GLI INCENTIVI ALLE CITTÁ E GLI AVANZI DI GALERA

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    I fondi europei incoraggiano le smart city. Sarebbe una buona occasione per città medie come Torre del Greco o Acerra, ma se tra i candidati ci sono camorristi e avanzi di galera, c”è poco da fare. Di Amato Lamberti

    L’Europa ha previsto investimenti di circa 11 miliardi di euro nei prossimi dieci anni per il progetto comunitario che incentiva le "Smart city", città di medie dimensioni capaci di coniugare città sostenibili e competitività. La maggioranza della popolazione vive infatti in città di medie dimensioni che consumano il 70% dell’energia della Unione Europea. Su questo enorme potenziale di risparmio energetico le istituzioni europee fanno leva per ridurre del 20% le emissioni entro il 2020 e al contempo sviluppare una economia low carbon entro il 2050.

    La formula individuata associa l’utilizzo più razionale delle risorse all’integrazione delle tecnologie pulite. L’Europa incoraggia quindi le "comunità intelligenti" che vadano verso soluzioni integrate e sostenibili in grado di offrire energia pulita e sicura a prezzi accessibili ai cittadini, ridurre i consumi e creare nuovi mercati in Europa e altrove. In altre parole, possiamo dire che una città smart è una città in cui gli spostamenti sono agevoli; che promuove lo sviluppo sostenibile; che promuove la sua immagine turistica; che offre un ambiente creativo e promuove l’innovazione; che ha una visione strategica del proprio futuro.

    Una città smart è uno spazio urbano, ben diretto da una politica lungimirante, che affronta la sfida che globalizzazione e la crisi economica pongono in termini di competitività e di sviluppo sostenibile con un’attenzione particolare alla coesione sociale, alla diffusione e disponibilità della conoscenza, alla creatività, alla libertà e mobilità effettivamente fruibile, alla qualità dell’ambiente naturale e culturale.

    La sfida, in Italia, è già stata accettata, con modelli diversi, da Milano, Bari, Torino, Genova e l’intera Sardegna. Milano vuole puntare all’attivazione di sinergie pubblico-privato attraverso bandi riguardanti i temi dell’efficienza energetica, dei trasporti e della pianificazione, coinvolgendo tutta la cittadinanza. Bari si presenterà ai bandi europei come interlocutore diretto pur nell’ambito di una associazione a tal fine costituita su base territoriale. Edifici pubblici e privati, mobilità sostenibile ed elettrica, gestione ottimale dell’acqua e dei rifiuti, creazione di reti intelligenti, sono i campi d’azione dei 78 interventi previsti. Torino, punta tutto sulle reti a banda larga di nuova generazione, capaci di fornire un supporto tecnologico per lo sviluppo di progetti innovativi e di nuovi sevizi digitali per imprese, istituzioni e cittadini.

    Genova ha già al suo attivo azioni concrete realizzate con finanziamenti europei per le Smart City: l’illuminazione del waterfront portuale e dell’acquario, gli edifici scolastici intelligenti, la ristrutturazione sostenibile di 250 edifici scolastici, dei musei e degli edifici pubblici ripagabili con il risparmio energetico, il Piano di Azione sulla sostenibilità e per l’energia, il Peap, Piano di azione portuale per l’Energia prodotto dall’Autorità portuale. La Regione Sardegna si pone invece come supporto ai suoi comuni per la realizzazione del percorso indicato dalla Commissione Europea. Ha messo a punto una serie di azioni concrete, quali un protocollo d’intesa per trasformare Porto Torres nel primo polo europeo della chimica verde; un progetto smart city per i comuni di classe A e un bando rivolto a selezionare 20 comuni da accompagnare nella realizzazione dei loro Piani d’azione per l’energia sostenibile (Paes).

    Anche Napoli, con una delibera di Giunta dell’8 marzo 2012, ha aderito al percorso smart city avviando la costituzione di una Associazione Napoli Smart City avente per oggetto lo studio e la realizzazione di un progetto per il miglioramento della qualità della vita attraverso l’incentivazione di modalità di sviluppo economico rispettoso dell’ambiente. Meraviglia il fatto che avendo la città di Napoli approvato un Piano Strategico già largamente in linea con le indicazioni europee sulle Smart City non si sia ritenuto opportuno assumerlo a base dei previsti interventi. Meraviglia anche il silenzio della Regione Campania che non ha previsto nessun intervento di coordinamento e di sollecitazione di proposte innovative.

    Allo stesso modo meraviglia che anche in città medie come Torre del Greco ed Acerra che vanno al rinnovo delle amministrazioni comunali nessuno dei candidati a Sindaco abbia pensato che il percorso della Smart City poteva essere lo strumento per reperire fondi utilizzabili per un reale e concreto sviluppo di città che si presentano assillate dai problemi della disoccupazione e della crisi delle imprese. La meraviglia diminuisce, naturalmente, quando si tiene conto dei primi risultati della verifica dei candidati alle prossime elezioni comunali.

    Quando tra i candidati si verifica la presenza di pregiudicati e di affiliati a clan camorristici c’è poco da parlare di sviluppo tecnologico, di smart city, di big society. C’è solo da pensare a ristabilire le regole della democrazia e della pubblica amministrazione.
    (Fonte foto: Rete Internet)

    CITTÀ AL SETACCIO