Ipercoop, parla Ferrari , manager di Alleanza 3.0: “Nuove aperture e nessuna modifica alla flessibilità”

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Massimo Ferrari, ad di Alleanza 3.0

In questa intervista l’amministratore delegato della supercooperativa italiana delinea il futuro prossimo e cita l’esempio del nuovo iper di Quarto, inaugurato appena ieri.   

53 anni, modenese, aspetto attento, molto concentrato, Massimo Ferrari non si lascia sedurre più di tanto dalla riapertura col botto del nuovo ipermercato di Quarto ( quasi 20mila visitatori e circa 8mila scontrini sfornati dalle casse, per oltre mezzo milione di vendite in poco più di mezza giornata di lavoro ).L’amministratore delegato della nuova supercooperativa nazionale, Alleanza 3.0, il più grande gruppo italiano della distribuzione commerciale,  delinea intanto le sue prossime mosse e la filosofia che  sta dietro di esse.

Dunque, quella di Quarto è una grande sfida….
“Una grande sfida, si. Per noi è molto importante riuscire. Siamo molto contenti di questa apertura per come si è svolta anche se ovviamente l’apertura non fa testo perché è tutto da conquistare giorno dopo giorno. Ma se il buongiorno si vede dal mattino è importante che oggi la risposta sia stata questa”.

Fino a poco tempo fa a Quarto sembrava che tutto precipitasse e invece la vostra  risposta è stata uguale e contraria….
“Non amo i toni trionfalistici. Io credo davvero che il Centrosud per il nostro Paese sia molto importante.  Noi come coop Alleanza 3.0 siamo presenti in quasi tutte le regioni del centrosud. Siamo in Sicilia, in Puglia, in Basilicata, in Campania. L’acquisizione di questo ipermercato e la ristrutturazione di questo punto vendita sono un tassello di un disegno ampio e che punta a far si che il Centrosud sia uno dei punti di forza della nostra cooperativa e anche che possa aiutare lo sviluppo in tutto il Paese”.

Cosa vuol dire Alleanza 3.0?
“Vuol dire innanzitutto aver fatto un’alleanza per avere la forza economica di fare investimenti tanto che per fare l’esempio di oggi questo punto vendita è uno dei più belli che abbiamo in tutto il Paese. Non abbiamo altrove un’area ristoro o un’area  benessere come quelle di Quarto, che è quindi uno dei nostri punti vendita più belli. Per cui Alleanza 3.0 significa risorse ma significa anche che i numeri sono solo una parte. I numeri vogliono dire poco. Sono le persone che fanno la differenza e quindi per noi è molto importante il radicamento nel territorio.  E’ molto importante, per esempio, oltre che con Coca Cola, Barilla, Ferrero avere rapporti con i fornitori locali  e avere personale che sia in grado di dare risposte ai bisogni della gente. Perchè le nostre strategie hanno un peso relativo in quanto tutto si gioca nella quotidianità all’interno dei punti vendita”.

Purtroppo però le difficoltà permangono in Campania sotto il profilo economico e sociale. Che cosa succederà nel comparto campano di Coop?
“Io non ho la bacchetta magica , è difficile rispondere a  quello che potrà succedere in futuro. Certo è che le difficoltà purtroppo non sono solo in Campania ma sono in tutto il Paese. Ma quello che abbiamo in animo di fare è di non fermarci qui. Stiamo valutando altre opportunità d’investimento e Salerno potrebbe essere una di quelle.  Stiamo anche valutando altri siti. La nostra intenzione dunque è di fare altre aperture in Campania perché riteniamo che la Campania meriti di avere una distribuzione italiana , una distribuzione Coop. Certo, lo dobbiamo conquistare e io penso che abbiamo tutte le capacità per farlo.  Credo che il nostro sviluppo possa essere un volano importante se noi riusciamo a far lavorare produttori locali di qualità, a rilanciare l’immagine di un territorio che ha avuto una storia non  facile negli ultimi anni anche sul versante dell’agroalimentare. Io non ho mai creduto alle generalizzazioni.  Penso che qui ci siano molte aziende capaci, serie e che dando spazio alle loro produzioni di qualità credo che possiamo dare anche un contributo importante all’economia locale”.

Quindi nuove aperture anche per fronteggiare eventuali problematiche occupazionali  ma nello stesso tempo grande attenzione al prodotto di qualità…
“Si: puntare sul prodotto di grande qualità. Anche perché non ho mai capito perché pretendere che una bottiglia di vino possa costare meno di un euro. Faccio fatica a pensare che si possa produrre una bottiglia di vino a meno di un  euro e faccio fatica ad accettare questo meccanismo. Quindi il prodotto di qualità non vuol dire che debba avere un prezzo esagerato. Vuol dire che debba avere il prezzo che quel prodotto merita.  Il produttore deve avere la giusta remunerazione  e il prodotto non deve essere svenduto.  Non si possono confrontare tra di loro prodotti che non hanno le stesse caratteristiche.  Bisogna dunque  puntare sul rapporto qualità-prezzo.  Abbiamo controlli fatti di certificazioni.  A Quarto avremo il laboratorio per la mozzarella di bufala campana e abbiamo  il rapporto con i fornitori campani, i cui prodotti di eccellenza siamo capaci di poter distribuire in tutte le dodici regioni in cui siamo presenti. I nostri fornitori avranno la sicurezza che Coop paga sempre in tempo tutto al prezzo giusto e nella regolarità delle condizioni imposte dalla legge  e  quindi potranno crescere enormemente con noi”.

Pensate anche di cambiare i contratti, di renderli più flessibili?
“Penso che la flessibilità che noi oggi abbiamo sia assolutamente sufficiente e come abbiamo avuto modo di vedere qui la realtà è sempre molto meglio di tante cose che si dicono . Quando abbiamo spiegato ai lavoratori di Quarto che per mantenere l’impianto aperto sette giorni su sette bisogna fare determinati orari, ovviamente sempre nel rispetto  totale delle leggi, non abbiamo avuto neanche un problema. Per cui la gente se viene motivata nel modo giusto, se le spieghi bene tutte le cose, correttamente, per quelle che sono,  è molto seria, è gente che ha voglia di fare, che capisce che non sono i numeri a fare la differenza ma che è l’attività di ognuno di noi che la fa. E’ solo quello. Se non c’è il contributo di ognuno di noi non andiamo da nessuna parte”.