Il Giorno della memoria. Riconoscimento ad un cittadino sommese

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Alfonso Allocca è stato insignito della medaglia d’onore, alla memoria, concessa dal Presidente Napolitano, per essere stato deportato ed internato nel lager nazista di Muhlberg e destinato al lavoro coatto per quasi due anni.

Il 27 gennaio 1945 ha visto la liberazione, da parte delle truppe dell’Armata Rossa, del campo di concentramento di Auschwitz. Il 27 gennaio, dunque, è divenuto un giorno simbolico per ricordare gli orrori perpetrati dai nazisti, durante la seconda guerra mondiale, ai danni di ebrei, rom, omosessuali, disabili e avversari politici.

A questi si sono aggiunti, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, circa 60.000 militari italiani, rei di aver rifiutato il passaggio nelle fila tedesche per combattere contro i propri connazionali. Uno di questi era Alfonso Allocca, cittadino sommese, che il 25 gennaio di quest’anno è stato insignito della medaglia d’onore, alla memoria, concessa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per essere stato deportato ed internato nel lager nazista di Muhlberg e destinato al lavoro coatto per l’economia di guerra dall’ottobre 1943 all’aprile del 1945. La cerimonia di consegna della medaglia si è tenuta, nell’ambito delle celebrazioni per il giorno della memoria, a Verona, dove il Tenente della Guardia di Finanza Antonio Auriemma, nipote di Allocca, ha ricevuto dalle mani del prefetto Perla Stancari lo speciale riconoscimento.

La medaglia ha un valore non materiale, ma solo simbolico di risarcimento morale e di riconoscimento, sia pure tardivo, da parte della Repubblica italiana del comportamento onorevole tenuto negli anni della guerra e della prigionia da questi suoi cittadini, a prezzo di indicibili sofferenze e sacrifici. Alfonso Allocca nacque a Somma Vesuviana il 3 ottobre 1919. Fu chiamato alle armi l’11 marzo 1940 ed inquadrato nel 72° reggimento fanteria “Puglia”, mobilitato in Albania. Fu catturato all’indomani dell’8 settembre 1943 da truppe tedesche e deportato in Germania. Fu liberato nell’aprile del 1945 e fece ritorno in Italia nel settembre dello stesso anno, con grande gioia della famiglia che non aveva più avuto sue notizie dal 1943. E’ deceduto a Somma Vesuviana il 14 gennaio 1999.