FCA, udienza sul destino dei licenziati di Pomigliano: sentenza imminente

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Intanto i sindacati firmatari siglano l’accordo sulla regolamentazione dello sciopero in base al rinnovo del contratto dell’auto. Da ora in poi le astensioni potranno essere decise solo con la maggioranza assoluta delle rsa.        

Ieri è tornata in piazza la questione dei licenziati Fiat di Pomigliano e Nola. E anche nelle aule giudiziarie. Nel pomeriggio infatti al tribunale di Nola si è chiusa l’udienza del giudice del lavoro sulla richiesta di reintegro presentata dall’avvocato Pino Marziale, un ricorso relativo al licenziamento degli operai Mimmo Mignano, Marco Cusano, Antonio Montella, Roberto Fabbricatore e Massimo Napolitano, espulsi l’anno scorso, a giugno, dagli organici dello stabilimento di Pomigliano e del reparto logistico di Nola per aver inscenato, con un fantoccio, l’impiccagione dell’ad di FCA, Sergio Marchionne. Un gesto messo in atto in modo provocatorio per protestare contro i suicidi di alcuni cassintegrati Fiat, gli operai Pino De Crescenzo e Maria Baratto. A ogni modo ieri il giudice del lavoro si è riservato di decidere a breve, dopo un anno dalla presentazione del ricorso e nonostante i tempi della legge Fornero concedano un massimo di 40 giorni dal licenziamento per l’emanazione della sentenza. Comunque, poco prima dell’udienza di ieri, Mignano e gli altri licenziati hanno manifestato davanti al tribunale insieme ad alcune decine di militanti del laboratorio Iskra e del sindacato Si Cobas. Dal megafono l’operaio ha contestato la nuova regolamentazione dello sciopero nel gruppo italiano di FCA. “Stanno creando – ha detto – un altro vergognoso presupposto per calpestare i diritti e la democrazia”. La nuova regolamentazione è stata siglata ieri dall’azienda e dai sindacati firmatari del contratto dell’auto nell’ambito della trattativa sul rinnovo del ccsl. E’ stata stabilita l’istituzione di un organo di rappresentanza sindacale: il “consiglio delle rsa”. Ha il compito di portare ad unità l’azione delle varie rappresentanze sindacali che lo compongono attraverso decisioni che devono essere assunte a maggioranza assoluta. Anche su questioni come lo sciopero relativo ai soli problemi aziendali la decisione di scioperare dovrà quindi essere presa dalla maggioranza del consiglio delle rsa. “Si eviteranno così astensioni di minoranze sindacali – spiega Ferdinando Uliano, della segreteria nazionale Fim – che servono solo a dividere i lavoratori e i sindacati”. Questa nuova regolamentazione vincola ovviamente le sole rsa che hanno sottoscritto i contratti nei gruppi FCA e CNHI. “Si tratta di conferire – spiega ancora Uliano – la massima autorevolezza possibile allo sciopero attraverso l’unità d’azione dei vari sindacati. In Germania, per esempio, l’astensione può essere proclamata soltanto col voto di almeno il 75 per cento delle rsa”. Per quanto riguarda la procedura di raffreddamento è stato ridotto a 8 giorni il periodo utile per evitare le situazioni di conflitto che possono generarsi per problemi aziendali (il vecchio contratto prevedeva 21 giornii). Questa regolamentazione inoltre non vale nei casi della sicurezza, dove la procedura di raffreddamento è più accelerata se non annullata, oppure per questioni più complessive di carattere territoriale. Infine, sul fronte della chiusura del rinnovo contrattuale, che si stra trascinando da otto mesi, Uliano infine annuncia: “Contiamo di chiudere la partita entro giugno”.