Acerra, processo sul disastro ambientale: rinviata a novembre la requisitoria del pm

0
183

Colpo di scena al processo “Carosello-Ultimo Atto”. L’altra mattina il pm della Dda, non ha potuto pronunciare la sua requisitoria finale perchè un giudice a latere non si è presentato. Appuntamento rinviato al 29 novembre.

Un giudice non si presenta, probabilmente per motivi di salute, e il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia, Maria Cristina Ribera, non può dare il via alla requisitoria finale di un importante processo su uno dei disastri ambientali più raccapriccianti degli ultimi anni.

E’ accaduto l’altra mattina. E’ stata infatti interrotta sul nascere l’udienza del processo scaturito dall’arresto, sei anni fa, di un’organizzazione che portava i rifiuti tossici ad Acerra, trasformandoli poi in finto concime. Proprio quando il verdetto di primo grado sembrava dietro l’angolo un magistrato del collegio giudicante non si è potuto recare in tribunale e il dibattimento ha dovuto subire un brusco stop. Prossimo appuntamento fissato per la requisitoria: il 29 novembre. Tra i principali imputati del processo ci sono i re delle immondizie d’ogni sorta: Salvatore, Cuono e Giovanni Pellini, imprenditori del traffico di rifiuti. L’inchiesta è di quelle importanti sul fronte dei numerosi disastri ambientali che negli ultimi cinquant’anni hanno colpito l’hinterland napoletano.

Con i Pellini alla sbarra ci sono altre 36 persone, un gruppo nutrito che secondo la magistratura inquirente tra il 2003 e il 2005 ha riversato sui campi di Acerra milioni di tonnellate di rifiuti tossici prelevati dagli stabilimenti chimici di Porto Marghera e da altri impianti simili sparsi in tutto il nord Italia. Sostanze trattate in una struttura costruita nei pressi della scuola elementare del rione Gescal, il “Congo” di via Buozzi, e poi trasformate in un terriccio marrone che somigliava al concime, al compost prodotto dalla decomposizione degli scarti organici. Poi questa valanga di veleni è stata cosparsa su gran parte dei fertili terreni della provincia a nord di Napoli. Terriccio killer spacciato come concime: una truffa secondo il pm Ribera.

Per fortuna il traffico illecito di rifiuti sei anni fa è stato stroncato dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, il Noe di Roma. Militari che nell’ambito dell’operazione sono stati costretti ad arrestare anche due loro colleghi: il comandante della stazione di Acerra, il maresciallo Giuseppe Curcio, e un altro sottufficiale delegato dalla procura di Nola a effettuare le prime indagini, tale Vincenzo Aldonisio, entrambi sotto processo per aver manipolato “ad arte” i verbali degli interrogatori dei Pellini. Insieme a loro è imputato anche l’ex capo dell’ufficio tecnico del comune di Acerra, il geometra Pasquale Petrella, ora in pensione: è considerato dalla Ribera l’uomo dei Pellini in municipio per le questioni legate alle modifiche urbanistiche.

In base alle indagini uno di questi aggiustamenti portò alla modifica della destinazione d’uso di un terreno in contrada Lenza Schiavone, al confine con il territorio della vicina Maddaloni e nei pressi della zona archeologica in cui si trova una villa Romana, spaccata letteralmente in due dalla linea ferroviaria dello scalo merci che giunge fino all’Interporto di Nola. Dopo il cambio di destinazione d’uso, e grazie alle autorizzazioni ottenute dal comune e dalla regione, il terreno di Lenza Schiavone diventò una gigantesca discarica di rifiuti. Una montagna di schifezze che nei terribili anni della più grave emergenza di sempre flagellava con i suoi miasmi un’area gigantesca. L’ombra della camorra: nel processo ci sono anche personaggi che per l’accusa sono legati a vario titolo al clan camorristico Belforte di Marcianise.