Nuova protesta contro il caro-bollette. A scendere questa volta in piazza, nella giornata di ieri, 29 settembre, sono stati i panificatori campani e di altre regioni del Centro-Sud, i quali si sono riuniti in Piazza Plebiscito, aderendo alla manifestazione organizzata da Unipan Confcommercio Campania.
Si tratta di un nuovo segnale della tensione e del timore dei lavoratori e delle famiglie del territorio campano e del resto d’Italia, in ginocchio a causa della crisi energetica, dell’aumento delle bollette e del caro vita.
Durante la mattinata di ieri, i fornai e gli operatori del settore della panificazione hanno espresso il loro dissenso e la loro forte preoccupazione per i rincari delle bollette di luce e gas esponendo manifesti funebri e portando in corteo una bara con la scritta ”La panificazione campana si è spenta dopo anni di sacrificio grazie allo Stato”. Un gesto provocatorio che racchiude la paura dei panificatori di non poter continuare a mantenere aperte le proprie attività, dovendo fronteggiare prezzi delle bollette che salgono in maniera sempre più vertiginosa.
I panificatori denunciano incrementi di bollette di luce e gas tra il 700 e l’800 per cento, con bollette che sono passate da mille a 7-8mila euro nel mese di agosto. A questo si aggiunge l’aumento del costo delle materie prime a partire dalla farina e dall’olio: si teme che il prezzo del prodotto possa arrivare a sette-otto euro il chilo. ”Con queste bollette e questi rincari delle materie prime saremo costretti a portare il pane a un prezzo irraggiungibile per molta gente e il pane diventerà un bene di lusso”, ha spiegato Antonio Rescigno, panificatore di Pozzuoli. Anche per questo, i fornai, nel corso della protesta, hanno distribuito il pane gratis a tutti.
A parlare della drammatica situazione dei panificatori, il presidente dell’associazione di categoria, Domenico Filosa: “Siamo stanchi, è un anno che siamo vittime della speculazione sulle bollette molti forni hanno già chiuso e quando molti altri chiuderanno allora la politica si dovrà assumere tutte le responsabilità non solo verso di noi e verso i nostri dipendenti, ma anche nei confronti della popolazione perché quando viene a mancare il pane sulle tavole la storia ci insegna che ci sono le rivoluzioni”.
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