto di niente però. Il killer si è quindi avvicinato di parecchio alla vittima predestinata ed ha sparato al capo un solo colpo, che ha fatto centro alla perfezione. Caruso si trovava nei pressi della panchina piazzata davanti all’edicola votiva dell’Addolorata, che sulla sua sommità ha un grande crocefisso. E’ stato ammazzato là, in pochi secondi. Forse si è accorto che lo stavano per uccidere solo all’ultimo istante. E’ stato un agguato talmente imprevedibile e fulmineo che da più parti si ipotizza che il sicario abbia agito a volto scoperto. Intanto, sulla base delle prime ricostruzioni degli investigatori, si registra il fatto che Caruso era un pregiudicato che gravitava in un ambito in cui sono la regola lo spaccio di droga, l’usura, le estorsioni e le ” mediazioni ” più o meno lecite delle controversie finanziarie tra la gente. Certo è che Ignazio era il parente stretto di un pezzo da novanta della storia della mala acerrana e non solo, il cognato cioè di un certo Cuono Lombardi, boss e sicario spietato emerso dalla famiglia del superboss Mario De Sena. E’ infatti una storia fatta anche di killer tremendi quella dei Lombardi e dei De Sena , di sicari di punta ritenuti più che affidabili dal capo dei capi della storia della camorra, Raffaele Cutolo. Cuono Lombardi discende da quel retaggio di spietatezze. E’ in questo contesto mafioso che è maturato l’agguato di ieri. Una risposta terribile all’omelia dell’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, uno sfregio dei clan consumato proprio nel giorno di San Gennaro e del suo ennesimo miracolo, condito dall’appello lanciato nel duomo di Napoli dal prelato : ” Basta morti, basta violenze “. Situazione, quindi, molto grave. Tanto che ieri ad Acerra si è recato sul luogo dell’agguato il nuovo comandante del gruppo carabinieri di Castello di Cisterna, il tenente colonnello Diego Coppola. L’ufficiale ha supervisionato di persona le primissime indagini. Raccapricciante un particolare: la materia cerebrale schizzata dalle testa della vittima è rimasta attaccata al suolo. L’acqua gettata a litri dai carabinieri non ha fatto nulla. Il cervello intriso di sangue è rimasto lì, sul basolato di largo San Pietro. Alla fine i militari hanno coperto tutto con la segatura.