Musei, chiese, palazzi e giardini storici, parchi, musica, teatro, artigianato, sono il giacimento artistico e culturale e l”idea forte su cui poggiare la rinascita della città di Napoli. Di Amato Lamberti
“Chiunque si candiderà a Sindaco di Napoli, scrivevo nel mese di marzo su un quotidiano nazionale, dovrà per forza confrontarsi con la condizione della città che è al limite di ogni sopportabilità in termini di immagine, di vivibilità, di attività produttive, di occupazione, di prospettive di sviluppo. Ma sbaglierebbe, come purtroppo vedo per tutti coloro che finora si sono candidati a Sindaco, se continuasse a insistere su rifiuti, criminalità, povertà, disoccupazione. Tutto vero, ma Napoli ha bisogno di una scossa positiva, quasi un elettroshock, che la risvegli dal torpore del cupio dissolvi nel quale è precipitata. A Napoli sembra che si sia persa ogni fiducia in un possibile cambiamento, ed è contro questa sfiducia che bisogna mettere in campo un progetto che rimetta in circolo fiducia e speranza”.
Oggi, dopo una vittoria trionfale al di là di ogni ottimistica previsione, possiamo dire che Luigi de Magistris ha saputo interpretare proprio quella esigenza, che covava nell’animo di molti napoletani, di “scassare tutto”, di liberare la città dalle incrostazioni dell’incapacità e del malaffare, di fare piazza pulita delle vecchie facce di un potere ottuso, chiuso nella difesa solo di interessi personali. Le dimensioni del suo successo possono meravigliare solo chi non sa leggere nei volti dei napoletani l’insofferenza per amministratori incapaci di affrontare e risolvere qualsiasi problema, a partire da quelli più minuti, dalla buca nella strada all’intasamento del tombino.
Ma i napoletani, al nuovo Sindaco, chiedono anche la speranza che tutto possa cambiare per dare alla città un nuovo orizzonte di vivibilità, di sviluppo, di occupazione. Anche in questo caso, per quanto riguarda il futuro, sarebbe necessaria almeno un’idea forte. Nel 1993 prese corpo, con il contributo di molti, l’dea che l’oro di Napoli fossero i suoi giacimenti culturali. Un’ idea grande, capace di far sognare ma anche di stimolare iniziative, promuovere attenzione e investimenti anche internazionali. Non si capì però fino in fondo, da parte degli amministratori, che attorno a questa idea-forza bisognava ripensare tutta l’attività amministrativa, tutta l’organizzazione della città. Molti ricorderanno le grandi mostre, sul Seicento, sul Settecento, sugli argenti dei Borbone, su Micco Spadaro, e tante altre.
La mia proposta, purtroppo inascoltata, è sempre stata quella di rendere queste mostre permanenti, così come permanente dovrebbe essere l’esposizione del Tesoro di S.Gennaro in tutti i luoghi possibili, come sta avvenendo in questi giorni. Senza dimenticare che i depositi dei Musei di Napoli nascondono al pubblico tesori inestimabili che con la loro esposizione potrebbero consentire anche la riqualificazione di edifici storici che giacciono anch’essi abbandonati. Ma oltre ai musei, alle chiese, ai palazzi, ai giardini storici, ai parchi monumentali, ai tesori artistici, c’è la musica, c’è il teatro, c’è l’artigianato dell’oro, dell’argento, della ceramica, dell’ebanisteria.
Se tutto questo giacimento artistico-culturale-monumentale si sposasse con le nuove tecnologie informatiche, digitali e virtuali, che in città possono contare su centinaia di giovani con altissima preparazione tecnica e professionale, Napoli, l’intera città, da Bagnoli a Ponticelli, potrebbe diventare un gigantesco attrattore turistico-culturale, articolato su centinaia di "contenitori" fisici e virtuali di tesori d’arte, di cultura e di artigianato fruibili tutto l’anno, una città d’arte e di cultura senza eguali, capace di primeggiare anche rispetto alle grandi capitali europee.
Le ricadute in termini di occupazione e attrazione di investimenti sarebbero sicuramente enormi e aiuterebbero gli amministratori ad affrontare e risolvere anche i tanti problemi di vivibilità quotidiana che l’affliggono.
(Fonte foto: Rete Internet)