Fiat, il crocefisso dei licenziati va al Quirinale

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Dopo aver inscenato la crocifissione dei lavoratori davanti allo stabilimento della Panda, gli attivisti del Comitato di Lotta di Pomigliano tenteranno di incontrare il presidente Mattarella, oggi.

Per fortuna è prevalso il buonsenso e la crocifissione annunciata lunedì dall’operaio Fiat licenziato, Marco Cusano, 50 anni, si è rivelata soltanto una provocazione. Ieri mattina, davanti allo stabilimento automobilistico di Pomigliano, Marco Cusano si è appeso con una cordicella alla croce di legno installata davanti al varco operai dello stabilimento automobilistico.

La malsana idea di inchiodarsi davvero alla croce, anticipata con un comunicato dai toni allarmistici, alla fine ha avuto dunque il sapore della boutade mediatica. Nel giorno del giuramento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’operaio licenziato dall’azienda insieme ad altri tre colleghi ha rivolto un appello al Quirinale: “Se Mattarella è il presidente dei più deboli allora ci deve aiutare perchè noi siamo dei poveri cristi”. Una corda al posto dei chiodi e “Il jobs act è la fine dei diritti” al posto della ben più sacra scritta “I.N.R.I.”.

Comunque a modo loro gli operai licenziati Cusano, Napolitano, Montella e Mignano, tutti attivisti del Comitato di Lotta Cassintegrati e Licenziati Fiat, hanno voluto ricordare quello che giudicano come “il sacrificio contemporaneo della nostra Italia: l’estromissione forzata di migliaia di lavoratori dal mondo produttivo”. I manifestanti sono stati licenziati dalla Fiat il 5 giugno per aver esibito davanti al reparto logistico della Fiat di Nola un fantoccio impiccato a un patibolo, un pupazzo raffigurante Marchionne. Questo per protestare contro i suicidi e i tentati suicidi di alcuni cassintegrati. Ieri infine c’è stato spazio anche per un secondo annuncio.

“Domattina (oggi, ndr) porteremo questa croce al Quirinale – rilancia Mignano – il presidente dovrà ascoltarci”. E a chi critica queste singolari iniziative che il Comitato di Lotta cassintregrati e licenziati Fiat mette abitualmente in piazza, Marco Cusano risponde serafico: “Sono le solite strumentalizzazioni”.