Rieccoci all’estate torrida. E siamo appena a giugno. Un vero peccato che il dibattito ambientalista sia passato in terzo o quart’ordine.
La tendenza è a rimuoverlo dalla scena e dai riflettori. Intanto il rischio di un immane disastro naturale procurato aumenta di giorno in giorno e indipendentemente dalla nostra percezione utilitaristica. Che vuoi che sia un grado e mezzo in più di temperatura media globale rispetto a uno o due secoli fa? Invece è gravissimo perché significa che in alcuni posti l’incremento è di oltre tre gradi a fronte di incrementi impercettibili altrove. Purtroppo l’Europa è messa male: sta nella zona a maggior incremento e le nostre città lo testimoniano ogni estate.
Anche la nostra città è messa male. Si calcola che dal 1960 ad oggi l’incremento della temperatura media ha superato i tre gradi centigradi. Una cifra enorme e la tendenza è a peggiorare ancora. Tutti gli anziani lo possono testimoniare. Si andava a mare la mattina ben coperti. Eppure la nostra comunità gode comunque di una buona posizione. Media collina, a pochissimi chilometri dal mare, con un polmone imbattibile di boschi, il Monte Somma. Peccato che i boschi stiano sopra Somma. E quindi con pochi benefici per l’abitato.
Ma vediamo quello che qui è successo. Da paese immerso nel verde completamente siamo passati ad un territorio urbanizzato senza soluzione di continuità. Somma e Sant’Anastasia, per esempio, attaccato l’uno all’altro. Da una agricoltura in altezza siamo passati ad una agricoltura da piano terra. Cioè abbiamo abbassato di molto l’altezza dei nostri alberi da frutta (vedi ciliegio e albicocco). Diminuendo così l’ossigeno prodotto ed aumentando l’anidride carbonica “libera”, prima conservata nella vegetazione. Enormi superfici impermeabilizzati. Siepi azzerate. E così proseguendo. Quindi, oltre ai danni globalizzati da comune incremento esponenziale di anidride carbonica nell’aria per consumo di fossili, si è aggiunto un contributo negativo da attività locali.
Raccontato così il fenomeno del disastro finale prospettato sembra senza rimedi. Invece ci sarebbero belle cose da farsi subito anche localmente.
Gli esperti raccomandano fra l’altro di piantare immediatamente due milioni di miliardi di alberi (nel mondo). Una cifra enorme ma sarà la salvezza. Si potrà tirare a campare ancora un po’ ma la ricetta è quella, bella, chiara e pronta.
Ebbene a Somma ci sono un bel po’ di terreni liberi dove non si fa manco più agricoltura. Lasciati incolti dunque. Soprattutto nella zona a valle, dove sarebbe utilissimo un “rimboschimento”, magari anche momentaneo. Perché no? Ci sono degli alberi a rapida crescita. Si potrebbe assicurare così una ragguardevole produzione di ossigeno e un “immagazzinamento” utilissimo di anidride carbonica.
Ne guadagnerebbe il panorama, l’ambiente generalizzato, e anche il proprietario (pellet?). Ma soprattutto ne guadagnerebbero le case nei dintorni che vedrebbero abbassarsi considerevolmente la temperatura media estiva di alcuni gradi. Il problema nel futuro prossimo si presenterà nella sua drammaticità. Perché allora non cominciamo ad affrontarlo oggi con calma e lungimiranza. Un piano comunale di incentivi metterebbe Somma tra le città virtuose. I benefici piccoli o grandi toccherebbero tutti.



