Coinvolti stamane decine di migliaia di lavoratori. Un settore nella morsa della crisi e delle più spregiudicate scelte in materia economica e sindacale.
Salari bassi, tra i più bassi d’Europa e per i quali si prevedono ulteriori riduzioni, licenziamenti sempre dietro l’angolo e contratti sempre più in pericolo. Per non parlare delle difficili condizioni organizzative nei luoghi di lavoro, dei turni impossibili che trasformano il part time in un full time mascherato. Per tutti questi motivi e per altri ancora stamattina i lavoratori della grande distribuzione Ipercoop, Auchan, Carrefour, Iperfamila, Tuodì, Ikea, Leroy Merlin , MD, MediaWorld ( ma l’elenco è più lungo ) scenderanno in sciopero in Italia.
L’obiettivo lo stanno descrivendo un giorno si e l’altro pure attraverso i social network gli stessi lavoratori: dire a tutti che “così non si può più andare avanti”, che “la dignità della persona e i diritti vengono prima di ogni cosa in un’azienda e in una comunità nazionale democratica e civile che vogliano davvero definirsi tali”. In Campania, dove per i grandi gruppi la concorrenza sleale e il lavoro nero delle aziende create dal riciclaggio di danaro sporco è un ulteriore flagello, è stato scelto un luogo simbolico di questa importante vertenza. Uno solo il presidio che sarà allestito dai manifestanti, alle 9 e 30. E’quello previsto davanti all’Ipercoop di Afragola. Qui le cooperative, due anni fa, sono state protagoniste di una decisione da lacrime e sangue: tagliare drasticamente i salari e demansionare selvaggiamente derogando dal contratto nazionale di lavoro in cambio del salvataggio dell’ipermercato e dei suoi 200 addetti. Intanto per 120 di loro scadrà la cassa integrazione, a gennaio.
E’ una situazione zeppa di incertezze. Nel frattempo la catena Tuodì, dei siciliani Faranda (i supermercati ex Dicoop), ha dato il via, in Campania, alla procedura di licenziamento per 44 dei 229 addetti. Ed Auchan vuole trasferire fuori regione un numero ancora imprecisato di lavoratori. In questo caso in pericolo si trovano i lavoratori dell’ipermercato di Pompei, già più volte minacciati dalla scure dei tagli. Proprio di recente la multinazionale francese ha tagliato in Italia 1426 posti di lavoro. Ma in tutto il settore c’è ancora intenzione di proseguire sulla strada dei ridimensionamenti, occupazionali e salariali.