Rampa d’accesso ai locali sporca, porte non facilmente apribili, asfalto all’ingresso del cancello pieno di buche e dislivelli: le difficoltà della biblioteca “G. Siani” per chi è in carrozzina. Fotogallery
«I servizi della biblioteca pubblica sono forniti sulla base dell’uguaglianza di accesso per tutti, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione sociale. Servizi e materiali specifici devono essere forniti a quegli utenti che, per qualsiasi ragione, non abbiano la possibilità di utilizzare servizi e materiali ordinari, per esempio le minoranze linguistiche, le persone disabili, ricoverate in ospedale, detenute nelle carceri».
Questo è un brano tratto dal Manifesto IFLA/UNESCO sulle biblioteche pubbliche del 1994. Il testo, divenuto il principale principio ispiratore delle azioni e dell’identità delle biblioteche di pubblica lettura in Italia e nel resto del mondo, sinteticamente esprime una sorta di decalogo della biblioteca, identificando compiti e funzioni, competenze e ambiti di intervento. Una biblioteca, dunque, è il centro informativo che rende disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza, informazione ed anche di aggregazione sociale, e deve essere accessibile a chiunque, anche a coloro che hanno difficoltà specifiche e riconosciute.
Eppure quello di cui siamo stati testimoni lo scorso venerdì 25 gennaio, presso la Biblioteca "G. Siani" di Madonna dell’Arco sembra andare in netta contrapposizione con ciò che si legge nel citato Manifesto. Presenti per dovere di cronaca ad un dibattito organizzato dal Circolo Rifondazione Comunista "Nello Laurenti", abbiamo assistito da vicino alle difficoltà riscontrate per entrare nella struttura, in carrozzina, da uno dei relatori del convegno, Gianluca Di Matola, redattore de ilmediano.it e responsabile della rubrica Mo’ basta. Scrivici tutto. Lo scivolo di accesso alla Biblioteca è sporco, con cumuli di aghi di pino che rendono difficoltoso e pericoloso il passaggio della carrozzina in autonomia, come testimonia la galleria fotografica in allegato. Le porte per accedere alla sala congressi sono difficili da aprire a meno che non lo si faccia con energia e determinazione.
«A Sant’Anastasia possibilità aggregative per i disabili al di là delle strutture socio assistenziali come il Centro Liguori, sono praticamente una chimera mentre l’unica struttura che potrebbe sopperire a questa grave mancanza potrebbe essere la biblioteca che pur essendo attrezzata a causa della cattiva gestione comunale viene anch’essa sottratta alla disponibilità dei portatori di handicap – ci ha dichiarato Gianluca Di Matola – Ho provato un grande senso di mortificazione vedendomi sottratto anche quel minimo di autonomia che avrei potuto sfruttare per intrattenermi in quei luoghi con i miei concittadini. Anche l’asfalto all’ingresso del cancello è impraticabile per chi è in carrozzina o con difficoltà di deambulazione in quanto si è in gran parte sollevato, ed è pieno di buche e dislivelli. Una volta entrato nei locali ho tentato di aprire le porte senza successo e sono tornato indietro perché credevo che fossero chiuse a chiave, invece bastava prenderle a calci».
Il giovane Di Matola che si occupa di disabilità e politiche sociali per il PRC locale ha aggiunto: «Va detto, poi, che in Biblioteca sarebbe sufficiente una semplice pulizia mattutina, quindi senza spreco di somme o di chissà quali risorse ma invece, non si fa praticamente nulla. Se pensiamo al fatto che, con delibera n. 339, il sindaco abbia assunto una figura professionale in fretta e furia fatta venire addirittura da fuori paese pagandola per gestire la struttura, a detta sua, nel migliore dei modi, questo risulta proprio scandaloso». Insomma quello di cui una comunità ha bisogno è una biblioteca funzionante, accessibile a tutti, digitalizzata, sempre attiva, comunicativa e piena d’idee, persone e progetti.
Che abbia una sezione con relativa postazione dedicata agli audiolibri per persone con difficoltà visive, come non vedenti, ipovedenti ed anziani, dove sia attiva anche una postazione multimediale costituita da un accesso alla rete internet. Sarà solo utopia?


