Quando l’artista napoletano ci chiese di accompagnarlo in Svizzera con le Donne della Tammorra e la Banda d’ò pazzariello.
In questo momento triste per la storia e la cultura italiana ci piace ricordare la grande amicizia tra i componenti dell’Arci Somma e Pino Daniele ed il contributo indiretto che l’artista napoletano ha offerto per lo sviluppo di alcuni fenomeni musicali nel nostro paese.
Nell’estate del 1983 Ennio Nicolucci, presidente all’epoca dell’Arci regionale Campana ci fa una richiesta allettante che non esitiamo ad accettare. Willy David, impresario di fama internazionale sta organizzando una spedizione musicale al Festival jazz di Montreux con il meglio del sound partenopeo.
L’iniziativa si chiama “Naples summit” e vede la partecipazione di Pino Daniele, Tony Esposito, Tullio de Piscopo e dei Popularia. All’Arci Somma, cui si riconoscono meriti artistici per quanto è stato fatto nel campo del folk, vengono richiesti “La banda del Pazzariello” e le “Donne della Tammorra”. É lo stesso Pino Daniele a farci la proposta, creando un poco di imbarazzo. A Somma, infatti, non avevamo idea nè della Banda del pazzariello, nè delle Donne della tammorra, ma non esitiamo neanche un attimo a dire di si. Il giorno dopo siamo già pronti all’occorrenza. Con il compianto maestro Stefano Raia e Peppe Martone Scalpellino ci rechiamo a Pugliano a comprare i vestiti che servono per attrezzare alla meglio la Banda d’ ‘o Pazzariello. In mezzo alle pezze vecchie troviamo quanto di meglio si possa immaginare per allestire un gruppo del genere.
Decidiamo che ogni componente della Banda debba essere caratterizzato e comperiamo divise da militari, un saio, gli abiti del Gagà, una bombetta, un frack ecc. Per il ruolo del Pazzariello invitiamo il povero Felice Ronca, che ha lavorato a lungo a Napoli ed ha una predisposizione innata verso l’arte di strada. Cerchiamo anche di fare le prove che naturalmente non riescono. Sulle capacità artistiche di Scalpellino, Stefano Raia e di Felice Ronca costruiamo la Banda d”o Pazzariello che si avvale anche del contributo di Gaetano Molaro, oggi valente ristoratore e di Giovanni Maione, vero virtuoso del rullo di tamburo. Per il gruppo delle Donne della tammorra invitiamo la “Fraulesä”, mamma di Stefano, “La zuccolarellä” e la sorella di zio Riccardo di Rione Trieste. La Banda e le Donne sono pronte. Non ci resta che fare un incontro preliminare con gli artisti protagonisti dell’evento svizzero Naples summit di Montreux.
In un pomeriggio d’estate ci rechiamo con Peppe e Stefano a Formia, dove Pino Daniele, Tullio De Piscopo e Tony Esposito stanno provando. Appena entrati nel piccolo studio insonorizzato, a Scalpellinö viene un’idea geniale. Quando gli artisti del blues napoletano fanno una sosta, irrompono senza permesso i suonatori di Somma Vesuviana, che improvvisano una tammurriata con una forza espressiva mai sentita prima di allora. Tullio subito si mette ad accompagnarli alla batteria e Tony riprende le percussioni, mentre Pino Daniele con i vocalizzi rende il pezzo una vera opera d’arte ed alla fine commenta: “Uagliù’, io entro così”. De Piscopo, Daniele ed Esposito sono entusiasti dei tammurrari di Somma e non resta d fare altro che partire. Alle otto di una mattina di luglio ci rechiamo a Formia, dove vengono imbarcati i musicisti.
Tra i nostri compagni di viaggio ci sono Rino Zurzolo, Joe Amoruso, i Popularia al completo, Tony Cercola, la corista Linda Wesley e l’indimenticabile percussionista nero Karl Potter. Con nostra grande sorpresa vediamo che sul pullman viene caricato in quantità industriale: carne, pasta, pane, frutta e mozzarelle. Inizia un lunghissimo viaggio che si concluderà solo verso le 3 del mattino del giorno dopo. Per strada c’è la prima grana. Appena entrati in territorio svizzero, Felice Ronca chiede al cameriere del ristorante un piatto di riso. La risposta è garbata: “In Svizzera non c’è la cultura del primo piatto”. Felice si rassegna, ma va su tutte le furie quando vede che ad un cliente suo vicino di tavola, come contorno ad una tagliata di manzo viene fornito riso in bianco. Minaccia subito di andare via e gli altri componenti della Banda d”o Pazzariello prendono la cosa molto sul serio.
Quando Felice si arrabbia, non c’è niente da fare. Altre volte è capitato che ha mandato all’aria dei concerti. Ci vuole tutta la pazienza del maestro Stefano Raia per calmare Felice e riportare la calma nel gruppo dei sommesi.
Arriviamo a Montreux, stremati per il lungo viaggio. L’organizzazione ci ha sistemato in un Campus universitario posizionato in collina e attrezzato di tutto punto. Disponibile c’è anche un capiente teatro per fare le prove. Irresistibile dote di resistenza dimostra Gaetano Molaro che per tutta la durata della trasferta svizzera non dormirà più di 2 ore a notte. La mattina dopo ci invitano a traslocare. Anzi quasi siamo costretti a fuggire dal Campus, bocciato dai Big della canzone napoletana perchè non ci sono i bagni in camera. Bizzarrie di artisti. Ci sistemano, quindi, in bellissimi alberghi vicino al lago e non si contano gli aneddoti sulle signore, che mai in vita loro erano andate all’estero ed in un albergo.
La prima esibizione avviene per strada. Scortati dalla gendarmeria svizzera, ci esibiamo per le vie deserte, tra resort di lusso, grandi alberghi e piscine da favola. Ogni tanto qualche persona si affaccia stralunata e neanche riesce a capire il perchè di quella parata colorata e sgangherata. In altre occasioni facciamo da sponda alle conferenze stampa, promosse da Willy David, che sta cercando di lanciare Pino Daniele all’estero prima dello sbarco negli Usa. In queste occasioni riceviamo l’attenzione dei giornalisti italiani, che scriveranno sul pazzariello a Montreux pagine intere. Anche gli svizzeri sembrano interessati alle nostre performance musicali. Nel giornale del cantone di Montreaux, il giorno dopo l’esibizione per strada, conquistiamo la prima pagina.
Vanno forte anche le Donne, inserite insieme a Scalpellino nello spettacolo di Pino Daniele e Tullio de Piscopo con una tammuriata che resterà nella storia e di cui ancora c’è traccia su YouTube. Finalmente, dopo due giorni estenuanti di fatica, Willy David ci rivela il motivo per cui sono stati trasportati quintali di prodotti tipici. L’obiettivo è quello di organizzare una conferenza stampa con cena in un locale italiano per il lancio di una nuova casa discografica, animata proprio da Pino Daniele. A questo punto entra in gioco Gaetano Molaro, che ci ha fatto disperare perchè, essendo superstizioso, non ha voluto mai indossare il saio da frate per sfilare con la Banda del pazzariello.
Gaetano organizza con un ristoratore di Bergamo la serata culinaria italiana, rispondendo all’invito rivolto dal nostro impresario. Il concerto di Montreaux è bellissimo. Noi aspettiamo l’esibizione di Scalpellino e delle Donne della tammorra con ansia, ma ci godiamo il meglio della musica napoletana. Tullio, Pino e Tony sono fantastici, musicisti inimitabili. Il pubblico impazzisce e fra me e me penso “Anche questa è fatta”. Scalpellino, vestito da Pulcinella, manda il pubblico in visibilio. Restiamo con Pino Daniele per quattro giorni interi e ci colpisce la sua umanità. Ci tratta come se fossimo amici di vecchia data. L’amicizia con il grande cantautore napoletano durerà a lungo. Spesso siamo andati a salutarlo nel suo rifugio di Formia. Ci ha accolto sempre con il sorriso ed una pacca sulle spalle.
Il viaggio di ritorno dalla Svizzera, però, si rivela un incubo. L’impresario ci dice che non potrà fare più assegni prima del nostro arrivo al confine italiano. Dobbiamo, quindi, arrangiarci da soli, pagando le spese per colazione e pranzo. Per fortuna che con noi c’è Gaetano, che si offre di anticipare. Il maestro Raia bestemmia perchè non gli sono stati dati i soldi e lui deve pagare una bombola del gas, mentre Karl Potter ad ogni autogrill si sveglia e con urla pazzesche impreca “Ho fame”. La stazza è imponente e per colmare i morsi della sua fame ci vogliono molti franchi.
Anche Giovanni Maione non si fa pregare e spesso si unisce all’urlo di Karl Potter. Ad onor del vero c’è da dire che rispetto ad altre volte Gaetano Molaro riceverà i soldi che ha anticipato neanche dopo una settimana dal nostro rientro in Italia.
(</>Anticipazione tratta da “Una storia di Paese – Arci 40anni”. In attesa di pubblicazione)
(</>Fonte foto: Rete Internet)