Le ultime elezioni hanno dato forza al partito trasversale che si oppone all”abbattimento delle case abusive, in accordo col partito dei fautori del cemento. Di Amato Lamberti
L’analisi dei risultati dell’ultima consultazione elettorale, che ricordiamo ha riguardato il rinnovo di Sindaci e amministrazioni comunali, è, a dir poco, scoraggiante. Invece di una analisi seria delle ragioni che hanno portato i cittadini, nelle singole realtà comunali, a fare delle scelte che riguardavano i candidati a Sindaco e non la loro appartenenza partitica, ci si spreca a discutere sui risultati dei singoli partiti come se il PD o il PdL di Genova o di Parma, tanto per fare un esempio, fossero la stessa cosa.
Anche il risultato conseguito dal M5S, sicuramente significativo, oltre che positivo, non viene letto facendo riferimento allo specifico radicamento territoriale, diverso come è normale per un movimento che da poco si sta organizzando in una rete di gruppi operativi, ma come se si trattasse di un partito con articolazione nazionale. E, invece, il consenso elettorale conseguito a Genova e a Parma, come in altre realtà, si lega evidentemente a candidati con forte personalità e credibilità che hanno saputo catalizzare anche lo scontento di una parte dell’elettorato. Anche per gli altri partiti la credibilità dei candidati a Sindaco ha giocato un ruolo determinante al di là dell’appartenenza politica.
Lo dimostrano il caso di Verona, con il Sindaco Tosi leghista che prende molti più voti della Lega Nord, e il caso di Palermo, dove Orlando va al ballottaggio con consensi che vanno dalla sinistra alla destra. Ma in quasi tutti i Comuni la credibilità del candidato Sindaco ha giocato un ruolo determinante. Il problema è su cosa si basa questa credibilità, perché non sempre, anzi quasi mai, essa si basa su valori etici o proposte di rinnovamento. L’Istituto Cattaneo di Bologna, ad esempio, nel valutare la partecipazione al voto che ha visto aumentare la quota di non partecipazione nei Comuni del Centro-Nord contrariamente a quanto è avvenuto al Sud, pone l’accento sul fatto che al Centro-Nord sembra prevalere il voto d’opinione mentre al Sud resta ancora prevalente il voto di scambio. Questo avrebbe fortemente penalizzato il M5S che al Centro-Nord registra percentuali del 12.7% mentre al Sud si ferma al 3.6%.
Analizzando il voto in Campania, ad esempio, non si può non rilevare che da Ischia fino ai Comuni del litorale cilentano sembra aver vinto il partito trasversale di coloro che si oppongono agli abbattimenti delle case abusive, classificate come case di necessità, nonostante i provvedimenti della magistratura. Dovunque poi questo partito anti ruspe si sposa con il partito dei cementificatori del territorio, come dimostrano i programmi di sviluppo presentati da molti candidati anche delle zone interne: vedi Acerra. Se si guarda ai risultati elettorali è evidente il successo dei candidati a Sindaco che si oppongono alle ruspe per sanare gli abusivismi edilizi. Ad Ischia tutti e quattro i Sindaci eletti, in particolare Giosi Ferrandino, sulla questione abbattimenti, sono sempre stati chiari sostenendo che le case di necessità non si toccano, arrivando anche ad appoggiare le manifestazioni di protesta dei cittadini interessati.
Poi ci sono i Comuni di Capaccio-Paestum e Agropoli dove i Sindaci eletti con grande suffragio si sono sempre schierati contro ogni forma di abbattimento. Questo in territori sottoposti a vincoli paesaggistici molto precisi, di grande richiamo turistico, ma anche a forte rischio idrogeologico. Purtroppo in queste località, come in quasi tutto il territorio della Campania, gli enti locali si dimostrano molto tolleranti nella gestione del territorio senza neppure rendersi conto degli effetti disastrosi che l’abusivismo edilizio può produrre e anche della sponda che si offre all’espandersi dell’economia criminale.
Che questa sponda non sia sempre inconsapevole è dimostrato dal fatto che nella provincia, quella di Napoli, con il maggior numero di Comuni sciolti per condizionamenti camorristici, il personale politico, Sindaci, assessori, consiglieri, colpiti dai provvedimenti di scioglimento, si sono ripresentati e sono stati anche rieletti.
In definitiva, appare chiaro che al di là delle alleanze politiche tra i partiti e della scelta dei candidati che meglio possano rappresentarne le istanze, un ruolo decisivo nella vittoria elettorale di candidati e schieramenti lo giocano gli interessi economici che ruotano attorno alle decisioni delle amministrazioni e alla utilizzazione dei fondi pubblici che gli enti locali sono in grado di mettere in campo o di orientare. Tra questi interessi si nascondono anche quelli delle organizzazioni e delle imprese camorristiche che per questo partecipano, in modo palese ed occulto, alle competizioni elettorali per favorire l’elezione di persone funzionali agli scopi delle stesse organizzazioni.
Ignorare queste presenze determinanti, che si nascondono nel loro corpo, da parte dei partiti è un atteggiamento colpevole politicamente e socialmente perché provoca la distruzione degli stessi principi della democrazia oltre ad alimentare la diffusione di fenomeni che condizionano negativamente la vita sociale ed economica di intere comunità e condannano al sottosviluppo criminale interi territori.
(Fonte foto: Rete Internet)