IL CASO FEMIANO: CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA?

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    Emiliana Femiano, giovane e bella, è stata massacrata nelle settimane scorse dall”ex fidanzato, geloso. Sembra quasi che vi siano esistenze e destini ai quali non si può sfuggire. Di Simona Carandente

    Non è facile spendere parole su un caso di cronaca, eclatante e clamoroso come quello di Emiliana, la giovane che qualche giorno fa ha perso la vita per mano del suo ex fidanzato, come da copione.
    Purtroppo ogni giorno, ogni minuto, in ogni parte del mondo una donna muore di morte violenta, a causa della follia del presunto "sesso forte", che nonostante anni di conquiste e battaglie in rosa continua ad avere la meglio, nel lavoro, nella vita di tutti i giorni, addirittura nell’infliggere la più estrema delle punizioni.

    L’unica colpa di Emiliana, quella di essere bella. La sua grande sfortuna, l’aver conosciuto il peggiore degli aguzzini, un essere senza scrupoli che l’ha massacrata con sessantasei coltellate, quasi a volerla punire di avergli inflitto chissà quali sofferenze.
    Una storia che apre scenari inquietanti e fa pensare. È simile a molte altre, ma con dei retroscena da brivido. Già una volta l’assassino aveva provato a porre fine alla vita della povera Emiliana, accoltellandola, non riuscendo a finirla solo per la tempestiva reazione della ragazza. Per questo terribile gesto, era stato condannato in primo grado ad otto anni di carcere.

    Rimango fortemente convinta, grazie anche alla forma mentis acquisita con la professione, che i processi vadano fatti nelle aule di giustizia. Non nei reality, non negli show nazional-popolari della domenica pomeriggio, non sui social network. Mi fa male, da donna e giurista, vedere conduttrici che speculano sul dolore di una povera madre, elevandosi a paladine della giustizia, promettendo un interesse che durerà solo fino ad un nuovo scoop e forse anche meno.

    Nell’immenso dolore di questa brutta storia, un’intima speranza: non posso, e non voglio credere che Emiliana sia andata a trovare il suo assassino, ristretto agli arresti domiciliari, di sua volontà. Voglio pensare che sia stata costretta, obbligata a farlo, perché in caso contrario la sconfitta sarebbe doppia. La sconfitta del male che trionfa sul bene, la sconfitta della speranza, quella speranza che porta una ragazza, forse ancora innamorata, a cercare di recuperare l’uomo che amava, e che invece le ha distrutto la vita per sempre.

    Quanto mi fa male poi vedere come, stimolata dai soliti noti, l’opinione pubblica si stia accanendo sul giudice che ha concesso i domiciliari a quel ragazzo, dipingendole come un mostro, in enorme contrasto con la sua immagine personale e professionale. Una persona umana e sensibile come pochi, sempre col sorriso, sempre pronto al dialogo con noi avvocati, giusto ed equilibrato nei suoi provvedimenti. A lui, protagonista ed artefice dei miei primi successi professionali, va la mia più sincera stima di sempre.

    Alla famiglia di Emiliana solo un virtuale abbraccio: ci sono esistenze che sono segnate, destini ai quali non si può sfuggire. Quello di Emiliana era di diventare un giovane angelo, il più bello del Paradiso. (mail: simonacara@libero.it)
    (Fonte foto: Rete Internet)

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