Samara Challenge: l’ultima insensata moda di una generazione in crisi

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Una ragazza dai capelli lunghi e neri a coprire il volto, una lunga camicia bianca e, secondo alcuni testimoni, un arnese a mo’ di coltello tra le mani: è questo l’identikit che negli ultimi giorni sta spopolando nei paesi a nord di Napoli e nell’Hinterland vesuviano. Lo scopo? Imitare la protagonista del film horror “The Ring”, Samara Morgan.

Qualcuno la prende alla leggera identificando la ‘nuova moda’ come una bravata adolescenziale, qualcun altro pensa ai valori e ai genitori (dove sono?), qualcuno ancora pensa alle conseguenze di questo strano e assurdo comportamento. Qualcuno è arrabbiato e spera di non trovarne mai una sulla propria strada (altrimenti…), qualcuno ha paura. Sul web video e foto che immortalano le giovani seguaci di Samara, mentre spaventano i passanti, sono già divenuti virali. Ed è proprio sul web che si manifestano le diverse posizioni assunte dalle persone.

C’è chi, fra i nostri lettori, scrive: “Io non ci trovo nulla di male. Ma voi da ragazzini cosa facevate?” e chi invece “Per molti potrà sembrare un semplice scherzo, ma non è altro che l’ennesimo tentativo delle nuove generazioni di colmare un vuoto e di dare un senso alle giornate… genitori, famiglie, comunità SVEGLIA!” e chi ancora “Non ho parole. Ai miei tempi non c’era cosa più bella che stare per strada a giocare con gli amici… Ora invece”.

Intanto il fenomeno “Samara Challenge” ha già toccato Scampia, Afragola, Casoria, Licola Mare, ed ha raggiunto anche i comuni dell’area vesuviana, tra cui San Giuseppe Vesuviano (avvistamenti ieri sera nei pressi della stazione della Circumvesuviana), Sant’Anastasia (avvistamenti nel quartiere Capodivilla) e San Vitaliano.

In particolare ad Afragola, nel rione Salicelle, un gruppo di ragazzi sembra essersi ribellato a tutto ciò: avvistata la sosia di “Samara”, l’hanno bloccata e aggredita con pugni, schiaffi e calci. E’ questa una delle tante conseguenze a cui si può andare incontro. E’ questo uno dei tanti casi in cui uno scherzo in cui nessuno ride può tramutarsi in qualcosa di più grave.

Bisognerebbe ritornare ai tempi in cui i ragazzini per strada suonavano i campanelli e poi scappavano ridendo per non essere scoperti: qualcuno si affacciava al balcone ed imprecava qualcosa, qualcun altro sorrideva e continuava le proprie faccende. Bisognerebbe ritornare ai tempi in cui tutti un po’ di più stavano per strada. Ma i campanelli delle abitazioni suonano sempre un po’ di meno e, se lo facessero ancora per gioco, lo scherzo durerebbe poco: il vicino di fronte, col telefono alla mano, riprenderebbe tutto e il tutto diverrebbe social. Da lì supposizioni, dubbi, qualcuno affermerà “Ma non saranno ladri?”, e quindi paure, allarmismi, nuove psicosi.

L’unica vera psicosi al giorno d’oggi, in un’epoca in cui ci si annoia più di sempre, sembra essere solo ed esclusivamente quella che insorge da una sbagliata condivisione e interpretazione dei fatti.