Gli ambientalisti sei mesi fa avevano denunciato che sarebbe abusivo l’intero complesso edilizio del rione Pozzillo.
Il pubblico ministero della procura di Nola, Valentina Bifulco, ha aperto ufficialmente l’inchiesta sul parco delle Vittorie. E’ una vicenda intricata. La licenza del complesso edilizio ( 37 appartamenti e 6 villette ), abitato dal 2009, è stata annullata dal Tar nel 2006. Intanto alcuni ecologisti, a gennaio, hanno consegnato un esposto a polizia, magistratura e Corte dei Conti. Vi si scrive anche di “ case entrate in possesso di funzionari comunali e politici ”. La storia, dunque, è di quelle come al solito complesse in questi casi. La concessione edilizia del parco delle Vittorie viene rilasciata dal comune il 14 giugno del 2004, vale a dire a cavallo tra la consiliatura presieduta dal sindaco Riemma e quella, successiva, del sindaco Marletta.
E’ in questo frangente che viene aperto il cantiere. Un’opera notevole: 37 appartamenti e 6 villette in località Pozzillo, riva nord dei Regi Lagni. Ma mentre queste case vengono costruite, spunta, nel 2006, la “sorpresa”: il Tar ne annulla la licenza grazie al ricorso di un privato cittadino. Motivo: gli edifici sono realizzati senza le preventive opere primarie. Vale a dire: senza strade, fogne e marciapiedi e, tra l’altro, in un’area dove già si trovano alcune costruzioni abusive. Il comune però tenta di correre ai ripari e rilascia, nel 2009, un’altra licenza per il parco delle Vittorie, la numero 100 A/09. Obiettivo: sanare il permesso annullato. Risultato: il parco delle Vittorie viene abitato cinque anni fa. Le case sono quasi tutte vendute. Ma gli ambientalisti accusano: “ il parco delle Vittorie è abusivo ”. Lo sostengono Alessandro Cannavacciuolo e Antonio Montesarchio, due degli ecologisti più agguerriti dell’agro acerrano. Hanno consegnato una denuncia al commissariato di polizia di Acerra, alla Procura della Repubblica di Nola e alla Corte dei Conti. “ Il comune di Acerra – spiegano – ha violato palesemente la legge nel concedere la seconda licenza edilizia con l’obiettivo di far realizzare a tutti i costi il parco delle Vittorie ”.
In base all’esposto c’è un elemento di fondo alla base della tesi di Cannavacciuolo e di Montesarchio. Secondo l’articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica numero 380 del 2001, evocato dal comune per giustificare l’erogazione della seconda licenza, si sarebbe infatti dovuta applicare una sanzione amministrativa ai danni dei costruttori, basata sul valore commerciale delle opere dichiarate abusive dal Tar ( tra i 4 e i 5 milioni di euro ). Ma questa sanzione non è stata incassata dal comune. Inoltre, ed è questo l’ulteriore elemento inserito nella denuncia, “ ancora oggi il parco delle Vittorie è abusivo perché non sono state realizzate, come evocato dall’articolo 36 dello stesso decreto, le opere primarie inserite nell’ambito del piano triennale sulle opere pubbliche ”. “ Ma la cosa fondamentale – conclude Cannavacciuolo – è che questi atti comunali hanno coinvolto varie responsabilità: dai funzionari e dirigenti comunali ai pubblici amministratori, tanto che alcuni soggetti hanno avuto interessi economici personali nella realizzazione e nella vendita degli alloggi del parco Vittoria: ci sono persone del comune che attraverso parenti e amici sono diventate proprietarie di vari alloggi del parco ”.