Gazebo dei nazifascisti nei luoghi dell’eccidio di Acerra. Tensioni (foto e video).
Carabinieri, polizia, prefettura, comune: lo sapevano tutti che sarebbe finita così. Da giorni. Perché permettere, ieri mattina, l’installazione di un gazebo di Casapound, nota organizzazione nazifascista, nella stessa zona in cui, il 2 ottobre del 1943, i soldati dell’esercito tedesco diedero il via all’eccidio di Acerra (circa un centinaio di donne, vecchi e bambini ammazzati senza pietà al corso della Resistenza) avrebbe comportato una sola cosa: un grosso problema di ordine pubblico. E così è stato. Chi quell’episodio della seconda guerra mondiale lo tiene stampato nella coscienza (sono rimasti in pochi per la verità) ha dunque sentito il dovere morale, prima ancora che costituzionale, di far smontare subito, con le buone o con le cattive, il chioschetto di piazza San Pietro, “porta” di corso della Resistenza, adornato da una bandiera che ricordava in tutto quella nazista. E così alle undici di ieri mattina, in un’ Acerra blindata sin dalla notte precedente, due militanti della sinistra locale hanno eluso il cordone di decine di agenti in assetto anti sommossa e sono entrati in contatto fisico con una dozzina di “camerati” di Casapound. Ne è scaturita una rissa, subito sedata da poliziotti e carabinieri. Contemporaneamente è scoppiato un incendio nel sottotetto del castello medievale di Acerra, dove da una settimana si sono asserragliati tre addetti del Consorzio Unico di Bacino, senza salario da quattro anni. Le fiamme sono state spente in poco tempo dai vigili del fuoco. Tutte prime tensioni che secondo la versione fornita dagli attivisti dei movimenti sarebbero state originate dal fatto che i nazifascisti avrebbero provocatoriamente offerto alcuni volantini ai due in piazza San Pietro, poi fermati e portati in commissariato dagli agenti. Da qui la reazione, scontata, più che prevedibile, di chi si è sentito pesantemente offeso dalla presenza degli estremisti di destra lì, proprio nei luoghi che sono valsi il riconoscimento ad Acerra di città medaglia d’oro al valor civile. Non è finita però. Dopo questi iniziali disordini ne sono infatti seguiti altri. Verso mezzogiorno un altro uomo si è avvicinato per tentare di smontare il gazebo: seconda rissa. Anche lui è stato fermato e portato in commissariato. A quel punto la rabbia è salita alle stelle. Circa dieci militanti della sinistra movimentista hanno tentato l’assalto finale al presidio nazista partendo da corso della Resistenza, dove però hanno trovato lo sbarramento degli agenti. Ma la maggioranza della popolazione è rimasta a guardare. Ferma ai marciapiedi le gente non sapeva né cosa dire né cosa fare. Alla fine le forze dell’ordine hanno consigliato agli attivisti di Casapound di smantellare tutto e di andare via. I giovani nazifascisti hanno raggiunto la stazione scortati. In base a una velina diramata nel pomeriggio un dirigente di polizia sarebbe rimasto ferito negli scontri: contusioni guaribili in un paio di settimane. Mentre i tre militanti di sinistra bloccati sarebbero stati denunciati. In serata gli esponenti dei movimenti di Acerra si sono riuniti in assemblea sotto il castello. Hanno rimproverato alle istituzioni di aver protetto i nazifascisti consentendone le provocazioni, cosa che è in contrasto con la Costituzione democratica, scaturita proprio dalla Resistenza antifascista. La prossima settimana ci saranno altre azioni di lotta.

