“Amor omnia vincit”. Dalla carrozzella al matrimonio con Modestino: la storia di Paola

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    L’autobiografia di una vita vissuta per realizzare quel ‘desiderio imperfetto’ di libertà. Per poi accorgersi che la “mente può vincere il limite di un corpo non perfettamente funzionante, ed ecco che una carrozzina diventa solo un mezzo di trasporto”.

    Un’esperienza di vita raccontata tutta d’un fiato, con l’estrema dolcezza che appartiene solo ad una donna innamorata . Una dichiarazione d’amore che tocca le corde dell’anima, che racconta di una storia nata sotto gli occhi discriminatori di chi ancora oggi guarda alla carrozzella come ad un inconfondibile ‘marchio’ di diversità. E come nel peggiore degli incubi, anche chi dovrebbe aiutarti a star meglio, contribuisce al tuo malessere. Nel suo percorso verso la conquista della propria autonomia, Paola si imbatte in medici senza scrupoli che fin troppo spesso trattano i pazienti al pari di numeri, dimenticando che dietro ogni cartella clinica c’è un anima ed un cuore che batte. Ancora una volta sarà l’amore per Modestino a darle la forza di guardare oltre, rendendola finalmente consapevole che apprezzarsi per quello che si è, può essere il punto di partenza verso la conquista della propria felicità.

    Abbiamo incontrato la scrittrice Paola De Angelis, nata ad Avellino nel 1983, e che ha già esordito come scrittrice nel 2007 con “Il coraggio di guardare oltre”, e le abbiamo chiesto di raccontarci come nasce l’idea di “Desideri Imperfetti”.
    “Desideri imperfetti nasce tre anni fa, da un’esperienza personale. Sono stata in un centro di riabilitazione che si trova al Nord. Il mio libro scaturisce dal mio desiderio imperfetto di libertà, di rendermi autonoma. Prima di intraprendere questo percorso, ho chiesto al fisioterapista di presentarmi una persona che si trovasse nella mia stessa situazione, ed è così che ho conosciuto Modestino, che è diventato poi mio marito. In quel centro ho vissuto un’esperienza molto negativa, la sanità spesso trascura il rispetto per il processo di riabilitazione, la cartella clinica conta più della persona stessa. Desideri imperfetti è una esperienza di vita reale raccontata sotto forma di lettera d’amore rivolta a mio marito. Un manoscritto nato grazie anche a Donatella De Bartolomeis, editrice del libro, ma soprattutto mia grande amica e sostenitrice, alla quale va tutta la mia gratitudine”.

    Tu nel tuo libro affronti una tematica delicata come quella della “vita quotidiana per un disabile”, ma lo fai con delicatezza senza mai puntare il dito contro nessuno. C’è invece qualcosa che invece nella vita di tutti i giorni ti suscita particolarmente rabbia?
    “In linea generale la cosa che tollero di meno è l’indifferenza, preferisco un no secco all’indifferenza. Spesso pensiamo che ciò che ci sta intorno non sia parte di noi, invece il problema del singolo riguarda anche la società. Secondo me non possiamo essere civili se siamo indifferenti”.

    E poi c’è l’amore: Come ha influito la presenza di tuo marito nella tua vita?
    “La presenza di mio marito l’ha rivoluzionata. Cercavo autonomia per lui e per entrambi, per avere una vita migliore insieme a lui. Poi mi sono resa conto che il primo passo per essere felici è partire da quello che si ha. Modestino funge da stimolo per la mia vita, la nostra vita oggi si svolge in funzione l’uno dell’altra, ci aiutiamo a vicenda, e non c’è cosa più bella”.

    Tu sei l’esempio di chi ce l’ha fatta, nonostante gli ostacoli pratici che le la gran parte delle nostre strutture, purtroppo, presentano ai disabili. Che consiglio ti senti di dare a chi non ha avuto il tuo coraggio?
    “Io non mi sento di essere arrivata, nella vita c’è sempre altro da percorrere, io parto dal presupposto che bisogna cominciare da quello che si ha per poi migliorarsi. La vita è una, ci dà una sola opportunità e tutto dipende da noi, da quello che vogliamo dal domani. Io sapevo di non voler essere sola. Al di là della condizione che uno vive, se si vuole una cosa la si può ottenere. Molto dipende da come ci rapportiamo con il mondo, dipende da cosa ci aspettiamo dalla vita, se decidi di non fermarti. Ed in situazioni del genere puoi anche accorgerti che la disabilità non sempre è un ostacolo. Io credo che la mente ottenga la nostra volontà, può vincere il limite di un corpo non perfettamente funzionante, e se riesci ad entrare in quest’ottica, la carrozzina può essere considerata come un semplice mezzo di trasporto e nient’altro”…

    E il tuo futuro? Quali sono i tuoi progetti?
    “Nessun progetto, il futuro lo sperimento. Io sono convinta che bisogna dare alle persone quello che abbiamo, qualcosa ci arriverà se siamo capaci di dare. Io voglio costruire qualcosa con Moestino che almeno abbia il sapore di FUTURO”.
    (Fonte foto: Profilo facebook Paola De Angelis)

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