In questa lettera aperta non c’è il timore di mettere in evidenza i guai storici del Casamale. Innanzitutto, resta irrisolto il problema della sicurezza dei residenti.
Si dice che il silenzio è d’oro. Ma non sempre si può tacere, soprattutto quando si leggono commenti deliranti alla Festa delle Lucerne. Sul successo di pubblico non c’è dubbio, su quello di critica resta qualche dubbio. Ai giovani che vi hanno lavorato elogi sperticati. Qualche fischio a chi ha violato le regole e a chi non le ha fatte rispettare. Ma non è della Festa che vorrei parlare. Ma del Casamale. e degli altri 360 giorni dell’anno. Quelli senza lucerne, colori, magie, suoni eccetera eccetera. Sentite cosa scrive il due volte candidato al sindaco, nonchè segretario cittadino, nonchè consigliere comunale del pd, Giuseppe Auriemma in un trasporto onirico post-festa: “Chi ha perso è qualcuno che ha insinuato che al Casamale si spacciava roba illegale”.
Chi fa politica dovrebbe conoscere il territorio e suoi problemi, evidentemente Auriemma li ignora. Non sa che il Casamale è una delle piazze più accreditate per lo spaccio di droga, che c’è un fiorente mercato, che vi arrivano giovani dai paesi vicini a rifornirsi, alcuni dei quali si “fanno” tutte le sere sulle scale della Collegiata trasformate in un orinatoio all’aperto. Il dottor Auriemma non sa che ci sono residenti impauriti, che si tappano in casa, che temono per i loro figli quando devono rientrare, che qualche volta trovano giovani a terra semisvenuti dopo aver assunto la dose. E non parliamo di piccoli ma diffusi episodi di violenza, di angherie che gli abitanti del luogo sono costretti a subire, di provocazione. E tutto ciò non si definisce forse illegale? Vada tra il popolo come si diceva una volta a sinistra
Ma anche il vicesindaco Gaetano di Matteo si è lasciato andare al gufismo renziano nel suo post. Come il nostro premier, per Di Matteo la Festa delle Lucerne è andata a meraviglia a dispetto di chi remava contro. Non ne facciamo, per favore, uno scontro ideologico. Il punto non è l’evento. È il Casamale. Cosa ne vogliamo fare del centro storico, borgo antico, terra murata o come diavolo vogliamo definirlo. Come vogliamo rilanciarlo, con quali progetti, con quali programmi. Un contenitore per feste e sagre, o piuttosto ridargli quella identità in via di estinzione. Perchè può essere tutto molto pittoresco, suggestivo, ognuno con le sue emozioni e poesie (quante se ne sono lette in queste giorni di melasse prose e sdolcinate sensazioni), ma alla fine la domanda è sempre la stessa: salvare il Casamale.
Dei tanti intellettuali, vicini e lontani, che in questi giorni si sono avvicendati sulle Lucerne e dintorni, non uno che abbia accennato alla problematiche di questo quartiere, illuminato il buio della paura, aperto squarci di luce su quello che non si vede ma purtroppo c’è. É ora del fare per il Casamale. Adesso. Subito.
Sergio D’Avino