Difettosi i componenti del 767: la Boeing mette in mora Leonardo Pomigliano

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Sono difettosi i timoni di coda del Boeing 767 prodotti a Pomigliano. Parola del colosso aeronautico statunitense, che dal quartiere generale di Seattle ha messo in “probation” parte delle produzioni della grande fabbrica napoletana di Leonardo ex Finmeccanica. La produzione del timone di coda del grande velivolo commerciale intercontinentale è stata cioè inserita nella black list del gigante statunitense, per poi essere “commissariata”. La Boeing ha infatti assunto un gruppo di ingegneri italiani che sono stati inviati a Pomigliano. Obiettivo: comprendere i motivi dei problemi di qualità rilevati nel prodotto difettoso e suggerire le modalità di risoluzione della faccenda. I tre ingegneri inviati dagli americani nello stabilimento aeronautico pomiglianese, reclutati a tempo determinato attraverso un’agenzia di lavoro interinale,  stanno lavorando parallelamente  a una commissione ispettiva formata da colleghi di Leonardo. L’organismo sta ancora indagando allo scopo di trovare il bandolo della matassa. « Quando  terminerà  il lavoro della commissione ispettiva conosceremo le cause del problema  – fa sapere intanto Vincenzo Argentato, segretario provinciale della Fiom Cgil  –  adesso quindi non possiamo sapere di chi è la colpa ». Nel frattempo Boeing ha bloccato l’importazione del prodotto made in Pomigliano. Per la produzione del timone di coda del Boeing 767, uno dei più importanti velivoli del mondo nel settore del trasporto passeggeri, nella fabbrica napoletana   lavorano alcune centinaia di persone, tra operai, tecnici  e ingegneri dei circa 2500 addetti complessivi. Non si tratta dunque di volumi prevalenti perché la maggior parte delle lavorazioni dell’impianto partenopeo è relativa alla realizzazione della fusoliera del velivolo regionale turboelica ATR, consorzio europeo gestito da Leonardo. Pomigliano fa inoltre parte di un polo all’avanguardia visto che per il vicino impianto di Nola Leonardo ha strappato un importante accordo per le lavorazioni Airbus A321. Ma resta il dato negativo che la più grande azienda aeronautica globale ha bacchettato la più grande azienda aeronautica italiana, e proprio in un settore che dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello della manifattura nostrana. Questa notizia non certo piacevole per la nostra industria ha già fatto più volte il giro degli ambienti imprenditoriali e lavorativi napoletani. Intanto secondo indiscrezioni interne si sospetta che la scarsa qualità del prodotto fornito agli americani sia stata causata da criticità nell’ambito delle aziende italiane dell’indotto che realizza parti del timone e da problematiche che riguarderebbero direttamente le modalità di montaggio dello stesso timone all’interno dell’hangar dedicato di Leonardo Pomigliano. « Questa situazione – riferisce una fonte anonima della direzione tecnica di Leonardo Pomigliano – può dipendere dal fatto che vengono utilizzate attrezzature usurate. Ma ci sono anche altre situazioni a rischio. Da noi in genere la bravura dei lavoratori più esperti ha prodotto qualità. Oggi però questa bravura viene sostituita da lavoratori interinali o da giovani che non hanno l’esperienza dei vecchi. E non si bada se quel determinato dipendente possa essere un valore aggiunto per l’azienda o meno ». Bassa qualità determinata da usura dei mezzi e assenza di meritocrazia nell’organizzazione del lavoro ? E’ ancora troppo presto per affermarlo anche perché Leonardo Pomigliano fino a prova contraria resta un’eccellenza dell’aeronautica mondiale. « Quando però un cliente – aggiunge la fonte interna – emette una “probation” il fatto grave è che se questi avvia una nuova gara chi è sotto probation non può parteciparvi ». Le conseguenze di mercato potrebbero quindi essere serie. Ma Leonardo spazza via ogni pessimismo. « A Pomigliano – spiega l’azienda – sono già in atto procedure di miglioramento della produzione, di efficacia comprovata, e pertanto confidiamo in una definitiva soluzione dei problemi ».